Bargajazz e OperaBarga, drastico tagli dei contributi regionali: “Così si chiude”

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Barga dice addio ai suoi festival? Sembra proprio che il rischio, già anticipata un anno fa dopo il taglio totale dei fondi ministeriali, sia a questo punto molto più reale. Parola di Alessandro Rizzardi, direttore artistico del Barga jazz festival e di Nicholas Hunt, presidente dell’Associazione Opera Barga, che alla regione Toscana hanno lanciato un appello dopo che l’ente ha praticamente ridotto di oltre 40 mila euro, praticamente lasciando solo poche migliaia di euro a testa, i finanziamenti ai due festival.

Così come stanno ora le cose, secondo Rizzardi e Hunt, la prospettiva non può essere che dire addio ai due festival musicali che per anni hanno scritto la storia culturale, musicale ed anche turistica della cittadina. Nell’esprimere il loro forte disappunto Opera Barga e BargaJazz chiedono alla Regione Toscana un incontro per protestare: “contro un taglio abnorme ed inspiegabile destinato a mettere la parola fine a oltre 50 anni di cultura toscana”.

“Con il decreto dirigenziale 10098 pubblicato il 10 ottobre – spiegano poi i due – la Regione ha reso note le assegnazioni dei contributi per i festival di spettacolo dal vivo. Poco più di 8000 euro per il Bargajazz festival e stessa cifra per il festival OperaBarga. Nel 2015 avevano ottenuto sullo stesso bando un cofinanziamento di circa 60.000 euro.

Se il taglio delle risorse complessive dedicate ai festival era stato annunciato già ad inizio anno – continuano – nessuno si sarebbe aspettato un intervento così pesante tale da compromettere l’esistenza stessa di realtà ormai storiche e apprezzate a livello internazionale. La Regione Toscana è stata infatti per molti anni il principale finanziatore di questi festival che, seppur di piccole dimensioni, si sono fatti apprezzare per la qualità delle produzioni originali e per i progetti culturali innovativi”.

Secondo Alessandro Rizzardi e Nicholas Hunt proprio il fatto di realizzare nuove produzioni, che richiedono investimenti cospicui, prove orchestrali, importanti capacità artistiche e organizzative, i due festival si sono sempre distinti nel panorama toscano e non solo: “La maggior parte dei festival è infatti oggi organizzata a tavolino – aggiungono polemici – comprando spettacoli “precotti” dalle agenzie, tanto che vediamo girare nei festival italiani sempre gli stessi nomi”.

C’è poi un altro aspetto che non è stato colto da chi ha valutato la drastica riduzione dei fondi per i due festival: il radicamento sul territorio di queste realtà che negli anni hanno fatto crescere professionalità in campo musicale, tecnico e organizzativo. Bargajazz e OperaBarga hanno da sempre investito sui giovani e sulle realtà locali creando un tessuto musicale artistico che non si limita al periodo dei festival ma che vive tutto l’anno sul territorio.

Soldi ridotti, ma anche arrivato in netto ritardo, che rendono tutta la situazione, già precaria per i tagli dei fondi ministeriali, ancora più grave: “Il meccanismo perverso portato avanti dalla Regione negli ultimi anni – spiegano – ha assegnato i fondi ad ottobre mentre i festival sono già stati realizzati “al buio” a luglio e ad agosto.

Con questi numeri i festival sono destinati a chiudere – concludono – Uno smacco anche per l’amministrazione comunale che ha puntato la propria politica culturale e turistica proprio sui festival ed il turismo legato alla cultura. Il comune ha infatti negli ultimi anni concentrato le poche risorse a disposizione per la cultura proprio sui due festival nella convinzione che fossero strategici per il rilancio turistico ed economico del territorio.

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