La Grande Guerra 1915-18: come nasce a Fornaci l’asilo pro-orfani Giovanni Pascoli (nona parte.)

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Nel passato articolo abbiamo detto che con il presente avremmo continuato il nostro percorso alla riscoperta di come nacque l’Asilo per Orfani di Guerra a Fornaci di Barga, cosa che puntualmente faremo.

Infatti, eccoci alla sera di lunedì 4 novembre, giorno della divulgazione ufficiale dell’Armistizio, il Bollettino della Vittoria, e vediamo che a Fornaci di Barga diverse persone stanno entrando all’interno della fabbrica. Non sono operai ma i consiglieri del Comitato Pro Orfani di Guerra che procedono per fare ingresso all’interno della palazzina della direzione, dove, nella sala del Consiglio della Metallurgica, terranno il loro consiglio d’amministrazione del sodalizio.

L’incontro è dei più importanti ma nonostante ciò, alcuni sono gli assenti, comunque e tranquillamente si procederà alla discussione dell’Ordine del Giorno, che prevede il resoconto delle Dame Visitatrici agli Orfani e alcune rilevanti comunicazioni del presidente onorario Ing. Luigi Orlando.

Dopo aver affrontato il primo punto portato in discussione, lo stato dei soccorsi agli Orfani e prese le dovute deliberazioni in merito, eccoci al momento in cui L’Ing. Orlando prende la parola, per far noto a tutti che nei mesi passati era stato intrapreso un contatto, tramite il facente funzione di sindaco di Barga Emilio Garzoli, con il Consiglio d’Amministrazione del Conservatorio Santa Elisabetta di Barga sottoponendogli un progetto finalizzato alla crescita dell’Istituto. Questo prevedeva l’accoglienza dell’Asilo Infantile, nato e ubicato presso la casa Donnini della stessa Barga e retto dalle suore Giuseppine. In pratica si sarebbe trattato di trasformare il Conservatorio in una scuola ampliata mantenendo tutte le sue caratteristiche ma nello stesso tempo ospitando anche l’Asilo per gli Orfani di Guerra, i cui aventi diritto senz’altro erano più decine di bimbi.

Per capire un poco cosa fosse l’asilo Donnini di Barga, dice la sua storia che questo, se non fu il primo, certamente tra i primi in tutta la valle, era nato nel 1912 grazie a Maria Donnini (1843-1915). Questa signora aveva lasciato una sua casa nel centro storico di Barga, però priva di spazi verdi, affinché fosse adibita a tale scopo; così dando corpo a un pio desiderio del defunto fratello vescovo d’Arezzo Donnino (Barga 1832- Arezzo 1904), tendente a raccogliere i figli del popolo della stessa Barga in una struttura prescolastica per toglierli dal formarsi nella “pericolosa” strada. Al momento della costituzione, Maria Donnini, aveva dotato l’asilo anche di un consistente lascito per la futura gestione.

È partendo da ciò e dai presunti obblighi che tenevano ferma ogni decisione sul futuro dell’asilo Donnini circa un suo spostamento al Conservatorio, dislocamento pensato dall’Ing. Orlando, per far acquisire a un nuovo asilo ingrandito quegli spazi verdi essenziali per la sua idea in favore degli orfani di guerra, che, noi si può capire quanto segue. In pratica, nella seduta consiliare del Comitato Pro Orfani di Fornaci, l’Ing. Orlando informò i presenti, circa l’idea sopra esposta e della ricevuta negativa risposta del Consiglio d’Amministrazione del Conservatorio e che quindi avesse deciso altrimenti circa l’Asilo Pro Orfani.

Infatti, la negativa risposta, certamente da qualche tempo già conosciuta, aveva fatto decidere l’Ing. Orlando a dare il via a un vero e proprio progetto d’asilo a Fornaci e da costruirsi, nel nome di Giovanni Pascoli, dove ora restano le sue importanti, ancora belle e indicative vestigia. L’idea fu accolta con viva soddisfazione di tutti i presenti, specialmente pensando ai bimbi ma anche all’idea dell’intitolazione al Grande Poeta che tanto amava i bambini.

Durante l’incontro, ricordando che si era alla sera del 4 novembre, fu posto nelle mani dell’Ing. Orlando il sopraggiunto Comunicato Diaz, che lesse a tutti i presenti tra applausi di soddisfazione e il Consiglio accolse e deliberò all’unanimità l’idea dello stesso Orlando e del vice presidente dott. Carradini, di inviare un telegramma di ammirazione allo stesso Diaz e alla Regina Elena: “Della quale è vivo il ricordo della recente visita”. (La Corsonna, n. 21, novembre 1918)

La relazione dell’incontro e dei suoi risultati, posta sotto il titolo “Adunanza al Comitato Pro Orfani di Guerra”, dà lo spunto alla stessa Corsonna di pubblicare sullo stesso numero un altro articolo: “Un Asilo Infantile per gli Orfani di Guerra”, espressamente dedicato alla bella idea, così dandogli tutto quel meritato risalto. Di quest’articolo non ne facciamo un sunto ma lo pubblichiamo per intero, perché ha il potere di immergerci direttamente nel clima del tempo e di farci capire con quanto e quale appagamento spirituale fu salutato l’asilo, veramente una straordinaria idea palesata con tanto di disegni.

È questo dell’asilo per gli orfani un argomento che solletica moltissimo La Corsonna, che della guerra e nei combattenti del Comune di Barga ne aveva seguito e condiviso ogni momento, sollecitando tutte quelle dovute attenzioni al loro destino al fronte. Commemorando ogni morto la cui lista ne assommerà oltre 150 unità, avendo inviato ai combattenti i saluti per ogni importante festa unitamente al vaglia frutto di raccolte popolari, ricevendo in cambio dignitose e patriottiche lettere puntualmente pubblicate, comunicando informazioni, quando sapute, sui destini dei dispersi, dei prigionieri o dove fossero accolti i feriti. Stimolando ancora da parte degli emigranti in terre lontane il loro contributo al buon fine della causa, spesso pubblicando le loro lettere che sempre inneggiavano alla bella e amata Italia e ai figli che ora ne stavano decidendo l’onore.

Eccoci allora al testo annunciato:

“Fra le tante benemerenze che dobbiamo registrare a favore del Comitato per Orfani di Guerra, non ultima è quella che sta per essere messa a effetto a Fornaci di Barga.
L’iniziativa d’impiantare un Asilo che raccolga i bimbi che la guerra hanno fatto orfani, e prova quali siano gli intendimenti di quel Comitato che compie opera veramente filantropica e patriottica.
Ormai l’opera sta per essere messa a effetto e noi che abbiamo potuto vedere il progetto ne siamo rimasti ammirati. È tutto quello che il meglio si poteva immaginare, sia dal lato pratico, igienico, artistico.
I bimbi vi troveranno sale e terrazze per giocare, cortili arieggiati, camerate spaziose, refettorio ampio, gabinetti da bagno e cucine moderne.
Tutto in un insieme di sobria eleganza in una delle più fortunate posizioni del paese. Colà avranno ricovero, educazione e potranno crescere e irrobustirsi per essere uomini utili a se, alla Patria, alla Società.
Queste vittime innocenti non debbono sentire la mancanza del loro babbo, non debbono essere abbandonati nel mezzo della strada. Chi della guerra non ebbe a soffrire ricordi che è dovere sacrosanto aiutare, incoraggiare, proteggere questi bimbi.
L’istituzione che sta per sorgere a Fornaci per opera del Comitato per gli Orfani, porterà il nome augurale e luminoso di Giovanni Pascoli. La memoria del Poeta sarà così eternata in un’opera di bene e di umanità.”

Per rendere un poco più completa la visione del nostro territorio alla notizia della vittoria, cui abbiamo già accennato nel precedente articolo e che volendo possiamo ancora vedere esemplificata nelle vestigia dell’Asilo Pascoli deciso proprio quel 4 novembre 1918 del Bolletino Diaz, pensiamo sia interessante riportare quali e quanti festeggiamenti furono fatti a Barga il giorno lunedì 11 novembre, compleanno del re Vittorio Emanuele III, annunciati come il giorno in onore della vittoria italiana.

La Corsonna ne fa un resoconto nel n. 22 del 17 novembre 1918, sotto il titolo in grande “O giornate del nostro riscatto”, con sottotitolo “Esultanza di popolo”. Andando a leggere vediamo Barga, insolitamente animata il mattino, splendente sotto un bel sole novembrino, dove dai balconi, finestre e altro spiccavano fiori, bandiere italiane e degli alleati, mentre festoni di lauro ornavano le vie, con tante altre bandiere nei colori bianco e nero, visibile omaggio in onore e memoria dei molti caduti e dispersi in quei tre anni di guerra.

In tutti è visibile speranza che gli viene dalla grande notizia della fine della guerra e dall’idea di un promettente avvenire. Alle nove di mattina, vediamo unirsi a quella gente e inaspettatamente, saliti dalla fabbrica di Fornaci con tanto di banda, molti operai, impiegati, unitamente alle forze militari stanziate nello stabilimento, alla testa di tutti l’Ing. Orlando. Sul Fosso, allora chiamato piazzale Vittorio Emanuele, partì un corteo che attraversò le vie di Barga al suono d’inni patriottici. Giunti in piazza Salvo Salvi o del Comune, ci furono dei discorsi, tra cui quello dell’Ing. Orlando inneggiante alla vittoria e del Gen. Micheluccini di Barga, che colse l’occasione per ringraziare la numerosa presenza operaia e la dirigenza della fabbrica per la mostrata sensibilità all’importante avvenimento. Altre parole furono pronunciate da tre operai e dal parroco di Castelvecchio don Barrè, che ricordò i morti, accumunandoli alla perenne memoria del patriota Antonio Mordini e del poeta Giovanni Pascoli, che per vie diverse dettero all’Italia, finalmente unita, il loro forte sostegno.

Nel pomeriggio, all’interno del Duomo di Barga preceduto dal suono all’organo della Marcia Reale, si tenne il solenne Te Deum in omaggio al compleanno del Re e della vittoria. Si nota che a sera Barga sfavillasse per le molte luci colorate che le conferivano un aspetto leggendario. Più tardi altro appuntamento in piazza del Comune, colma di gente ad ascoltare ancora il Gen. Micheluccini, figura di vecchio soldato ringiovanito dalla vittoria, più volte interrotto da vibranti applausi, mentre dall’alto delle finestre si gettavano biglietti tricolori con motti patriottici, poi la banda cittadina intonò gli inni alla Patria. Al termine tutte le campane di Barga e dei paesi circonvicini, sfolgoranti di luci, iniziarono i loro doppi a festa, tra razzi luminosi e scoppi, mentre Castelvecchio Pascoli, in onore ai morti nella guerra, aveva illuminato il piccolo cimitero. Chiosando La Corsonna dice che tra tanta felicità: Pareva lontana lontana l’eco di un singhiozzo represso, di un gemito soffocato”.

Con il prossimo articolo si parlerà di quando fu posata la prima pietra dell’Asilo Pro Orfani di Guerra di Fornaci.

(Continua –Pier Giuliano Cecchi)

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