Il castagno come occasione di sviluppo sostenibile. Ecco la giornata di studi

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BORGO A MOZZANO – La naturalità è molto più del biologico. Ce lo insegna la Civiltà del Castagno con la sua cultura e i suoi prodotti, tutelati dai marchi dei Castanicoltori della Lucchesia, per uno sviluppo sostenibile a livello umano ed economico.

È il Castagno, con la sua coltivazione le opportunità economiche che ne derivano e la cultura che si muove intorno, protagonista del progetto “Il Castagno come occasione di sviluppo sostenibile. L’ecomuseo diffuso a cielo aperto ‘Terre dei Guardiani’” realizzato dall’Istituto per la documentazione sul Castagno e la ricerca forestale, che offre questo venerdì 2 giugno 2023 a partire dalle 10,30 all’eremo di San Bartolomeo, nel paese di Cune a Borgo a Mozzano (Lucca), la giornata di studi multidisciplinare per la valorizzazione e promozione delle ricchezze, tradizioni ed eccellenze locali in ambito storico, culturale e turistico dal titolo “Rocche e Fortificazioni dello Stato di Lucca: Storia, identità ed opportunità di sviluppo economico e culturale”. (Prenotazioni ancora aperte su www.acunia.it)

“Il castagno tradizionalmente coltivato – spiega Stefano Fazzi, presidente dell’associazione Castanicoltori della Lucchesia – è di per sé una buona pratica di coltivazione improntata alla naturalità in quanto nei territori montani, a volte anche a forte pendenza, dove è ubicato, spesso non concede opportunità interventi meccanizzati né tanto meno è possibile effettuare trattamenti chimici o concimazioni chimiche. C’è anche da dire che anche il contrasto al Cinipide Galligeno del castagno è stato effettuato con lotta biologica in quanto il trattamento dei castagneti secolari con antiparassitari sarebbe stato improponibile, oltre che dannoso, per un ecosistema che vive in armonica simbiosi: funghi, mirtilli, fragoline di bosco per prosperare in questi ambiti necessitano e garantiscono la massima naturalità della coltura. Ogni trattamento creerebbe un danno immane all’ecosistema del castagneto. Pertanto castagne e derivati sono improntati alla naturalità, che è molto più che del biologico”.

Per quanto riguarda la capacità del territorio di valorizzare questo unicum, spiega ancora Fazzi, sono stati registrati marchi per segnalare la naturalità del prodotto, sia dei frutti freschi che dei derivati come la farina di castagne ottenuta con metodo tradizionale essiccazione per 40 giorni consecutivi in metato con fuoco basso e soffuso fatto con solo legno di castagno.

Ecco i marchi registrati, garanzia di “naturalità”: “Marrone di Pozzuolo (o delle Colline Lucchesi) prodotto tipico Lucchese”, marchio individuale che consente l’ etichettatura per la vendita del frutto fresco che risponde a determinate qualità; “Castagna Carpinese”, un marchio collettivo che consente l’etichettatura per la vendita del frutto fresco che risponde a determinate caratteristiche indicate nel suo disciplinare di produzione; “La dolce Farina di Castagne” per farina che risponda ai requisiti di naturalità essiccata con metodo tradizionale nel rispetto di quanto indicato nel disciplinare di produzione, è un marchio d’Area collettivo che aggrega un vasto territorio ove le buone pratiche di coltivazione del castagno storicamente risultano omogenee e dove il prodotto derivato (farina) risulta di ottima qualità. “Per questo – aggiunge Fazzi – ci sentiamo di dire con orgoglio che questi prodotti, già pluripremiati e riconosciuti, vanno al di là della produzione biologica, grazie alla naturalità che diventa nuova stella polare e valore di riferimento per consumatori, produttori e territorio. Inoltre, grazie al progetto ‘Il Castagno come occasione di sviluppo’ abbiamo potuto creare l’Accademia degli Infarinati che offre corsi di educazione, formazione e sommelier delle farine di Castagne e stiamo avviando altre iniziative e prodotti pilota, tutti rigorosamente a base delle nostre eccellenze locali di altissima qualità”.

Ma è la cultura l’unica che, in prospettiva, può tutelare la coltura e garantirle il futuro. Ecco perché è importante il ruolo del nascituro EcoMuseo “Terre dei Guardiani” tra Cune e Vetriano (Borgo a Mozzano e Pescaglia) che offrirà un Parco didattico con spiegazioni e cartellonistica per raccontare e descrivere le diverse specie dei castagni assieme allo storico e conosciuto Museo del Castagno di Colognora. Quest’ultimo fa da trait d’union tra passato e futuro creando le condizioni perché non si disperdano le conoscenze della civiltà del Castagno importantissime specialmente per la tracciatura della cultura materiale di questi territori montani i cui abitanti avevano organizzato la vita intorno a questa pianta generosa sia per il frutto che per il legname.

L’argomento sarà affrontato nel corso della mattinata, dopo i saluti istituzionali del parroco di Borgo a Mozzano, Don Francesco Maccari e del sindaco di Borgo a Mozzano, Patrizio Andreuccetti, e insieme agli interventi del presidente dell’Offizio Sopra le Fortificazioni di Lucca, Marco Brancoli Pantera, del presidente dell’associazione culturale Acunia, Gabriele Matraia, del presidente del comitato Linea Gotica della Valle del Serchio, Piergiorgio Pieroni, del direttore del Museo del Castagno di Colognora di Pescaglia, Angelo Frati, del presidente dell’Istituto per la Documentazione sul Castagno e la Ricerca Forestale, Massimo Giambastiani.

Il programma della giornata inizia alla 10,30 con il seminario, prosegue con la pausa pranzo e riprende con, dalle 14,30 alle 16,30, la visita guidata a Rocca del Bargiglio, Linea Gotica ed Eco-Museo; dalle 18,30 alle 20 si chiude con la visita al Museo del Castagno di Colognora (Pescaglia), con prodotti tipici.

Il progetto è realizzato, grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, dall’Istituto per la documentazione sul Castagno e la ricerca forestale, dalle associazioni Acunia e Castanicoltori della Lucchesia, dalla Società semplice delle Macchie di Cune, dall’Offizio sopra le Fortificazioni di Lucca, in cooperazione con il Museo del Castagno e con la partnership di Lucca in Diretta.

Alla giornata del 2 giugno danno il supporto il Comune di Borgo a Mozzano, il Comune di Pescaglia, la Parrocchia di Cune, i Romiti di San Bartolomeo, il Comitato Paesano di Cune.

L’evento è aperto a tutti, su prenotazione. Contatti e informazioni: www.acunia.it

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