KME e Coop Fanin, preoccupazione dei sindacati. Domani assemblea e sciopero

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Cresce nei sindacati la preoccupazione per il futuro degli stabilimenti KME e quindi anche per Fornaci di Barga.
Domani, nello stabilimento fornacino, un’assemblea dalle 8,30 alle 9,30 e poi lo sciopero di un’ora e mezzo dei lavoratori per ogni turno. Dopo l’assemblea i lavoratori si ritroveranno davanti ai cancelli della fabbrica e con loro ci saranno anche i lavoratori della Cooperativa Fanin di Fornaci di Barga.

Il motivo di assemblea e sciopero, per quanto riguarda KME, è legato alla rivoluzione in corso per la nomina dei nuovi dirigenti dell’azienda, tra cui anche l’AD dello stabilimento di Fornaci di Barga. Il 23 settembre prossimo i nuovi dirigenti della società hanno annunciato un incontro a livello nazionale che quasi sicuramente si terrà a Lucca. Ci sarà in tale occasione da capire, secondo i sindacati tra i quali la FIOM che ha comunicato assemblea e sciopero, che cosa significano i nuovi incarichi e come e che cosa comporterà la ristrutturazione della società.

Secondo la FIOM, come ci spiega il delegato Emilio Cecchini, i segnali che si hanno non sono di buon auspicio; cresce insomma il timore di provvedimenti che potrebbero non essere indolori per ì dipendenti dell’azienda più importante a livello provinciale nel settore della metalmeccanica. C’è la paura che si preannuncino a breve riduzioni del settore produttive; che le nuove nomine siano state cioè decise per una ristrutturazione più finanziaria che invece legata ad affrontare un rilancio sul piano tecnico ed industriale.
Secondo la FIOM invece è fondamentale che al centro della discussione venga rimesso dalla nuova dirigenza l’organizzazione del lavoro:

“Vogliamo – dichiara Cecchini – che la ristrutturazione che si preannuncia sia non solo finanziaria, ma legata soprattutto ad un rilancio tecnico-industriale.
I nomi che però circolano non fanno ben sperare e per questo motivo abbiano deciso di attivarci da subito, prima che l’azienda ci comunichi le proprie intenzioni per far capiore quali sonos econdo noi i punti fondamentali attorno a cui muoversi”.

C’è poi un’altra situazione di tensione e preoccupazione in ballo: allo sciopero di domani non parteciperanno solo i lavoratori dello stabilimento fornacino di KME, ma anche i dipendenti della Cooperativa Fanin, circa una novantina di unità che4 lavorano nell’indotto dello stabilimento metallurgico.
E’ la stessa FIOM che denuncia per questi lavoratori una situazione definita preoccupante con un comunicato emesso oggi:

“L’azienda si trova in una situazione di difficoltà finanziaria dovuta in parte alla più generale crisi economica che il paese sta vivendo ma anche ad una gestione poco chiara e trasparente della sua dirigenza – scrive la FIOM – Una dirigenza che si è rifiutata di avere un confronto serio con la Rsu e con il Sindacato e che non ha trovato di meglio che avanzare l’idea che l’unico modo per uscire dalle attuali difficoltà sarebbe quello di farne pagare il prezzo ai propri dipendenti ( 70 dei quali sono soci dipendenti e 20 semplicemente dipendenti ).
Quello che la direzione aziendale spaccia per piano di risanamento in effetti si traduce in questo : “i costi delle difficoltà e degli errori da noi commessi li debbono pagare i dipendenti con un taglio delle loro retribuzioni di circa il 20% “. Sarebbe troppo facile oltre che altrettanto ingiusto. E oltretutto non risolverebbe per davvero i problemi esistenti.
La Fiom Cgil di Lucca, assieme alla Rsu, ha avanzato una possibile proposta alternativa che prevedeva una ricapitalizzazione della Società, i soci non si sarebbero tirati indietro e anche i semplici dipendenti si erano detti disponibili, nelle forme appropriate, a contribuire al risanamento ed al rilancio della attività.
Ma anche questa proposta, che inizialmente avevamo capito potesse essere accolta, è stata rifiutata e si è passati direttamente alle minacce e ai ricatti sui singoli lavoratori minacciando di licenziamento chiunque non si si dichiari disponibile. Questo modo di fare e queste posizioni sono per noi inaccettabili ed in conflitto con i principi stessi di civiltà”.

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