Lupo, anche la Toscana #staconcappuccettorosso

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L’eco della manifestazione di queste ore in Trentino arriva forte e chiaro anche in Toscana. Siamo in piazza Dante a Trento, dove l’allarme lanciato dalla Coldiretti ha mosso oltre mille agricoltori scesi da pascoli e malghe per protestare contro i gravi danni causati dai grandi predatori alle attività di montagna con rischi per la sicurezza e l’incolumità delle persone. Simbolo della manifestazione in piazza con allevatori e agricoltori la capretta “Cappuccettorosso” scampata all’assalto dei lupi.

A Trento, il problema dei grandi carnivori sta diventando insostenibile, anche il Toscana l’allerta per i danni da ungulati e predatori è altissima.

“Qui in Toscana parliamo di danni da ungulati e lupi – afferma Fabrizio Filippi, Presidente di Coldiretti Toscana – il territorio regionale è ormai divenuto un enorme allevamento allo stato brado. Stime prudenziali parlano di oltre 280mila cinghiali, 200mila caprioli, 12mila daini, 4mila cervi, 3mila mufloni. Gli ungulati (soprattutto cinghiali, caprioli e cervi) invadono i terreni agricoli e si alimentano a spese degli agricoltori e degli allevatori che, a fronte di danni sempre più ingenti e ricorrenti, trovano talvolta ‘meno dannoso’ porre fine alla propria attività: fuga che genera effetti allarmanti, soprattutto nelle zone più sensibili sotto il profilo produttivo e dell’assetto idrogeologico. Negli ultimi anni si è reso necessario un continuo vigilare sui greggi, al fine di proteggerli dagli attacchi poiché recinzioni e cani da pastori spesso non sono sufficienti per scongiurare il pericolo. La resistenza degli agricoltori è al limite – prosegue Filippi – è urgente trovare nuove modalità di azione all’interno dei piani di governo della fauna selvatica che permettano di organizzare in maniera più efficace un sistema di gestione di questi animali predatori, che non sono più specie in via di estinzione”.

La Toscana, ospita un patrimonio di lupi significativo (nel 2015 è stata rilevata nel territorio toscano la presenza di 109 branchi per complessivi 600 lupi – ultimo dato ufficiale disponibile) e che la presenza della specie può rappresentare un elemento fondamentale di valorizzazione della biodiversità a condizione che sia circoscritta in habitat idonei ed in un numero di soggetti limitato. In molte aree della Toscana si ravvisa una situazione di emergenza legata anche alla presenza di individui ibridi e di cani domestici inselvatichiti che rischiano, altresì – denuncia Coldiretti – di compromettere la caratterizzazione genetica del lupo”. Per il triennio 2014 – 2016 sono state presentate domande di indennizzo, riferite a 1.348 attacchi di predatori agli animali allevati, per un danno che supera i 3 milioni di euro; per l’anno 2017 sono state presentate 590 domande di indennizzo, per un danno di 460mila, riferito unicamente al valore degli animali uccisi.

Questa è una questione delicata che deve tenere in debita considerazione numerosi fattori a partire dalla sicurezza degli agricoltori. Le imprese agricole sono costrette ad abbandonare i territori con costi economici, ambientali e sociali incalcolabili. Agli animali uccisi si aggiungono i danni indotti dallo spavento e dallo stato di stress provocato dagli assalti, con ridotta produzione di latte e aborti negli animali sopravvissuti.

“Non sono più rimandabili misure d’intervento chiare ed immediate, la politica deve scegliere se condannare all’abbandono interi territori, con pesanti conseguenze per tutta la collettività, oppure virare finalmente su un percorso virtuoso di gestione, dove gli agricoltori e allevatori  – evidenzia il Presidente Filippi – possano continuare a presidiare le nostre zone più marginali e fragili e a garantire la bellezza del paesaggio, contro degrado, frane ed alluvioni che minacciano anche le città”.

La Coldiretti ha chiesto che il problema dei predatori sia affrontato ai massimi livelli in un vertice con il Ministero dell’Ambiente e con il Presidente della Regione per stabilire le misure da adottare a tutela delle comunità montane.

“Gli animali selvatici che distruggono i raccolti, sterminano gli animali, causano incidenti stradali per un totale di danni nei campi che – stima la Coldiretti – in Italia raggiunge i 100 milioni di euro, senza contare i casi in cui ci sono state purtroppo anche delle vittime!

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