La storia di questa copertina…

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In questi giorni sta arrivando nelle case degli abbonati il consueto numero speciale che realizziamo per il Natale. E’ ricco di tante notizie, di racconti, ricordi delle tradizioni e dei Natali di tanti di noi, ma anche di altri contributi storici e letterari con firme importanti a cominciare da quella degli scrittori Vincenzo Pardini e Simone Togneri a quella di tanti amici e collaboratori di questo Giornale con in testa i ricordi bellissimi che ogni anno ci regala la nostra Graziella Cosimini.

La copertina invece è un ricordo, un tributo, che questo giornale deve a Nazareno Giusti. Lo avevamo annunciato durante le celebrazioni del 70° del Giornale di Barga che questa copertina sarebbe stata sua e così abbiamo fatto. Con un ritardo di ben cinque anni…

Maria Elena Caproni ci racconta la storia di quella copertina.

 

 

Io la conosco la storia di questa copertina. Ero in redazione quando Nazareno ci portò quel disegno. Forse ero stata addirittura io a chiederglielo, forse era stata mia l’idea di dedicare a Giovanni Pascoli il numero di Natale di quell’anno.
Ma cominciamo dall’inizio. Era il 2012 e a Barga si celebrava il centenario Pascoliano. Giornale di Barga e Barganews avevano fuso i loro siti internet ed il reciproco capitale umano lavorava con passione a un progetto che sarebbe poi fallito. Il direttore era Luca Galeotti ed era già stanco di esserlo. Ci sono un sacco di noie ad essere direttore di una testata. In quelle più grandi probabilmente si è ripagati da onore ed euro; in quelle più piccole sono molti più gli oneri che gli onori. Ed anche scegliere una copertina può avere conseguenze per anni.
Chiedemmo a Nazareno questo disegno per dedicare la copertina del numero di Natale 2012 a Giovanni Pascoli, in linea con quello che stava accadendo in quei mesi: tutto era dedicato al poeta di Castelvecchio.
Accettò di buon grado come sempre accettava sfide di questo genere ed in pochi giorni portò in redazione tre bozzetti che raffiguravano Giovanni Pascoli in una Barga innevata. Erano lavori come sempre notevoli anche se, forse, non al pari di altri. Erano comunque validi e di certo  rappresentavano i due temi che volevamo dare alla copertina di Natale: un tributo al poeta e agli archetipi (o meglio, stereotipi) del Natale.
Ma a Luca quei lavori non piacquero. I colori, secondo lui, non erano “giusti” per una copertina natalizia. In effetti non lo erano,  dato che predominavano i colori freddi di una scena invernale, ma comunque incarnavano perfettamente quello che avevamo commissionato a Nazareno. Ho sempre pensato che quando si chiede un lavoro ad un artista lo si debba accettare come espressione della sua visione e sensibilità: o va bene tout court o non lo si accetta, non si possono chiedere modifiche a nostro gusto. Condivisi il mio pensiero con il direttore quando, dubbioso sulle tinte,  pensò di fare cambiare i colori. Infine prese una decisione infelice: non avremmo usato i disegni “troppo freddi” di Nazareno. Fu dura dirglielo, e non lo accettò facilmente, tant’è che non si vide più in redazione per lungo tempo. Mortificata, appesi in bella vista la cartella con i bozzetti così che il Pascoli rifiutato di Nazareno non finisse del tutto dimenticato. Ed in quel modo ci ha fatto compagnia per anni.
Luca si comportò male? No, affatto. Fece il direttore e, pur prendendo una decisione che non condividevo, decise per quello che gli competeva. In quel momento – che non era professionalmente facile – aveva bisogno di mantenere salda l’identità del suo giornale, che per Natale era sempre uscito con immagini rosse, dorate e garrule. Giornaledibarganews aveva cambiato molto gli orizzonti che avevano guidato il Giornale di Barga fino ad allora e, quella volta, Luca decise di non cambiare strada. Doveva in qualche modo proteggere il patrimonio tradizionale del Giornale di Barga,  “rosicchiato” dalla sua “innovante” ma sgangherata versione web, giornaledibarganews.
Proteggersi in quel modo, in quel periodo, fu efficace sul momento, ma ha lasciato strascichi per lungo tempo. Un tempo che ora può dirsi concluso già che finalmente quella copertina, che “funziona” benissimo, vede la luce. Nazareno non può più sapere che il torto è rimediato ma in cuore mio, e soprattutto del Direttore, c’è un pochino più di pace. Quando mi ha fatto vedere in anteprima la copertina di questo numero di Natale 2019 gli ho fatto i complimenti, ma non ho mancato di fargli notare che sarebbe stata bella anche sette anni fa. Mi ha risposto che Nazareno gli aveva insegnato ancora qualcosa.

E allora grazie Nazareno, e grazie direttore Galeotti che sai essere granitico ma anche capace di cambiare posizione ed ammetterlo con sincerità. La rigidità ci spezza, la riflessione ci eleva. E rende giustizia.

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