Fantasma d’Oriente (undicesima puntata)

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27 – APPARTAMENTO DI EYUB dove Pierre e Azyadè trascorsero giorni felici

Salomone accompagna il Greco e Pierre al suo vecchio appartamento. Entrati nel palazzo, chiudono il pesante portone di legno intarsiato, ed iniziano a salire una ripida e stretta scala, che presenta, sulla destra, una nicchia illuminata da un raggio di sole che filtra dal lucernaio. Al suo interno sono riposte un paio di babbucce gialle da donna. Pierre si sofferma a guardarle: le ricordano quelle che Azyadè indossava durante i loro incontri clandestini.

In cima al pianerottolo, Salomone infila la chiave nella serratura e la porta si apre. Pierre ricorda, con commozione, i bei giorni felici: si vede dieci anni più giovane, con la sua amata. Poi va verso la finestra ed apre le tende consunte. La stanza è in disordine. I mobili sono miseri. Si volta. Vede due poltrone impolverate e logore. La realtà è diversa dalla fantasia: esce dalla stanza a passo deciso e dà una moneta a Salomone. Quindi, si rivolge al Greco con tono imperativo. Come risorto da un sogno malinconico, vuole scuotersi di dosso tutta la sofferenza che stava iniziando ad attanagliargli il cuore.

PIERRE

Andiamo allo scalo di Kassim Pacha, in fretta! Dobbiamo trovare l’Armena.

Sul Corno d’Oro la loro piccola imbarcazione scivola tra il via vai di piccoli caicchi silenziosi, con la prua diretta sul profilo di Istambul. In poco tempo attraccano al molo di Kassim Pacha. Pierre e il Greco scendono. Di fronte a loro il Palazzo Moresco sede dell’Ammiragliato. Pierre guarda l’ora dal suo orologio a cipolla, che segna le sette di sera.

Si avviano lungo i vicoli della città, tornando da dove erano partiti qualche ora prima, sino alla piazzetta dello scrivano.

Il Greco ricorre a quest’ultimo, spiegandogli il loro vago peregrinare. Ma, proprio in quel momento, una ragazza dall’espressione timida, avanza con un bigliettino in mano, facendosi tradurre il nome di un medicinale occidentale. L’Armena è a casa sua e il dottore ha prescritto questa cura.

La ragazza si fa convincere dallo scrivano ad accompagnare i due uomini sino alla sua abitazione; li precede, camminando con passo affrettato.

PIERRE

Finalmente, un po’ di fortuna!

Arrivati alla casa dell’Armena, la ragazza entra, chiedendo loro di aspettare sull’uscio.

Dopo un attimo, si presenta una donna vestita di nero, bruna, dai lineamenti duri. Il viso avvolto da un fazzoletto nero. L’abito liso ma pulito, è tagliato all’europea, con un foggia fuori moda e sbiechi di velluto grigio.

ARMENA

Chi state cercando?

IL GRECO

Stiamo cercando una donna che si fa chiamare l’Armena.

ARMENA

Sono io. Cosa volete?

IL GRECO

In effetti abbiamo necessità di avere informazioni…informazioni su una donna dell’harem di Salim Hammud, che sappiamo essersi trasferito in Siria. Il suo nome era Azyadè.

ARMENA

(pensosa)

Quando servivo l’harem, quella donna non c’era già più. Ma ho sentito parlare di lei. Chi siete voi? Perchè la cercate?

Il volto di Pierre si illumina.

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