Gualtiero Pia PER SABATO

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I debiti si onorano. E Barga, questo mattina, in parte, questo ha fatto dedicando a Gualtiero Pia una lapide sul muro del Museo “Stanze della Memoria”. Se questa intitolazione c’è stata si deve, soprattutto, alla passione del nostro Pier Giuliano Cecchi amico ed estimatore di Pia, scomparso un anno fa. Giuliano ci ha raccontato di Pia e dell’amicizia che li legava in un’intervista a poche settimane dalla dipartita. Fu l’occasione, anche ricordando le sue numerose opere, per proporre un gesto in ricordo di Pia che è stato poi ripreso anche dal giornalista de La Nazione Vincenzo Pardini che ha condiviso la nostra proposta di raccogliere in un libro le lapidi scritte dallo scrittore barghigiano. Proprio a questo proposito, in questi giorni, Pier Giuliano, ci ha raccontato un sogno di Pia, rimasto tale: una lapide che ricordasse Giovanni Pascoli e Giacomo Puccini, da porsi nel Teatro Differenti. Questo perché quando il 6 ottobre 1912, a sei mesi dalla morte del Poeta, si tenne la cerimonia della traslazione da Barga a Castelvecchio, Puccini entrò nel Teatro Differenti assieme a Plinio Nomellini. Poi seguì in lacrime il corteo funebre. Questo il testo, rimasto a livello di bozza, della lapide: “In questo storico teatro il 6 ottobre 1912 fu solennemente commemorato il poeta romagnolo Giovanni Pascoli (1855-1912) figlio adottivo della terra barghigiana stimato musicista lucchese Giacomo Puccini (1858-1924) presente alla cerimonia durante la traslazione da Barga al Colle di Caprona; dietro al feretro del poeta il Maestro versò lacrime sincere. L opere sublimi dei due grandi artisti sono patrimonio immortale dell’umanità”. Ripubblicare i suoi scritti sarebbe un’occasione per ricordare anche le tante anime illustri di Barga e della Valle. Famose e meno.
A proposito: hanno il sapore del commiato le parole di presentazione di “Momenti Barghigiani” testo del 1993: “Tutti noi, come gli antichi, in qualche misura abbiamo contribuito alla crescita civile, religiosa, ricreativa, culturale, della nostra gente. E tutti, del nostro contributo, anche se minimo e svolto in genere senza interessi economici, siamo intimamente orgogliosi”.

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