Gli Attivi Unitari della Toscana (Uche mette insieme CISL SLP, CGIL SGC; UIL poste; FAILP CISAL; CONFSAL comunicazioni e UGL Comunicazioni) riunitisi il 5 luglio a Firenze esprimono completa contrarietà in relazione alle recenti notizie circa l’avvio di una seconda tranche di collocamento sul mercato delle azioni di Poste Italiane.
Desta infatti forte preoccupazione tra i lavoratori sia la decisione del governo di cedere il controllo del 35% delle azioni di Poste a Cassa Depositi e Prestiti, sia l’annunciata volontà di collocazione sul mercato del 30% di azioni rimaste in mano al Ministero Economia e Finanza, smantellando di fatto un servizio pubblico rivolto ai cittadini.
Mossa che farà perdere definitivamente a Poste Italiane la caratteristica di servizio sociale, che in futuro sarò costretta a rispondere solo alle logiche del profitto, con scarso interesse ai settori più deboli a cui oggi si rivolge.
Poste italiane è un’azienda che dalla sua trasformazione in Spa ad oggi ha continuato ininterrottamente a produrre utili per le casse dello Stato, la sua totale privatizzazione rappresenta una scelta scellerata da parte del Governo, tesa esclusivamente a fare cassa senza alcun vantaggio economico per il Paese.
Il sindacato le RSU e tutti i lavoratori non possiamo assistere inermi a questo scempio che reputiamo avrà gravi ripercussioni sia sui servizi ai cittadini, che sui livelli occupazionali della nostra Azienda.
Questi gravissimi rischi impongono, come abbiamo fatto anche in occasione dell’annunciata chiusura degli uffici postali, la più forte e incisiva delle iniziative possibili.
Gli attivi unitari della Toscana denunciano, con preoccupazione, l’azione incoerente dell’Azienda che da un lato guarda con forte attenzione all’evoluzione dei mercati mostrandosi come un gruppo granitico e all’avanguardia e dall’altra non investe al suo interno mantenendo strumenti di lavoro obsoleti e inadeguati; non rispettando gli accordi sottoscritti, proseguendo con ingiustificabili quanto insopportabili pressioni commerciali, utilizzando in maniera sproporzionata le leve disciplinari.
Stigmatizzano l’assenza di relazioni industriali locali degne di questo nome, caratterizzate esclusivamente da azioni formali, senza un confronto vero utile a risolvere i problemi esistenti della nostra regione.
Gli Attivi Unitari manifestano anche una forte apprensione per il futuro del CMP di Firenze per il quale si richiede una nuova destinazione d’uso che preveda la realizzazione di un polo logistico integrato, utile alla costruzione di una nuova rete di cui il paese e la Toscana hanno bisogno.
Sottolineano come l’intero segmento PCL e la qualità dei servizi erogati paghino il prezzo derivante dalla mancata gestione del turn over, dall’aumento dei carichi di lavoro, dal ricorso esagerato allo straordinario ed alla flessibilità operativa, dalla poca attenzione alla manutenzione dei mezzi e degli strumenti di lavoro che restano obsoleti, pericolosi, inadeguati.
Denunciano le difficoltà registrate laddove la ristrutturazione del recapito è già partita (Arezzo e Prato), delineando le difficoltà registrate nei capoluoghi di provincia dove va corretta l’impostazione delle zone alterne, e nelle aree non regolate dove la qualità e praticamente sparita.
Ribadiscono con forza la prioritaria necessità di collocare Firenze tra le aree metropolitane del nostro paese.
Gli esecutivi unitari evidenziano inoltre le difficoltà che gravano sul segmento degli uffici postali, inasprite dalla mancata azione aziendale oggetto delle varie rivendicazioni territoriali.
Il settore di Mercato Privati soffre per la carenza di personale, per le eccessive pressioni commerciali, per i continui distacchi, per il mancato rispetto dell’accordo regionale in materia di fruizione delle ferie, per l’unilaterale mobilità territoriale del personale in tutti i settori.
Gli Attivi Unitari della Toscana, danno mandato alle Segreterie Regionali di formalizzare tutte le procedure a contrasto, previste dal CCNL, proseguendo con il blocco delle prestazioni aggiuntive e straordinarie nel settore Recapito e Mercato Privati, programmando assemblee unitarie sui luoghi di lavoro, valutando l’organizzazione di un presidio regionale che coinvolga le federazioni sindacali dei pensionati e la cittadinanza, facendo informazione sui reali rischi derivanti dalla completa privatizzazione di Poste Italiane. Invitando a partecipare alla stessa i Parlamentari, il Governo regionale, le Istituzioni Pubbliche, i mass media, le Associazioni Consumatori, e tutta la Collettività, a supporto della vertenza
Gli attivi unitari della Toscana dichiarano già da oggi la necessità di rafforzare la lotta dichiarando uno sciopero generale con una grande manifestazione nazionale da collocare all’inizio del prossimo autunno.
Tag: sindacati, poste, privatizzazione
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