A proposito della Giornata per la custodia del creato

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SOMMOCOLONIA – Domenica 1 settembre, per  il quinto anno consecutivo, si è celebrata nel Vicariato di Barga la “Giornata per la custodia del Creato”. Un gruppo numeroso di circa cinquanta persone sul far della sera si è ritrovato a Catagnana con don Stefano Serafini, don Giovanni Cartoni e il diacono Marco Tomei, i referenti di altre confessioni cristiane e di associazioni coinvolte e attraverso il bosco, assaporando i colori del tramonto, ha raggiunto il paese di Sommocolonia percorrendo  l’antica mulattiera.

Accogliendo l’invito di papa Francesco, abbiamo riflettuto sulla sua Enciclica, la Laudato sì’, e affrontato la problematica che in spirito ecumenico riguarda tutti: la perdita della biodiversità.

Poiché con il termine biodiversità  si indica la grande varietà di specie viventi che abbiamo sulla terra,   perdita della biodiversità  significa distruzione della vita sul nostro pianeta.

È impressionante pensare ai ritmi incredibili con cui diminuiscono le creature viventi: ogni giorno scompaiono 200 specie, tanto che siamo nella sesta estinzione di massa dopo quella dei dinosauri di 65 milioni di anni fa. Solo un esempio: le popolazioni di vertebrati (uccelli, mammiferi, pesci, rettili, anfibi), dal 1970 a oggi  sono calate del 60%.

Abbiamo devastato e stiamo devastando quella che San Francesco chiamava  sora nostra Madre Terra.

Questa perdita drastica della vita da cosa dipende? Dipende dal nostro stile di vita fondato sul consumismo e sullo sfruttamento, da un sistema economico basato sull’estrazione e sulla rapina feroce dei frutti della terra.

Le creature viventi muoiono non solo per il fatto che la temperatura aumenta, ma anche perché noi distruggiamo i loro habitat tagliando  le foreste, pescando  troppo e con metodi violenti, riempiendo di plastica i mari, usando pesticidi in agricoltura che distruggono l’humus e la fertilità dei suoli.

Nella Laudato sì’  il Papa ci dice che abbiamo bisogno di un risveglio, di una nuova consapevolezza e di una  conversione ecologica  (LS 216).

Ci dice che siamo in emergenza, che dobbiamo cambiare rotta  per poter  uscire dalla spirale di autodistruzione in cui stiamo affondando  (LS 163). Carestie e guerre sono all’orizzonte, se non cambieremo presto.

Giunti a Sommocolonia, insieme ad altre decine di persone che lì ci aspettavano, con la collaborazione di Massimo Nardini, abbiamo piantato un liquidambar,  pianta  ornamentale donata dall’azienda di Ivo Poli. Abbiamo poi riflettuto sul disastro ambientale che si sta consumando in Amazzonia e ascoltato le parole di don Giovanni, che durante il seminario  ha vissuto un’esperienza proprio in quella terra. Sulla terrazza panoramica sono seguiti altri interventi sulla biodiversità e sulle azioni ecosostenibili messe in atto sul nostro territorio, come quelle dell’Azienda “Ai Biagi”.

Dopo la preghiera conclusiva, abbiamo condiviso quanto le persone di Sommocolonia e alcuni parrocchiani di Santa Maria Madre della Chiesa di Pisa ci avevano generosamente preparato.

Anche se fisicamente lontani dall’Amazzonia, abbiamo capito che anche noi possiamo fare qualcosa: si tratta di andare verso la semplicità,  la festa, lo spirito di preghiera,  evitando l’usa e getta, spostandoci in modo da inquinare il meno possibile l’aria che respiriamo.

Cambiamo il sistema di vita per custodire la terra e tutte le sue creature: questo è il compito che Dio ci dà oggi su questa terra!

un segnalibro che riporta alcune proposte operative suggerite dalla Caritas è stato donato ai partecipanti  come promemoria di un cambiamento possibile.

Don Stefano Serafini

 

 

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