Il Museo abbandonato… e non solo

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BARGA – In tanti anni della mia vita non ho mai visto la Rocca di Barga, il punto più alto su cui sorge il Duomo,  ridotta in un tale stato di abbandono; il fiore all’occhiello di tutti noi cittadini sta cadendo e seccando: un disastro!

Salendo la scalaccia, passata la disastrata piazzetta del SS. Crocifisso, si può ancora respirare un certo decoro ma se uno passasse dalla parte opposta, di là dalle rose che è l’unico punto soddisfacente, la questione si fa veramente spinosa, perché c’è una siepe lasciata a se stessa, da molti, troppi anni ormai… riuscendo visivamente agli occhi del visitatore e a tutti noi, una cosa veramente disdicevole che Barga non merita.

Quella siepe la ricordo, quando a Barga c’era gente che poeticamente e fattivamente ci teneva, ben tenuta, bassa e curata, e sentivo dire che era d’accostarsi a Cristo perché con quella pianta ci avevano fatto la sua corona di spine quando fu messo sulla Croce.

Saliti al piazzale, tutti lo sanno che lo spettacolo è incommensurabile, così lo definì Montanelli nel 1958, però, lui non ne ebbe bisogno ma noi sì, cioè, di tenere gli occhi non solo al panorama ma anche a terra perché c’è da stare attenti al selciato del piazzale che è un’insidia per le pietre che si sfaldano, senza che una mano tolga almeno ciò che andrebbe levato.

Se la giornata è calma lassù solo Pascoli ci raggiunge con la sua Ora di Barga e non ci viene incontro Grazia Deledda con il suo “Canne al vento”, perché quando tira quello, sul primo cipresso degli Avelli si sentono battere tra loro le rame come fosse un bisticcio di “calocchie” tra loro dispettose, sol sperando che restino lassù a bastonarsi tra loro.

Girando l’angolo del Duomo ecco apparire il Palazzo Pretorio, da lontano, come sempre bello ma se ti avvicini, ti prende lo sgomento e se poi hai contribuito a farne un Museo, la chiesa laica che si affianca alla religiosa, lo smarrimento è doppio.

Puoi vedere le finestre che danno sulla terrazza devastate da mani sconsiderate, con i vetri rotti e allungando una mano puoi anche aprirle e vedere l’interno del Museo Antonio Mordini. Un personaggio che è stato ricordato alla Fondazione Ricci e che lo sarà anche in questo 2021. Quale migliore viatico per un interessamento al personaggio se non vedere efficiente ciò che gli è stato intitolato?

Nel massimo sconforto vediamo che al portone del Museo è stato tolto anche l’anello che servirebbe per accompagnarlo alla chiusura. La targa che indica il Museo con la sua intitolazione scarabocchiata di sciocchezze, parimenti il portoncino di fianco, così anche la colonna che nel lontano 1549 fu dedicata da Barga a Cosimo I dei Medici, quale ringraziamento per il suo interessamento alla Terra di Barga.

No! Tutto quanto non è accettabile! Occorre che si provveda con decisione e fermezza.

 

Pier Giuliano Cecchi

 

Commenti

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  1. Che tristezza


  2. Mai, nei secoli, Barga è stata così priva di una strategia e politica culturale. E quando il direttore degli Uffizi è recentemente venuto in valle del Serchio non a caso non si è fermato a Barga: in quali condizioni gli avremmo fatto vedere i nostri musei? Ci vuole un assessorato competente e una commissione cultura aperta alla cittadinanza. Prima che sia troppo tardi.


  3. Purtroppo spesso, come gruppo di minoranza, abbiamo segnalato la mancata manutenzione, l’incuria e la poca attenzione verso il nostro territorio. Con questa Amministrazione, attenta a costruire nuove strutture e a non manutenzionare l’esistente questo è il risultato sotto gli occhi di tutti. In questi anni il fenomeno si è accentuato. Capisco lo sconforto di Pier Giuliano Cecchi ma per noi è ancora più forte lo sgomento perchè, il fenomeno disastroso della mancata cura e manutenzione del nostro territorio e del nostro patrimonio più volte segnalato, continua ad essere presente nell’indifferenza di chi governa questo bellissimo paese. Brutta immagine per Barga. Cari amministratori visto che ci accusate di non fare proposte almeno su questi argomenti date attuazione alle nostre proposte approvate anche da voi “Gestione e cura beni comuni”. Affidiamo alle associazioni questi beni che non riuscite a gestire. Scusate lo sfogo. Francesco Feniello


  4. Questo abbandono totale è vergognoso e triste.

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