Caos sulla chiusura delle aziende: “Decreto da interpretare, serve chiarezza”

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PROVINCIA DI LUCCA – Alla fine il decreto è arrivato. Lo stop di tutte le realtà produttive fino al 3 aprile cambierà ancora e di più la vita di cittadini e lavoratori. Le fabbriche che producono merci non essenziali hanno tempo fino a martedi per organizzarsi e terminare le lavorazioni in corso.

Alla fine il decreto è arrivato. Lo stop di tutte le realtà produttive fino al 3 aprile cambierà ancora e di più la vita di cittadini e lavoratori. Le fabbriche che producono merci non essenziali hanno tempo fino a martedi per organizzarsi e terminare le lavorazioni in corso. La serrata parte da mercoledì 25 marzo. La decisione del governo di concedere 72 ore per la chiusura delle aziende ha tenuto conto della richiesta di Confindustria di di una maggiore chiarezza per le imprese, fino a poche ore fa nel caos dovuto alla difficoltà di capire quali fossero le attività consentite e quali no. Possono restare aperte solo le aziende che svolgono funzioni essenziali, come la filiera alimentare, agricola, farmaceutica e quella della stampa. Sono aperti gli alberghi per garantire un posto ai parenti dei ricoverati.  Ma in versilia solo il 10 per cento rimarrà aperto.

Rimangono, tuttavia, perplessità da parte delle categorie, anche del nostro territorio. Il dubbio del decreto riguarda tutte quelle attività subordinate alle realtà produttive essenziali e su cui, secondo Cna, c’è bisogno di una posizione chiara.

Un decreto che rischia di mettere in ginocchio l’economica lapidea, fondata da sempre sull’export.

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