Il libro sui “Gatti”. Ecco tutti i perché del successo di questo gruppo

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I Gatti Randagi Football club hanno festeggiato ieri a Barga allo Shamrock Irish Pub, la pubblicazione di un libro – edito da Tra le righe – che raccoglie ricordi, aneddoti e la storia del sodalizio calcistico che nel 2015 è approdato alle finali nazionali, laureandosi vicecampione italiano (anzi come riporta il sito della società “Quasi campioni d’Italia”).

La cerimonia, aperta dai saluti del sindaco Marco Bonini – dell’amministrazione comunale era presente anche l’assessore Caterina Campani – si è poi svolta intorno alla ricerca di quel segreto che unisce da così tanti anni intorno ad una squadra di calcio, molti protagonisti di una bella storia.

Il Presidente Giacomo Cella su questo punto ha voluto sottolineare che lo spirito di coloro che fondarono goliardicamente il club è rimasto intatto e forse in quel punto, la voglia di stare insieme, il forte senso di amicizia, il desiderio di “giocare”, il primo segreto. Ma non può essere sufficiente. O per lo meno non basta. Perché bisogna parlare anche di luoghi come ha fatto Francesco Da Prato con la “cantina del Mordini” o Andrea Guzzoletti che ha ricordato la faticosa registrazione dell’inno dei Gatti Randagi presso il Barga jazz.

E come non citare poi la casa di alcuni ritiri a Vergemoli ricordata da Maurizio Poli. E le piazzette fonte di reddito ma anche di “cemento” per unire il gruppo.

Ma ancora non è sufficiente a spiegare il successo dei Gatti.

Bisogna quindi sentire la memoria storica Roberto Conti che mette in primo piano i colori della maglia e la difesa negli anni del nome. Anche quando in una radio della Garfagnana a Piazza al Serchio dopo essersi sentito dire che la sua squadra è dei “migini randagi”, risponde all’interlocutore – che si è palesato come tifoso della “Capriola” – “noi saremo gatti ma te parli di una squadra chiamata come la moglie del capriolo”.

E gli aneddoti durante la serata si sono sprecati tra ricordi ormai sbiaditi. Ma qualcosa ancora manca per spiegare questa storia.

Marco Venturi e Marco Lazzarini raccontano le esperienze – con loro nel libro anche Fabio Martinelli – mettendo in primo piano la semplicità e la voglia di essere parte integrante di un gruppo. Sul palco anche il miglior portiere delle finali del campionato italiano Stefano Bonaccorsi che raccoglie in poche parole l’esperienza di Lignano Sabbiadoro.

Poi la parola a Francesco Talini che ha creato il libro e che oltre a raccontare con emozione la finale nazionale, presenta a tutti in forma ufficiale il prossimo viaggio a Glasgow con la visita ai Celtic e la partita di campionato.

Ma tutto questo non basta a spiegare il segreto del successo dei Gatti Randagi.

Forse per spiegare il tutto basta leggere la frase che introduce il libro scritta dal grande scrittore argentino Jorge Luis Borges: “Ogni volta che un bambino prende a calci qualcosa per strada lì ricomincia la storia del calcio”.

Ecco forse il segreto dei Gatti Randagi. Un pallone che rotola e la voglia di stare insieme, come se il tempo si fosse fermato e tutti fossimo rimasti bambini.

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