Omaggio ad Astor Piazzolla: il cuore della Garfagnana batte a tempo di tango

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Domenica 11 agosto a Massa Sassorosso, piccolo borgo nel comune di Villa Collemandina, nel cuore della Garfagnana, si celebra l’omaggio ad Astor Piazzolla, il grande musicista argentino di cui, nel 2012, sono state scoperte le origini garfagnine grazie alle ricerche di Ofelia Lachner dell’associazione Casa Latino Americana, della Fondazione Paolo Cresci e a quelle svolte dal Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano.
La manifestazione ha ottenuto il patrocinio dell’Ambasciata Argentina in Italia ed è stata organizzata dalla Fondazione Paolo Cresci per la storia dell’emigrazione italiana, dai Comune di Villa Collemandina, dall’Unione Comuni Garfagnana, insieme alla Provincia di Lucca e al Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano, all’associazione Casa Latino Americana e l’Associazione “Il Serchio delle muse” che ha coordinato e sostenuto la parte musicale degli eventi.
Il programma prevede nella mattinata, a Massa Sassorosso, l’inaugurazione di un monumento dedicato ad Astor Piazzolla e l’apertura di una mostra documentaria sulla storia dell’emigrazione in Argentina degli abitanti di Villa Collemandina ed in particolare sulle vicende della famiglia materna del grande musicista argentino. La manifestazione si concluderà nel pomeriggio a Castelnuovo Garfagnana con una cena e un concerto con musica di

Piazzolla.
La giornata inizierà alle ore 11 a Massa Sassorosso con una messa, durante la quale il soprano Alessandra Meozzi, accompagnata da Michele Salotti all’organo, eseguirà la struggente Ave Maria di Astor Piazzolla. La chiesa è quella di San Michele che ha fatto da cornice ai più importanti eventi degli avi di Piazzolla, incluso il matrimonio dei nonni materni, Clelia Bertolami e Luigi Manetti.
A seguire, alle ore 11:45, nella piazza antistante la chiesa, intitolata a Piazzolla nel febbraio scorso, sarà inaugurato un monumento dedicato al musicista, realizzato da Giacomo Cavina. La statua, realizzata in bronzo, è un dono del Museo del Parco, Centro Internazionale di Scultura all’aperto di Portofino e dello stesso scultore. Il forte legame personale dell’artista con l’Argentina (dove ha lavorato, prodotto ed esposto le sue sculture) ha dato vita a questa opera che rende omaggio alla musica di Piazzolla e alla cultura italo-argentina.
Durante la mattinata sarà inaugurata anche una mostra fotografica che racconta le tantissime storie di emigrazione verso l’Argentina degli abitanti della frazione di Massa Sassorosso.
Tra la fine dell’Ottocento e la prima Guerra Mondiale, infatti, anche la Garfagnana ha partecipato – drammaticamente – a quella che gli storici chiamano “la grande emigrazione”.
L’Argentina e in generale il Sud America fu tra le mete prescelte e anche i nonni materni di Piazzolla emigrano in Argentina a Mar del Plata, dove era presente una nutrita comunità di emigranti provenienti in particolare da Massa Sassorosso (componenti delle famiglie Mannelli, Manetti, Bertolami, Gaspari, Longhi, Domini e altre). Qui il nonno di Astor, Luigi, assieme ad altri, acquistò un vasto appezzamento di terra alla periferia della città dove coltiva piante e ortaggi. Lungo il confine furono messi a a dimora dei platani; con il tempo la città ha inglobato questo terreno che poi è diventata Piazza Mitre e i platani che ancor oggi coronano questo angolo di Mar del Plata sono quelli di Luigi Manetti.
Nel pomeriggio la manifestazione si sposta a Castelnuovo Garfagnana, alla Fortezza di Montalfonso, dove alle ore 18 Pietro Luigi Biagioni, direttore della Fondazione Paolo Cresci per la storia dell’emigrazione italiana, terrà una conversazione intitolata “Sapori e nostalgia dalla Valle del Serchio. Migrazioni e cultura alimentare”.
A seguire, a partire dalle ore 19:30, la delegazione Garfagnana-Valle del Serchio dell’Accademia Italiana della Cucina propone una cena con piatti tradizionali argentini.
Alle 21:15, infine, la chiusura della giornata con il concerto “Astor Piazzolla. Storie di emigrazione e musica”. Sul palco il celebre ed apprezzato quintetto Q5 Tango, composto da Juanjo Mosalini al bandonèon, Vincenzo Albini al violino, Michele Paperini al pianoforte, Guglielmo Caioli al contrabbasso, Adrian Fioramonti alla chitarra e Ruben Peloni alla voce. In programma i più grandi successi del musicista che ha rivoluzionato il genere musicale tradizionale argentino.

ASTOR PIAZZOLLA

Nasce nella città di Mar Del Plata (Argentina) l’11 Marzo 1921.
Nel 1924 la famiglia si trasferisce a New York, dove a 8 anni inizia a studiare il bandoneon, regalo del padre che lo aveva acquistato in un banco dei pegni. Questo caso fortuito gli permette di conoscere Carlos Gardel, il mitico interprete del tango argentino, appena arrivato a New York per il suo primo film come protagonista. Il ragazzo diventa suo interprete e guida e così ottiene una piccola parte nel film dove ricopre il ruolo di un canillita, venditore ambulante di giornali, ed esegue dei brani al bandoneon. E’ con lui, il tordo creolo, che Piazzolla inizia la scoperta del tango.
Nel 1937 ritorna a Buenos Aires, dove lavora come bandeonista e arrangiatore. Tanto è il desiderio di studiare musica che, con l’ardire proprio del suo carattere, si rivolge al grande Arthur Rubinstein, attraverso cui riesce a intraprendere gli studi con importanti maestri.
Nel 1946 forma la sua prima orchestra che ascia nel 1950 per dedicarsi completamente alla composizione. Sono brani che rivoluzionano il linguaggio musicale del tango trasformandolo in un inedito stile chiamato “nuevo tango”. La formazione classica lo allontana dalle melodie tradizionali, si immerge nelle nuove strutture armoniche e ritmiche della contemporaneità del classico e del jazz.
Quella che l’artista chiama la musica contemporanea di Buenos Aires gli attira severe critiche e feroci forme di boicottaggio da parte dei tradizionalisti, che lo costringono a trasferirsi a New York.
Nel 1952 vince un premio di composizione in Francia, grazie ad una borsa di studi e approda nell’orbita di Nadia Boulangeri, storica maestra dei più importanti musicisti del tempo, che lo incoraggia a seguire la sua vena musicale. «Lei mi fece scoprire quello che cercavo da sempre», dirà poi Piazzolla. Di ritorno in Argentina, forma un quintetto, sempre più convinto che il tango sia una musica da ascoltare e non da ballare.
E’ l’inizio di un cammino costellato di successi, premi e collaborazioni con grandi musicisti.
Si cimenta anche nella composizione di melodie popolari che gli consente di avvicinarsi al grande pubblico. Ai suoi concerti, prima riservati a pochi appassionati, affluisce ora un pubblico sempre più numeroso che finalmente riconosce in lui l’autentica espressione della musica di Buenos Aires.
Nell’aprile del 1972, il maestro Aldo Pagani, che poi diventerà suo editore e produttore, presenta Piazzolla al pubblico italiano, con due concerti presso l‘Istituto Italo-Latino-Americano di Roma e registrando per la RAI la trasmissione “Teatro 10” presentata da Alberto Lupo.
Per la prima volta il 17 Agosto 1972 tiene un concerto nel famoso Teatro Colon di Buenos Aires, il tempio argentino della musica classica.
Astor Piazzolla ha composto oltre 1000 brani musicali dei quali oltre 600 sono registrati. Tra le sue collaboratori più celebri si annoverano quelle con i musicisti Gerry Mulligan e Tullio De Piscopo, le cantanti Amelita Baltar, Milva, Mina, il poeta Horacio Ferrer e lo scrittore Jorge Luis Borges. Anche il cinema non è rimasto immune dalla sua magia: si sono avvalsi della sua musica tra gli altri, i registi italiani Marco Bellocchio, Francesco Rosi, Gabriele Salvatores.
Muore a Buenos Aires il 4 Luglio 1992.

UNA STORIA DI EMIGRAZIONE – Le origini garfagnine di Piazzolla

Le origini pugliesi di Vicente, il padre di Astor Piazzolla sono conosciute da sempre. Lo stesso musicista non ha notizie precise sulle origini degli avi materni, i genitori della madre Assunta Manetti, tanto che dopo un concerto al Teatro Verdi di Pisa, nel marzo del 1987, racconta che sua nonna proveniva dalla provincia di Lucca senza però conoscere con precisione il nome del paese. Successive indagini documentano che i nonni materni nel 1888 partono per l’Argentina da Massa Sassorosso, frazione di Villa Collemandina.
Negli archivi della parrocchia e dell’ufficio anagrafe comunale sono stati recentemente ritrovati i certificati di matrimonio di Clelia Bertolami e Luigi Manetti, i genitori di Assunta, sposatisi nella chiesa del paese il 26 settembre 1888 e registrati al comune alcuni giorni dopo. I due giovani, novelli sposi – che sono pastori e contadini- emigrano in Argentina, raggiungendo i parenti che risiedono a Mar del Plata. Qui Luigi inizia a lavorare in un’azienda agricola poi, assieme ad altri, acquista un vasto appezzamento di terra ai bordi della città dove coltivano piante e ortaggi; lungo il confine del vivaio mette a dimora dei platani. L’espansione urbana ha successivamente inglobato questo terreno che poi è diventata Piazza Mitre; i platani ancor oggi coronano questo angolo di Mar del Plata.
A Mar del Plata, Luigi Manetti si inserisce nella nutrita comunità di emigranti provenienti dalla Garfagnana e in particolare da Massa Sassorosso (componenti delle famiglie Mannelli, Manetti, Bertolami, Gaspari, Longhi, Domini e altri), che partecipa attivamente allo sviluppo urbanistico della città, legato al nascente settore turistico, impiegata nella costruzione di alberghi e “chalet”, villette di piacevole architettura costruite in pietra locale, nella ristorazione o nei servizi.

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