Braccini (FIOM): “le aziende che possono lavorare lo devono comunque fare secondo il criterio dell’essenzialità. Altrimenti prenderemo iniziatrice di mobilitazione”

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In Provincia di Lucca, ed in particolare alla KME di Fornaci, ci sono state lunedì otto di sciopero proclamato dal sindacato FIOM.

Dello sciopero e della necessità di fermare il più possibile le produzioni o comunque di ridurre all’essenziale le attività che possono restare aperte, ne ha parlato ieri il segretario toscano del sindacato metalmeccanici  FIOM , Massimo Braccini che peraltro giudica positiva l’iniziativa di ieri.

“Ieri otto ore di sciopero che mi sembra sia ben riuscito: solo in KME a Fornaci, differentemente da quando dato indicazione a livello regionale, dove le tre sigle sindacali FIM FIOM e UILM avevano chiesto unitariamente a tutte le imprese e le loro associazioni di rappresentanza a optare per una fermata generale di lunedì 23 e martedì 24 marzo, lo sciopero è stato portati avanti solo dalla FIOM:

Secondo noi era giusto farlo perché  c’erano le condizioni perché si dovesse avviare da tempo una fase di rallentamento produttivo e di messa in sicurezza ed invece si è continuato a produrre a pieno ritmo. Ritenevamo e riteniamo non esserci le condizioni minime tra le lavoratrici e lavoratori di serenità e tranquillità tali per andare al lavoro.

In questi giorni anche nella siderurgia, a seguito delle iniziative sindacali unitarie, diverse aziende, hanno deciso per il fermo e messo in cassa integrazione.  Secondo noi comunque i settori metallurgici e siderurgici, qualora possano lavorare, lo devono fare in forma parziale riducendo al minimo le presenze e quindi i rischi per un numero maggiore di lavoratori.  Ci vuole un criterio che va incontro alla condizione di essenzialità anche per quelle che possono restare aperte.  Il punto sta qui: se è vero che bisogna stringere per evitare il contagio, il criterio è appunto quello dell’eccezionalità nel affrontare questo periodo. Abbiamo la necessità di restringere l’esposizione delle persone. Se questo non sarà fatto saremo costretti  a metter in campo iniziative di mobilitazione, perché non possiamo lasciare i lavoratori nell’incertezza, nella preoccupazione. Nel timore di essere a rischio contagio.

Ci vuole l’intelligenza delle imprese e nessuno deve provare a tirare il DPCM per la giacca per interpretare i codici”

Intanto, ad oggi, per la provincia di Lucca, come fa sapere il segretario provinciale della FIOM Mauro Rossi: “Permangono alcune Aziende (Kme di Fornaci di Barga e Me.Ro. di Ponte a Moriano ) che invece, pur non essendo ritenute essenziali dal Decreto, stanno provando ad ottenere una specifica autorizzazione da parte del Prefetto”.

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