“Il nostro altrove” reloaded: Ayala & friends con le voci della Val di Corsonna all’ombra dei castagni di Renaio

-

«Chi non ha mai bevuto una birra fresca all’ombra di un castagno sulla piazzetta della Franca a Renaio in una magnifica giornata di fine ottobre, non sa cosa si è perso». Così inizia “Un altro mondo” di Pietro Parena, uno dei racconti contenuti in “Il nostro altrove“; così ha ripetuto Giuliano Ayala Bertolini la sera di sabato 19 agosto sulla piazzetta di Renaio, all’ombra dei castagni con una birra fresca in mano, proprio in occasione della seconda presentazione di “Il nostro altrove“: il libro firmato Ayala & friends che raccoglie tante e variegate voci della Val di Corsonna, pubblicato recentemente dall’associazione Cento Lumi.

Prima della citazione dal racconto di Parena, l’incontro si era aperto con le parole del babbo di Ayala, l’indimenticabile Natale Bertolini, grazie alla lettura di un suo ricordo di guerra concluso da una frase che a nostro umile parere non avrebbe sfigurato fra le pagine di libri ben più celebrati: «Tremava la terra senza sentire una parola».

Messa da parte la commozione (evidente nella voce di Ayala che leggeva il testo del padre) e tornando alla citazione iniziale, potremmo dire che non sa cosa si è perso nemmeno chi non era presente a Renaio davanti al Mostrico sabato scorso. Un “pomeriggio divertente, scanzonato” dedicato a “Un libro che già dal titolo si preannuncia affascinante ed evocativo, vero e ruspante, ideato da menti scalpitanti“. Questo il commento sulla pagina Facebook di una barghigiana sempre attenta alle iniziative culturali del nostro territorio e che sui social ha scelto di apparire con lo pseudonimo pascoliano di Sibilla Delfica.

E di riferimenti pascoliani è stata ricca pure l’introduzione alla giornata curata con la consueta maestria dalla dottoressa Sara Moscardini, conclusa con l’augurio che il poeta di Castelvecchio mette in bocca al seggiolaio che risalendo la Corsonna da Montebono incontra la vecchina dell’Alpe: «A voi fa prode l’aria di monte e l’acqua della Corsonna». Anche se, ad onor del vero, sui tavoli dei presenti i boccali di birra erano assai più frequenti delle brocche con l’acqua della Corsonna.

Si è poi aperta la carrellata delle impressioni degli autori, chiamati a turno al microfono da Simone Togneri secondo un ordine di apparizione stabilito con tanto di lista d’appello. Il primo a essere “interrogato” è stato Marco Poma il quale, giusto per restare in argomento, il giorno precedente aveva presentato alla Fondazione Ricci un suo documentario su Pascoli reinterpretato in chiave contemporanea. Nel suo intervento, il regista ha sottolineato l’importanza dell’arte fatta da persone estranee ai circuiti ufficiali, come gli autori di “Il nostro altrove”. Quella che Poma definisce slow art, come il movimento artistico da lui fondato e che ha in Paola Marchi, presidente di Cento Lumi, la referente per il nostro territorio.

Vinto un primo momento di imbarazzo, anche le altre voci della Val di Corsonna presenti nel libro si sono fatte sentire forti e chiare: da Maria Grazia Renucci che ha recitato in ottava rima la poesia “La volpe” di Pietro Guidi, a Michele Moscardini e Emanuele Renucci che hanno ricordato la figura del Giovannino di Val di Vaiana, presenza fondamentale nella montagna barghigiana. Poi lo scrittore Stefano Elmi ed altri ancora: tutti visibilmente felici di aver fatto parte di questo progetto per il quale, prendendo di nuovo in prestito le parole scritte su Facebook da Sibilla Delfica: “Ayala Bertolini, Simone Togneri & Friends e Cento Lumi sono riusciti a sollecitare ed ottenere la collaborazione di una intera, vivace comunità“.

A chiudere le danze, una delle due anime ispiratrici di “Il nostro altrove”: Simone Togneri, che non ha mancato di lamentarsi per essere sempre l’ultimo a essere chiamato in causa, cioè quando tutto è già stato detto da altri. Eppure, come già aveva fatto in occasione della presentazione alla Fondazione Ricci, lo scrittore e vignettista è riuscito comunque a trovare le parole giuste per dare il senso profondo del lavoro fatto: un appello a ritrovarsi per raccontare e raccogliere pezzi di memoria da conservare con cura. Un appello accolto con un entusiasmo perfino insperato nelle dimensioni dalla gente che vive e mantiene viva la Valle della Corsonna quotidianamente.

Non sono mancati i saluti finali dell’amministrazione comunale affidati alla consigliera Maresa Andreotti che ha sottolineato come “Il nostro altrove” si inserisca perfettamente nelle tante manifestazioni dedicate alla Corsonna in questa estate barghigiana. Poi i più fortunati (cioè quelli che non avevano già altri impegni) hanno potuto godere della proverbiale ospitalità della Franca a Renaio anche per la cena: all’ombra di un castagno, come nel racconto di Pietro Parena.

Un enorme grazie ad Andrea Baldi per le foto della giornata

Tag: , , ,

Lascia per primo un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.