Il pubblico fotografo a Barga tra i sec. XIX e XX. (quarta e ultima parte)

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Ci siamo lasciati con il passato articolo con l’idea che avremmo parlato del fotografo Giuseppe Magri e ora, lo faremo. Infatti, urge si apra questa nuova finestra, che vede operare in Barga, appunto, il fotografo Giuseppe Magri, che era fratello mezzano tra Luigi e Alberto. Tutti e tre erano figli dell’avvocato Giovanni Magri ed Emma Salvi, ambedue di Barga. Giovanni, fratello dello storico barghigiano Canonico Pietro Magri, fu pretore al mandamento di Fauglia (Pi) e in quel paese gli nacquero due figli: Giuseppe e Alberto, mentre il primogenito Luigi era nato quando per la sua professione fu a Monte San Savino (Ar).
 

Fotografia di Giuseppe Magri 
Luigi era nato nel 1875, fu un valido fisico all’Università di Pisa, ma a soli 36 anni dovette rendere l’anima a Dio, momento in cui si apprestava a riscuotere i meritati successi. Alberto era nato nel 1880, divenne pittore di una buona fama nazionale e morì l’anno 1939. Il mezzano era Giuseppe, il fotografo, nato nel 1877 e visse sino al 1926.  
Giuseppe conseguì la laurea a Pisa in Scienze Naturali ed esercitò la professione di chimico. Aveva un’anima d’artista come il fratello Alberto e raggiunse ottimi risultati nella fotografica, con delle belle foto a cose d’arte di Barga e paesaggi in cui si evince anche tutta la bellezza naturale della vita campestre in Valle del Serchio. Fu a Torino sposando Albertina Furno discendente per via materna dai Salvi di Barga, ed ebbe un figlio, Luigi che fu medico. Giuseppe nel 1920 fu nominato Cavaliere della Corona d’Italia e nel 1924, due anni prima di morire, Cavaliere Ufficiale.
Uscita dalla Messa, “Fotografia di Giuseppe Magri”
Sin da giovane si appassionò alla fotografia e sono sue molte foto di Barga, scorci e d’arte, talune riconoscibili perché, come detto, le firmava direttamente sul negativo, atteggiamento unico tra gli altri fotografi della stessa Barga, che si possono riconoscere nella firma allorché i loro scatti andarono a illustrare delle cartoline, dove dietro, seppur non sempre, c’è scritto l’autore.
Un campionario di foto di Magri si ritrova nel libro di Arnaldo Bonaventura, Italia Artistica N. 75, uscito nel 1914, in cui si parla di Bagni di Lucca, Coreglia e Barga.
Il libro inizia illustrando Bagni di Lucca e le sue frazioni, però con un’immagine di Magri che raffigura il bassorilievo che è su una porta laterale del Duomo di Barga, detto “Il miracolo di San Nicola”. Dopo questa parte ci sarebbe dovuto essere Coreglia che invece è assente e chissà perché. Quindi si passa a Barga che Bonaventura inizia a raccontare con un panorama molto conosciuto ma non firmato, che potrebbe essere di Valentino Bonaccorsi, ne segue altro firmato Jacopetti, poi iniziano una serie di fotografie di Porta Macchiaia, Duomo e le sculture, ecc, che hanno la dicitura foto Magri, mentre ne appaiono altre di Barga con la firma dei celebri e celebrati fratelli Alinari, poi altre di particolari artistici di oggetti preziosi custoditi nel Duomo ma anche le pale robbiane del San Francesco, piviali ecc, che sono rimaste anonime, così molte altre ancora.
Fotografia Giuseppe Magri
Prima di andare avanti alla ricercata figura del fotografo Pietro Rigali, corre l’obbligo a chi scrive di ricordare ancora un altro fotografo barghigiano con spiccatissime doti scientifiche e di artista, il fisico prof. Michele Bertagna (Lucca 1867 – Pistoia 1908), nato a Lucca da genitori barghigiani, trasferitisi in quella città per motivi di lavoro.
 
Autoritratto a colori di Michele Bertagna

Bertagna è rimasto assai conosciuto nell’ambiente fotografico per   aver sperimentato con successo un metodo di fotografia a colori basato sulla tricromia, già conosciuta ma da lui portata a un buon livello esecutivo, tanto da ottenere molte immagini fotografiche a colori, tra cui due raffiguranti l’amico poeta Giovanni Pascoli a Castelvecchio di Barga.

Giovanni Pascoli: foto a colori eseguita da Michele Bertagna nel 1905

Tra l’altro, su esplicita richiesta del Poeta, in quegli anni divenuto un neo appassionato di fotografia, si chiedevano a Bertagna consigli su quali fossero i segreti per fare una bella foto e questo ruolo di maestro, lo stesso Bertagna, lo mantenne sino alla sua precoce morte. La Fotografia a colori, il suo studio in quei tempi iniziali, fu

per il fisico barghigiano una vera, propria e totale dedizione da vero scienziato. Il colore nella fotografia, il suo personale procedimento, forse lo aveva potuto confrontare e discutere con Gabriel Lippmann, futuro premio Nobel della fisica nel 1908, proprio per i suoi studi sulle foto a colori, che nell’estate 1899 aveva villeggiato a Barga ospite del fisico francese Joseph Cauro. Ancora giovane, era il 1908, mentre si stava apprestando a brevettare il suo metodo per foto a colori, Bertagna fu colto da improvvisa morte e il suo proposito rimase nel cassetto. Vedi sul sito online Barganews: “Michele Bertagna, amico e maestro fotografo di Giovanni Pascoli” di Pier Giuliano Cecchi.
Siamo vicini alla storia di Pietro Rigali e di lui, nato nel 1906, va detto che si presume abbia imparato la fotografia da Pietro Jacopetti e Giuseppe Lenzi. Questo si evince dal fatto che Pietro Rigali rimase sempre attivo presso lo studio fotografico di proprietà di Pietro Jacopetti in via Giannetti n. 2, oggi la Galleria d’Arte del Comune di Barga. Prima di Rigali, lo studio era passato alla conduzione di Giuseppe Lenzi che morì l’anno 1932, quindi da vedere lo stesso Jacopetti riprendere in mano lo studio lasciandolo poi al giovane Pietro Rigali.
Il fotografo Pietro Rigali

Che Pietro Rigali fosse pupillo dello Jacopetti lo sappiamo per un semplice motivo, perché nel testamento olografo dello stesso Jacopetti, redatto il 30 agosto 1940, compare anche Pietro Rigali nel modo che diremo. Pietro Jacopetti era nato a Barga il 27 agosto 1862, e a settantotto anni, uno prima dalla morte, fece il detto testamento che riguarda tutte le sue proprietà poste in via Giannetti, lasciandole al Comune di Barga. Queste si compongono dell’intero e storico palazzo della famiglia Giannetti, parte da adibirsi per testamento a pubblici uffici, infatti, ai tempi nostri è stata sede della Biblioteca Comunale e prima della scuola di Avviamento al Lavoro. Al palazzo è strettamente collegata altra e vasta costruzione, che fu donata per fini abitativi, oggi gli appartamenti dal Comune affidati all’Ater, con questa parte a uso abitativo eccoci arrivati in via di Borgo, all’attuale Galleria Comunale, ieri sede dello studio fotografico, alle due botteghe attigue, una vuota, l’altra occupata da Swietlan Kraczyna, nel mezzo il bel portone di cipresso scolpito dagli intagliatori Colognori. È questo l’ingresso alla casa paterna dello Jacopetti, che morì l’anno dappresso, nel 1941.

 
 
Barga: foto di Pietro Rigali

Il Comune di Barga, tramite il suo Consiglio, nella seduta del 14 maggio 1942, prese in carico tutto il testamento in tutte le parti che si son dette, che prevedevano anche altre cose. Leggendo la delibera vediamo che una parte è dedicata alla moglie di Jacopetti, Angiolina Martinelli, che finché viva sarebbe stata usufruttuaria del tutto (mori circa alla metà degli anni settanta del Novecento).

Eccoci arrivati al punto del testamento che interessa al nostro discorso, infatti, in quel testo olografo, si parla anche del fotografo Pietro Rigali, che il Comune di Barga avrebbe potuto licenziare dallo studio fotografico, solo a patto che lo stesso Comune si fosse impegnato trovargli un altro studio, dove esercitare l’arte e siccome lui era lì senza pagare affitti, quindi lo stesso Comune avrebbe dovuto comportarsi di conseguenza. Di fatto non fu mai molestato dal Comune e finché esercitò, rimase in possesso dello studio come padrone, salvo che alla morte tutto sarebbe decaduto e così avvenne. Tutti sappiamo che Rigali fu testimone ricercato con la sua macchinetta di molti momenti importanti di Barga, veramente tantissimi, e morirà il 9 aprile 1992.
Chiudiamo questa carrellata di personaggi legati professionalmente alla fotografia, più che altro vicini alla Barga di Pietro Rigali, con il fotografo Giovanni Cecchini alias “Pentolino”, che aveva esercitato l’arte, pressappoco al tempo di Pietro Rigali e lo scrivente lo ricorda operante nel suo studio in Via di Mezzo, proprio di fronte al Teatro dei Differenti. Poi, ormai lui era vecchio, il suo studio, tra gli anni settanta e ottanta del Novecento, fu portato al Giardino, in Via Pascoli; oggi non è più esistente. Dopo di loro fu operante in Barga il fotografo Gino Popolani al Giardino e soprattutto Mariano Moriconi, che ha esercitato la professione in due studi nel Centro Storico, poi sino a pochi anni fa di fronte a San Rocco.
Oggi si può trovare solo a Fornaci di Barga un pubblico fotografo operante con tanto di studio e bottega: Ugo Borghesi.
(fine)

Commenti

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  1. Buongiorno. Sono molto interessata alle foto pubblicate insieme all’articolo, specialmente la prima dove si vede un pezzo della casa in Via Ruota 9-11 andata distrutta durante i bombardamenti dell’ultima guerra mondiale.
    Vorrei sapere se le foto sono esposte da qualche parte, se è possibile vederle ed eventualmente se ne esistono altre.
    Grazie.

  2. Pier Giuliano Cecchi


    Buongiorno.
    Grazie del suo commento.
    Di foto di Barga anteguerra ne esistono varie. Diverse si possono vedere in pubblicazioni, specialmente in quella che realizzò la Fondazione Ricci di Barga, “Barga in cartolina” del 2003, un libro di 200 pagine di formato 21×30, quindi ben visibili.
    Senta se la Fondazione Ricci ne avesse ancora copie.
    Pier Giuliano Cecchi.

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