Pirogassificatore alla Kme, primi sì dei sindacati

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BARGA – Per l’ad dell’azienda Claudio Pinassi l’impianto rispetterà i parametri ambientali e garantirà l’occupazione. L’alternativa è la riaccensione del forno Asarco. Dai sindacati arrivano i primi sì al progetto.

Lo ha detto ai sindacati l’amministratore delegato Claudio Pinassi nell’incontro svoltosi a Palazzo Bernadini, sede della Confindustria, a Lucca.

L’entrata in funzione dell’impianto per bruciare il pulper di cartiera, ha detto Pinassi, dovrebbe addirittura diminuire le emissioni inquinanti complessive prodotte dalla Kme, grazie al diverso assetto energetico della produzione. Se però si dovesse capire che il funzionamento del pirogassificatore non rispetta queste condizioni ed è invece dannoso per l’ambiente, allora ci sarebbe anche un piano B per proseguire con la produzione, ovvero la riaccensione del vecchio forno Asarco.

Quali sono le differenti conseguenze nell’applicazione dei due piani, secondo la Kme? Che con l’energia prodotta dal pirogassificatore il costo fisso del lavoro a Fornaci sarebbe abbattuto, la produzione rilanciata e ci sarebbe il pieno recupero di tutte le maestranze a rischio. Con la riaccesione del vecchio forno invece tutte queste cose non sarebbero garantite.

Ovvio quindi che per i sindacati, nel rispetto dei parametri ambientali, la prima soluzione, quella del pirogassificatore, è la migliore. “Dal punto di vista sindacale il giudizio è positivo – ha detto Giacomo Saisi della Uilm – perchè il progetto riporta sviluppo, produzione e lavoro, con la creazione di 135 posti e garantisce minori emissioni nell’atmosfera. Su quest’ultimo punto però dovranno essere gli organi competenti a valutare se ciò che ci è stato detto corrisponde a realtà”.

Per Narcisa Pellegrini della Fim – Cisl quella del pirogassificatore “è un’opportunità che deve essere colta per abbassare i costi energetici, sempre nel rispetto dell’ambiente”.

Per Mauro Rossi della Fiom Cgil il punto fondamentale era quello di capire se per il futuro della Kme esiste comunque un’alternativa al pirogassificatore. “Ci hanno detto che Il piano B c’è – ha commentato Rossi – anche se non garantirebbe gli stessi livelli occupazionali dell’impianto di combustione”.

 

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