L’attualità di Dante e della Commedia: Alberto Casadei all’I.S.I. Barga

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Perché leggiamo ancora Dante a distanza di sette secoli? Cosa ce lo fa sentire più vicino a noi rispetto a tanti altri autori inseriti nelle antologie scolastiche? Perché ha deciso di scrivere la Commedia in volgare invece che in latino? Cosa ci faceva fra Lucca e Lunigiana agli inizi del XIII secolo? Di questo e di altro ancora si è parlato nella mattinata di giovedì 20 novembre nell’aula magna dell’I.S.I. di Barga per il primo dei quattro incontri denominati “In viaggio con Dante“: una serie di conferenze organizzate da I.S.I. Barga, Comune di Barga e associazioni del territorio (Fondazioni Ricci, Unitre Barga, Istituto Storico Lucchese sez. Barga e Cento Lumi) allo scopo di approfondire la conoscenza dell’opera di Dante Alighieri a settecento anni dalla sua scomparsa.

Difficile ipotizzare un inizio migliore per “In viaggio con Dante”. Ospite del primo incontro è stato infatti il professor Alberto Casadei, ordinario di letteratura italiana presso l’università di Pisa e dantista di fama internazionale, autore fra le altre cose di una “Storia avventurosa della Divina commedia dalla selva oscura alla realtà aumentata” ben conosciuta da chiunque si interessi a queste cose. A introdurre e stimolare il dibattito, i professori Berto Giuseppe Corbellini Andreotti e Andrea Palla che avremo modo di ascoltare ancora in occasione dei prossimi appuntamenti in programma.

Difficile anche riassumere in poche righe i temi e le suggestioni buttate sul tavolo da Casadei in un’ora e mezza circa di conferenza. Su richiesta di Corbellini Andreotti, il primo argomento affrontato è stato quello dell’attualità di Dante. La risposta è stata che Dante è soprattutto un grande narratore: pur trattando di vicende avvenute in tempi a noi lontani, riesce a delineare con pochi versi tratti psicologici e umani di personaggi che parlano la lingua del nostro tempo. L’esempio più evidente è quello di Francesca da Rimini, particolarmente calzante davanti a una platea di adolescenti in grado di capire (e sentire sulla propria pelle) cosa possa significare un verso come “amor, ch’a nullo amato amar perdona“.

Il canto di Paolo e Francesca, il V dell’Inferno, agli occhi di Casadei rappresenta anche uno spartiacque nella Commedia. In estrema sintesi, la tesi è che i primi quattro canti fossero stati scritti dal poeta quando si trovava ancora a Firenze. Già in esilio, una volta recuperato il suo lavoro precedente, Dante decide di dedicare il resto della vita alla stesura del poema che più di altri lo renderà immortale e al quale lavorerà negli ultimi suoi anni trascorsi esule fra Toscana e Romagna, soggiorni a Lucca e in Lunigiana compresi. Da una sezione iniziale (i primi quattro canti) ancora pienamente sotto l’influenza del modello di Virgilio e dell’Eneide, Dante muove poi verso una narrazione da una parte estremamente realistica (l’Inferno, soprattutto), dall’altra verso una poesia che ha bisogno di parole nuove (da cui la scelta del volgare) per descrivere ciò di cui prima non si era mai parlato.

Per i ragazzi dell’I.S.I. Barga, l’incontro con Casadei è stata l’occasione per entrare in contatto con un modo di approcciare i testi diverso rispetto al metodo scolastico. Hanno avuto cioè l’opportunità di toccare con mano cosa significhi fare ricerca in ambito letterario attraverso le parole e il racconto di un esperto della materia. E di questo non si può che essere grati a tutti gli organizzatori, a cominciare dalla Fondazione Ricci capofila di questa e delle prossime conferenze, per proseguire con la dirigente scolastica Iolanda Bocci e la professoressa Silvia Redini e finire con tutti gli altri.

“In viaggio con Dante” proseguirà nelle prossime settimane, sempre di mercoledì: il 27 ottobre Berto Giuseppe Corbellini Andreotti affronterà il XXVI canto dell’Inferno (il canto di Ulisse), mentre il 10 novembre Andrea Palla presenterà il XXVIII canto del Purgatorio (la villanella sapiente). Chiusura il 27 novembre con il XXXIII canto del Paradiso (l’amor che move il sole e l’altre stelle), raccontato in coppia da Corbellini Andreotti e Palla con il contributo di Elia Tuccori alla rappresentazione grafica.

 

 

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