Barga, Coreglia, Gallicano e Fabbriche… il comune della Valle. Ecco la ricetta di Ardelio Pellegrinotti

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Una fusione tra Barga, Gallicano, Coreglia e anche Fabbriche di Vergemoli. Ne è convinto, aprendo indubbiamente una discussione interessante, l’ex sindaco di Gallicano nonché ex consigliere regionale, Ardelio Pellegrinotti.

In questo dibattito sempre più aperto sulla necessità di fondere i piccoli comuni per sopravvivere a costi che ormai non sono più sostenibili per piccole realtà, si inserisce insomma l’idea di creare un grande comune della Valle, un comune che avrebbe più di 20 mila abitanti (10 mila sono solo quelli di Barga) che diventerebbe, come la vede Pellegrinotti, il terzo comune per importanza in provincia di Lucca, dopo Lucca e Capannori e che secondo lui sarebbe portatore di grandi vantaggi per questo territorio.

“Credo che sia una operazione realistica – dichiara Pellegrinotti – ci sono tutti i presupposti ed i tempi per fare una operazione del genere, una operazione che però deve e può partire solo se i cittadini sono realmente convinti della sua utilità e che come primo passo, peraltro previsto dalla Legge regionale, deve vedere appunto l’istituzione di un referendum popolare. La loro opinione deve prevalere perché altrimenti si rischia di far avanzare i soliti municipalismi, e piccoli interessi.

I vantaggi sarebbero notevoli, con la realizzazione innanzitutto di un grande comune in un territorio dove già sono tanti gli interscambi tra lavoro, servizi, sanità.

Per i primi cinque anni da stato e regione arriverebbero anche importanti contributi per favorire lo sviluppo e la fusione del nuovo comune ma la fusione ridarebbe senza dubbio slancio a investimenti, alle infrastrutture, alla gestione dei servizi. Un comune del genere avrebbe la possibilità di programmare anche investimenti mirati su questo territorio con le aree industriali che già abbiamo a disposizione; creare quindi opportunità per fare arrivare altre imprese; vorrebbe dire anche abbattere notevolmente i costi di gestione dei servizi; poter quindi attuare una programmazione diversa nella manutenzione e nella cura del territorio al contrario di adesso dove invece ci sono notevoli difficoltà di ogni realtà a far quadrare i rispettivi bilanci e quindi a reperire i fondi anche per la semplice manutenzione ordinaria.

Comunque sia, quella di creare il comune della Valle tra Barga, Gallicano, Coreglia e altre realtà simili sarebbe una cosa da valutare e su cui muoversi quanto prima: sarebbe bello poter arrivare alla scadenza del 2019 e votare pe il nuovo comune anziché per il rinnovo dei consigli comunali delle singole realtà.

I cittadini avrebbero tutto da guadagnare da questa fusione, nessuno perderebbe nulla, Barga rimarrebbe Barga, Coreglia sarebbe ancora Coreglia, e così via ma pensate che cosa vorrebbe dire se le belle manifestazioni presenti su questi territori fossero coordinate da un’unica realtà!?

Non dimentichiamoci poi delle bellezze naturalistiche presenti, come la Grotta del Vento, la Pania, le bellezze del territorio di Gallicano come Trassilico, la bellezza di Barga, il fascino che ha il castello di Ghivizzano. In un comune unico potresti promuovere meglio questo grande patrimonio; trasformare queste cose in un grande veicolo di attrazione e quindi di diventare alla fine opportunità di lavoro attraverso i servizi offerti ai turisti.

Oggi manca questa idea complessiva, quasi un sogno, ma se non si sogna non si cammina. Sarebbe una cosa da sfruttare e da fare quanto prima per arrivare al 2019 a votare per questo comune. I tempi ci sono per farlo”.

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Commenti

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  1. Costantino Mrakic


    R: Barga, Coreglia, Gallicano e Fabbriche… il comune della Valle. Ecco la ricetta di Ardelio Pellegrinotti
    Ma……. Molazzana?

  2. pier giuliano cecchi


    R: Barga, Coreglia, Gallicano e Fabbriche… il comune della Valle. Ecco la ricetta di Ardelio Pellegrinotti
    Io dico la mia. Per poter avviare un simile percorso occorrerebbe che i comuni interessati a una fusione intanto dichiarassero la loro volontà di farlo, poi, che i rispettivi territori andassero al voto ma non per votare sì o no alla detta fusione, così lasciando in mano ai politici il futuro destino del loro comune, bensì, chiamati alle urne per decidere chi vorrebbero di una lista di SAGGI che andasse a comporre la CARTA COMUNE, LO STATUTO, su cui si muoverà il futuro e nuovo ente.Dopo, i politici, attenendosi a ciò che è stato deciso, iniziare a diffondere e convincere i cittadini della bontà della CARTA COMUNE, decisa dopo aver vagliato e verificato e risolto tutti i problemi che la fusione ha prospettato, oltre ai comuni e futuri intenti. Infine, il voto referendario dei cittadini, se andare o meno in quella direzione.Pier Giuliano Cecchi.

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