Sulla via dei Magi (23 Dicembre 2016 – 6 gennaio 2017) – Gerusalemme – 5 gennaio 2017

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Siamo emozionati, stiamo per arrivare a Gerusalemme e, domani, a Betlemme.

Dal Mar Morto saliamo verso la città santa, lasciando alla nostra destra le mura di Gerico.

Entriamo in città dalla più pittoresca delle otto porte delle mura di Gerusalemme, la porta di Damasco. Il tempo si è fermato, nel via vai dei rumorosi mercati che si trovano all’interno della città vecchia. Sembra davvero di essere tornati indietro di 2000 anni.

La città ci incanta, con i suoi odori e le sue luci, con la gente e i carretti, la frutta e i sacchi di caffè esposti nei bazar, i melograni e i pompelmi che i chioschi propongono sotto forma di dissetanti spremute. Insomma, tutto supera le nostre aspettative.

Non si può parlare brevemente di Gerusalemme, mi limiterò a ricordare che si tratta della città Eterna, già capitale della Giudea tra il X e il VI secolo a.C., considerata santa dagli Ebrei, dai Cristiani e dall’Islam.

Vaghiamo per le strette vie, sino al muro del pianto.

Dopo tanto stupore, decidiamo di concederci una pausa presso un chiosco ebraico, dove ci serviamo di HUMMUS, l’immancabile salsa ai ceci che desideriamo assaggiare proprio in questa città che è per noi l’ombelico del mondo.

Hummus

Ingredienti per 4 persone

150 gr di ceci bolliti

2 cucchiai di salsa tahina, ovvero salsa si sesamo (essenziale)

1 limone

1 cucchiaino di cumino in polvere o curry (facoltativo)

5 cucchiai olio extra vergine d’oliva

prezzemolo o erba cipollina

tanto pane

Procedimento

Fate cuocere i ceci che avrete ammollato per dodici ore oppure comprateli già cotti. Frullateli con il prezzemolo o l’erba cipollina e il succo di un limone. Aggiungete quindi la salsa tahina che potrete acquistare in un market, regolate di sale ed aggiungete, eventualmente, il cumino o il curry. Infine l’olio.

Amalgamate bene il tutto e servite con abbondante pane, ottimo quello arabo. Si tratta di una salsa veramente ghiotta, che in Israele mangiano anche a colazione.

Riguardo al vino suggerisco un rosso di Bordocheo.

Fine quattordicesima tappa

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