I segreti del Monte Forato e del Duomo ed il fascino (ed il perché) del culto di San Cristoforo

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Una bella cornice di pubblico ha caratterizzato l’appuntamento che si è tenuto ieri sera, 19 luglio, nel giardino di Villa Nardi, sede del centro anziani e dlel’Unitre Barga.
Qui si è tenuto il convegno di archeoastronomia “La luna che danza sul Monte Forato”, appuntamento proposto dallo studioso sardo Mauro Zedda e promosso da Unitre Barga, Polisportiva Valdilago e ACLI Barga con il patrocinio del Comune e della Proloco.
Le teorie ed anche le convinzioni scientifiche spiegate dai tre relatori della serata sono state davvero interessanti e soprattutto ci permettono di guardare al nostro lontano passato con maggiore rispetto versi i nostri antenati; capaci di utilizzare la natura come punto estremamente raffinato di osservazione, quasi come una clessidra con la quale ripercorrere lo scandire del tempo, delle stagioni, delle fasi lunati e dei solstizi.
Introdotta da Pier Giuliano Cecchi e con la presenza a fare gli onori di casa dei componenti di Unitre Barga, Ercolini e Talini, la serata si è aperta con la relazione dell’aretino Stefano Carboni che ha spiegato il fascino ed il mistero del “Sasso del regio”. Un blocco di pietra di grandi dimensioni che si trova sul Monte Falterona nel Casentino, dove compare una nicchia attorno alla quale sono incisi segni e disegni legati, a quanto ci ha raccontato Carboni, alle fasi lunari ed allo scandire del tempo e delle stagioni; che proprio con il “Sasso del Regio” venivano accuratamente misurate.
Da qui l’introduzione per le scoperte di Mauro Peppino Zedda che si è innamorato di Barga dopo aver scoperto, ammirando il panorama dal sagrato del Duomo, della presenza del Monte Forato e del suo singolare profilo.
“Barga – ha anche affermato – dal punto di vista archeo-astronomico è uno dei luoghi più interessanti della terra”.
Zedda ha ripercorso i suoi studi, ben descritti nel libro “Monte Forato e Duomo di Barga” e le sue teorie secondo il quale dal colle su cui sorge oggi il Duomo i liguri apuani misuravano il tempo prendendo come punto di riferimento il Monte Forato . Ed anche l’orientamento dello stesso Duomo, il suo ingresso posto di fronte al Monte Forato, starebbero a dimostrare che era noto che il luogo in cui si andava a costruire la cattedrale era considerato sacro da molto tempo prima del 1100.
La luna elemento fondamentale di queste osservazioni astronomiche. L’allineamento Duomo di Barga (luogo di osservazione) e Monte Forato (punto di riferimento) in termini astronomici risulta orientato col tramonto della Luna al lunistizio minore meridionale e col tramonto di Sirio nel II millennio a.C.
Il lunistizio minore ricorre nel 2016 ( e poi di nuovo nel 2034), ma in quell’anno la Luna Piena più prossima al solstizio estivo tramonterà proprio sopra Monte Forato.
Ma non solo: “È di straordinario fascino e bellezza il sincretismo di quel luogo – lo ha detto e lo aveva scritto anche per noi nei giorni scorsi – dove la chiesa sia stata dedicata proprio a San Cristoforo, un santo che, come ha spiegato Stefano Borsi (nel sui libro Le origini di Barga e il culto di San Cristoforo ndr), sostituisce culti legati a divinità connesse a Sirio”.
Proprio il prof. Stefano Borsi alla fine ha parlato delle scoperte e delle intuizioni del suo libro scritto quattro anni orsono e che parla approfonditamente del culto di San Cristoforo, dei legami con Sirio e del perché quel santo sia oggi il santo del Duomo di Barga.
Una interessantissima relazione la sua per scoprire le origini della genesi di Barga, del suo stemma; del perché Barga sia devota a Cristoforo; che viene da lontano, che arriva dalla cultura egizia , ma che si lega in modo affascinante al passato precristiano ed anche alla stella di Sirio.
Di Borsi riproponiamo anche un’intervista video realizzata nel 2009. La qualità della stessa non è delle migliori (e ce ne scusiamo con chi la vedrà). Interessante invece quello che ci dice anche in questo contributo il prof. Borsi.

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