Botta e risposta tra Misericordie della Valle e sindacati sulla legge regionale 83, non condivisa dai dipendenti

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FORNACI – “Non sono le Misericordie a non condividere la legge regionale 83 bensì alcuni dipendenti, che con i sindacati, e in libere assemblee, hanno espresso il loro parere”. Lo aveva dichiarato nei giorni scorsi  Maria Carla Andreozzi, coordinatore delle Misericordie della Valle del Serchio, riferendosi alle perplessità espresse su alcuni aspetti della legge che prevedrebbero una riduzione del personale a bordo delle ambulanze da parte dei lavoratori,  emersa in un’assemblea avvenuta proprio presso la sede della Misericordia del Barghigiano a Fornaci, nelle settimane scorse; posizione che,  ha tenuto a sottolineare la coordinatrice, non è condivisa dalle Misericordie.

“La federazione regionale delle Misericordie ha partecipato attivamente alla stesura di tale legge – sottolinea – che nella sua interezza ritiene positiva. I governatori delle Misericordie della Valle, insieme a tutti gli altri governatori lucchesi, si sono sempre impegnati affinché i servizi resi alla popolazione siano i più celeri ed efficienti possibili, nonostante le difficoltà dovute alle distanze e alla difficile percorribilità di molte strade. La riforma del settore era attesa da tempo, e come tutte le cose nuove ha bisogno di essere metabolizzata e affinata ; in altre parti della Toscana è già operativa e non ci sono stati grossi problemi, anche noi ce la faremo”.

Alle dichiarazioni di Andreozzi replicano però i sindacati, ovvero Michele Massari della FP CGIL; Stefania Fontanini UIL FPL e Giada Bellandi FISASCAT  CISL  che affermano:

“La posizione espressa da CGIL, CISL, UIL di categoria è frutto di una discussione dell’assemblea dei lavoratori, non di “alcuni lavoratori”. Il fatto che le Misericordie abbiano partecipato attivamente alla stesura della legge regionale 83/19 è assolutamente in linea con la difesa  dell’operato  della  regione  espressa dalla coordinatrice delle Misericordie, tuttavia non crediamo sia di poco conto rilevare che a quei tavoli non c’erano  gli operatori e chi li rappresenta , cioè  coloro che giorno dopo giorno si devono confrontare con l’utenza, con i rischi connessi alle operazioni di soccorso e con le responsabilità che fanno capo ai singoli operatori. Alle associazioni delle misericordie, ma soprattutto alla Regione e alla ASL diciamo che forse era meglio investire maggiori risorse per organizzare  un servizio essenziale e strategico come quello del soccorso, indirizzandosi ad una riforma strutturale del settore e non verso una mera scelta di risparmio sul personale, che fatalmente significa anche minore sicurezza e potenzialmente maggiori rischi.”

Secondo i sindacati (che annunciano per i prossimi nuove assemblee, magari con il coinvolgimento anche dell’ASL, per la verifica del rispetto delle norme in materia di sicurezza e che minacciano, se necessario, la proclamazione dello stato di agitazione), appare  chiaro che le disposizioni  di legge contenute nella cosiddetta riforma non tutelano volontari e associazioni.

“Come si può pensare di trasportare un assistito in 2 persone, magari con un ultrasettantenne in equipaggio,  in un contesto  abitativo come quello presente nella Valle o in territori speculari ?” – si domandano i sindacati.

Massari, Bellandi e Fontanini ricordano alla coordinatrice Andreozzi che i sacrifici imposti ai soccorritori sono già tanti a  partire dai turni di lavoro, alla disponibilità sui turni di reperibilità spesso molto impegnativi fino alla necessità di derogare alle norme contrattuali e che quindi non è il caso di aggiungere ulteriori oneri a carico dei lavoratori.

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Commenti

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  1. I miei ex colleghi di fornaci forse non accetteranno il mio commento ma bisogna essere realisti. Il sistema di soccorso sanitario a parte alcune realtà non è’ al livello degli altri paesi europei, uno dei motivi e’ quello anche di usare i volontari o dipendenti con un corso di 120 ore per fare soccorso sanitario. Nella mia realtà’ in ambulanza siamo sempre in 2 che tu lavori in città, in zona rurale o in elisoccorso e non ci sono mai stati problemi stesso discorso all estero. Io non vedo niente in contrario a quello che propone il governatore Andreozzi anche perché se sale il medico e L infermiere di automedica L autoambulanza diventa di un equipaggio di 4. La regione Toscana deve investire di più sulla formazione e iniziare un servizio di professionisti del soccorso.


    • Caro Gianmarco, mi dispiace tu scriva questo, prima sarebbe bene informarsi meglio di come si svolge il soccorso nelle nostre zone e poi parlare. Da quando sei andato via te, l’organizzazione dell’emergenza territoriale ha subito enormi cambiamenti, sia in peggio, sia in meglio, anche e soprattutto riguardo il discorso automedica e medico ed infermiere. Ribadisco, prima informati, poi esprimi opinioni.
      Riguardo la professionalizzazione del soccorso possiamo essere d’accordo, ma è anni che se ne parla, ma mai preso in considerazione per gli elevati costi che comporterebbe rispetto all’utilizzo del volontariato e dei pochi dipendenti ad esso associati.


  2. Claudio mi dispiace tu L abbia presa a livello personale ma il mio commento era come il soccorso in ambulanza si svolge in tutta Italia. Io sono andato via ormai da 11 anni e non mi sembra le cose siano cambiate enormemente anzi forse sono un po’ peggiorate. Quello che volevo dire che fare 120 ore di corse per poi fare soccorso in ambulanza non mi sembra una cosa fatta bene poi ognuno la pensa come vuole, poi in più la figura del soccorritore non sanitario in Italia non viene riconosciuta ed e’ qui che con i sindacati dovete iniziare a farvi sentire, L unica figura sanitaria riconosciuta nel soccorso extra ospedaliero e’ il medico e L infermieRe. Il discorso automedica e’ una cosa a parte non entro nel merito o meno della cosa, ma sicuramente il medico salirà in ambulanza se lo ritiene opportuno aumentando così L equipaggio. Già quando ero in misericordia sulle ambulanze di tipo B L equipaggio era composto da solo 2 persone e nessuno ha mai protestato anche perché era parte dell accordo regionale. Come ti ho detto nella mia realtà abbiamo macchine di intervento rapido con un solo membro di equipaggio e le ambulanze hanno 2 persone a bordo come in molte altre realtà europee e extra europee USA in primis.. Riguardo ai risparmi non mi sembra che dire il volontariato fa risparmiare sia una scusante anche perché le convenzioni costano e se si guarda a quante associazioni ci sono solamente in Toscana vedrai che i costi ala fine non sono così bassi. Una riorganizzazione del sistema sanitario di emergenza extraospedaliero fatto a modo potrebbe non solo garantire un sistema migliore ma anche risparmiare.Poi come ti ho detto con i sindacati dovete far si che siate riconosciuti come figura professionale

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