Ricordando il Beato Michele da Barga

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Il Beato Michele Turignoli da Barga (Barga 1399-Barga 30 aprile 1479) a 537 anni dalla morte.

La data e l’età della morte sono riportate anche nel codice 140 della biblioteca Landau-Finaly di Firenze, un manoscritto stilato da un anonimo scrittore vissuto a cavallo tra il sec. XV e XVI, la più antica e importante fonte storica per conoscere le virtù di fra Michele. Questo manoscritto, in forma diretta o indiretta, fu usato da tutti i successivi agiografi dell’ordine che scrissero del Beato Michele da Barga, in qualche caso mescolando la sua vita con quella di fra Lodovico da Barga, una figura alquanto enigmatica, che pare morisse in Terra Santa.

Seguono alcuni stralci dal Codice 140 Landau-Finaly:

Non di manco perfectione et scientia fu frate Michele da Barga, che el suo padre et maestro fue frate Hercolano, come è manifesto alli devoti lectori.
Imperocché veramente è stato lume di grandi virtù et stato simile anchora al candelabro aureo pella sua grandissima carità.
E’ stato come lume relucente per exemplo della sua austerità di vita inverso di se medesimo, benché alli altri fussi compassionevole.
A’ dato grande lume di spregiare ogni cosa pell’amore grande che ha portato alla santa povertà: perché solo era contento dello semplice uso delle cose necessarie.
E’ stato anchora lume chiaro, none punto obscuro per la sua virginità, poiché fu vergine insino alla morte, ma quanto lume habbi dato alli pigri e negligenti per la sua oratione, et alli mondani per la fervente predicatione, lo narrano quelli che non solo hanno conosciuto questo homo, ma anchora quelli che sono conversati di famiglia con quello et hanno lo avuto per subdito et sono stati suoi confessori.
Ma quanto lo habbi facto simile a loro la sua fervente carità, nella quale frate Michele maximamente era fundato, le infrascripte cose più chiaramente lo dimostreranno.
Sapeva frate Michele che nessuna virtù piace tanto Addio quanto la carità, sanza la quale tutte l’altre vanno per terra, però acceso del zelo di quella, el dì et nocte, tutto el tempo della vita sua insino alla morte, pose el suo studio a fare proficto in quella.

Continua l’Anonimo:

Andava ancora frate Michele spesso di qua e di là circuendo per le ville et castella, predicando et ammaestrando e popoli nella via di Dio: et era tanto el fructo che faceva che era uno stupore a udire. Imperocché faceva deporre la vanità alle femine vane, rimoveva li homini dalli giochi, facevali essere obbedienti a precpti ecclesiastici et ducevali allo spirito et a pigliare l’habito della santa religione. Unde molti per le sue predicazioni, abbandonando el mondo, pigliavano l’abito della religione, de quali molti vissero laudabile et sancta mente insino alla morte.
Così anchora molte fanciulle, disprezzando el congiungersi a matrimonio pigliavano l’abito del Tertio Ordine: per la qual cosa fu necessario edificare dua monasteri in decta Carfagnana, uno a Barga e l’altro a Castel Novo.
Ma quelli che non potevano vivere in congregatione per esser ligati al matrimonio, nelle case loro ferono laudabili et degni fructi di penitentia sotto l’abito della tertia regola di Sancto Francesco, li quali furono vestiti di decto abito da frate Michele.

Il 30 aprile 1479 Fra Michele da Barga rese l’anima a Dio e:

Et perché non era anchora finita la nuova chiesa del loco novo di Barga, dopo celebrato le obsequie et visitato il suo corpo con grande devozione dalli populi, facto una fossa in terra della chiesa fu quivi sepulto.

L’Anonimo poi ricorda un miracolo avvenuto dopo la sua morte e seguendo:

Molti altri miracoli a facto questo Beato et infinite gratie alli sua devoti. Unde molte volte è frati hebbeno a riempire la fossa della terra sopra del suo corpo che facevano li populi portando a casa decta terra, per devotione appiccandola nelli brevi accollo alli infermi o mettendola nell’acqua, la quale davano poi a bere alle infermi, o vero lavavano le loro infirmità di et subito erano sanati.

Ma dapoi finito la chiesa del loco novo et costruita una cappella, furono le sue ossa cavate et intromesse con veneratione nell’altare di decta cappella, dove insino al presente die si sodisfano li voti et gratie ricevute.

Ad Laude di Iesus Cristus et del Poverello. Amen.

Michele. Etimologia: Deriva dall’ebraico, latinizzato in Michaelem, significa “chi è come Dio”.

I Santi e le date in cui si festeggiano: Michele da Barga il 23 aprile.

Citazioni dal libro: Il Culto del Beato Michele da Barga (1399-1479), di Pier Giuliano Cecchi. Amici dei Musei e dei Monumenti di Lucca, Gruppo di Barga. Edizioni L’Ora di Barga, anno 2000.

Pier Giuliano Cecchi

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