Sentenza invariante urbanistica. Pareri diversi

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FORNACI – Sulla vicenda della sentenza del consiglio di stato sulla questione della invariante urbanistico di tipo ambientale riguardante i terreni di KME, l’azienda non ha mai commentato in questi giorni. Eppure, non più tardi del luglio scorso, annunciando di aver chiesto l’archiviazione del punto del progetto gassificatore e la volontà di voler comunque ripresentare il progetto, dichiarò anche che si attendevano gli sviluppi urbanistici di alcuni contenziosi in corso. Una frase che denotava una certa sicurezza di poter sostenere in futuro le proprie ragioni. I contenziosi alla fine sono stati due con le sentenze emesse dal CdS per Casa del Buglia e invariante, ma la seconda è forse quella più importante nell’ambito della vicenda piro. Secondo il comune metterebbe peraltro la parola fine a qualsiasi tipo di intervento su quei terreni, vista la valenza ambientale della invariante urbanistica. Insomma uno sviluppo non andrebbe propriamente a favore di una nuova ripresentazione del progetto.

La KME non si esprime, ma fonti vicine all’azienda sostengono che il clima sia tutto fuor che negativo perché quella sentenza non sarebbe così penalizzante, anzi: non corrisponderebbe al vero il fatto – riferito dal Comune di Barga– che il Consiglio di Stato avrebbe riconosciuto la legittimità della delibera impugnata da KME e che questa stabilirebbe “una invariante strutturale di valenza ambientale nell’area su cui doveva ricadere il progetto di KME”. Una visione diametralmente opposta a quella presentata dal Comune di Barga. Una interpretazione  secondo la quale la sentenza del CdS stabilirebbe, tra le altre cose, che la delibera comunale non ha modificato in alcun modo il piano regolatore generale e non è pertanto uno strumento “innovativo rispetto allo strumento precedente”, con specifico riguardo alla natura ambientale o meno della invariante strutturale interessante l’impianto.

L’azienda del resto ha sempre sostenuto che il piano regolatore generale relativamente all’area sui cui insiste lo stabilimento di KME la individua quale area a valenza però industriale; tesi poi confermata anche dal TAR Toscana lo scorso anno  e che, fanno notare i soliti bene informati, non sarebbe adesso smentita dal Consiglio di Stato.

Insomma, per alcuni il Consiglio di Stato ha sì respinto il ricorso di KME,  ma l’importanza che l’Amministrazione Comunale attribuirebbe a quella delibera non sarebbe avvalorata dalla sentenza dei giudici di appello. Il Consiglio di Stato non ravviserebbe nella delibera comunale nessun atto giuridico vincolante, ma un semplice parere e niente di più. Ergo, non potrebbe  in alcun modo intaccare gli interessi della Società. Al massimo potrebbe essere in futuro un parere non vincolante, dicono ancora i bene informati.

Insomma, KME non si è ancora espressa sulla vicenda, ma la porta Piro, da quel che traspare, non sarebbe definitivamente chiusa per la società, come invece sostiene l’amministrazione comunale. Ne riparleremo ancora di questa vicenda? In attesa che KME dica ufficialmente la sua e confermi queste eventuali posizioni, pare comunque proprio di sì.

Commenti

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  1. scusate, sarò io ignorante, ma non ci ho capito assolutamente nulla.


    • Alessandro in parole povere la sconfitta è dura da digerire soprattutto per i dirigenti che hanno già fatto spendere inutilmente un bel po’ di denari all’azienda creando questo fallimento. Come si dice sentono un po’ di fuoco al c…lo.


  2. Ma a leggere gli articoli venuti fuori prima di questo dicono che con la sentenza del consiglio di stato la KME ha vinto il ricorso e dice anche che il comune dovrà pagare le spese processuali questo per quanto riguarda la casa del Buglia. Poi per il resto bisogna leggere a modo cosa dice la sentenza. Anche il sindaco si e’ detto amareggiato dalla sentenza che non si aspettavano un risultato del genere. Vedremo..

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