Il vescovo incontra i catechisti

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È già entrata nel vivo la Visita Pastorale dell’arcivescovo Benotto al Vicariato del Barghigiano. Dopo l’apertura di domenica scorsa, nella giornata di mercoledì il vescovo ha dato via alla lunga serie di appuntamenti che animeranno i prossimi due mesi.
Si è cominciato nella frazione di Mologno, con la visita agli ammalati nelle famiglie e la celebrazione della S. Messa al termine della quale il vescovo ha incontrato i partecipanti.
Nel tardo pomeriggio, uno degli appuntamenti più importanti per il mondo cattolico: l’incontro di Sua Eccellenza con i catechisti, gli educatori e gli animatori dell’intero Vicariato. All’incontro erano anche presenti Mons. Stefano Serafini, don Antonio Pieraccini, il nuovo viceparroco don Shyam e, arrivato col vescovo, don Robert Skowronski per l’ufficio diocesano della Catechesi. Mons. Benotto intende infatti condurre con sé durante i vari incontri i responsabili dei singoli settori della vita ecclesiastica, per poter conoscere il territorio, apprendere e consigliare.
Dopo la recita dei Vespri nella chiesa del Sacro Cuore, presso il salone si è tenuta l’assemblea. L’Arcivescovo ha riflettuto sul peculiare ruolo del catechista (ne erano presenti una quarantina) come colui che reca un lieto annuncio, un annuncio che non è solo quello evangelico ma diventa quello della vita stessa in un mondo di morte e di assenza di valori. In questa ottica il Vangelo non diventa solo l’opera scritta dai quattro evangelisti, ma messaggio della stessa esistenza: il lieto annuncio deve condurre ad una maturazione “integrale”, per cui il cammino di un “cristiano” adulto non può prescindere da quello di una “persona” adulta.
Pertanto, non si deve “insegnare” catechismo, ma dar vita ad un cammino complementare al percorso educativo che deve essere principalmente condotto dalla famiglia. Ed è infatti, secondo Benotto, dal mondo degli adulti che bisogna riprendere l’annuncio: si recuperano i fanciulli attraverso le famiglie, molto più raramente l’incontrario. Una necessità che tra l’altro si fa sempre più pressante: è dal mondo degli adulti, vissuti in un periodo di crescente scristianizzazione, che viene una richiesta nei confronti del mondo della fede. Se oggi ad esempio è sempre maggiore il numero degli adulti che chiedono di ricevere la Cresima, non si può non immaginare cosa succederà tra qualche anno quando, ad esempio, quel 45% di bambini che oggi nascono in diocesi di Livorno e non sono battezzati, arriveranno a richiedere il Sacramento.
Se in tutto questo è compito di ogni credente battezzato essere educatore nella fede, il catechista, da parte sua, non agisce come un libero professionista ma come “mandato” dalla Chiesa: la Chiesa riconosce in lui il dono di grazia e la capacità di accompagnare il cristiano in formazione nel cammino di fede. Un cammino, una trasmissione che oggi deve basarsi non sull’insegnare concetti, ma sul testimoniare con la propria vita e la propria esperienza ciò in cui si crede. Trasmettere, quindi condividere l’esperienza attraverso la preghiera, la carità, l’animazione.
L’incontro si è concluso con il dibattito e con la cena insieme.

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