In Iran la protesta continua

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Nel pomeriggio di Lunedì 15 giugno a Teheran si sono verificate sanguinose proteste contro il risultato del voto del venerdì precedente. Centinaia di migliaia di persone si sono radunate, nonostante che la protesta fosse già stata proibita, nella piazza centrale, Azadi, per manifestare contro il regime di Mahmoud Ahmadinejad, che, secondo i sostenitori dell’opposizione, ha manipolato i risultati dello scrutinio.
Ad aprire il fuoco sono stati i membri della milizia islamica filo-governativa “bassidj”. Ufficialmente è stata uccisa una persona ma sarebbero invece 7 i morti e 15 i feriti nella stessa piazza dove, tra il 1978 e il 1979, si sono svolte alcune delle più importanti manifestazioni contro lo scià Reza Pahlavi. Uno dei siti web del capogruppo dell’opposizione, Mir Hossein Mousavi, sostiene che uno studente è stato ucciso lunedì durante una schermaglia nella città di Shiraz.
Ahmadinejad ha attuato una censura con lo scopo di rendere difficile per gli altri paesi sapere esattamente ciò che succede in Iran, ma giovani iraniani sono riusciti comunque a superarla grazie a siti come Twitter. Compresi nella censura sono il quotidiano di Mousavi, “Kalameh Sabz” e Youtube, a causa delle immagini degli scontri che vi si può trovare. Inoltre alcuni giornalisti sono stati espulsi e coloro che non hanno accettato “l’invito” di partire sono stati minacciati.
Mousavi si è unito alla manifestazione con un megafono dicendo “Siamo pronti a partecipare ad una nuova elezione presidenziale. Il voto del popolo è più importante della persona di Mousavi o di chiunque altro.”. Mousavi, il rivale che ha perso l’elezione con 34,7% dei voti contro il 62,64% di Ahmadinejad. Ma si tratta indubbiamente di dati falsati. Dopo i quattro anni di governo di Ahmadinejad, pieno di problemi tra i quali disoccupazione, salari bassi e inflazione altissima è poco credibile che le elezioni non siano state manomesse. Secondo il regista Mohsen Makhmalbaf e la scrittrice Marjane Satrapi, esistono le prove che a Mousavi venissero assegnati 19.075.723 voti mentre ad Ahmadinejad soltanto 5.698.000. “Ahmadinejad ha avuto solo il 12%, non il 65% dei voti” accusa la Satrapi, “Quello che è successo in Iran non è una frode, è un colpo di Stato.” Makhmalbaf ha cercato di incitare il parlamento europeo a non riconoscere i risultati delle elezioni dicendo “Se qualcuno si chiedeva se il popolo iraniano è pronto per la democrazia, la risposta è sì, lo abbiamo espresso nel voto, ma siamo stati derubati del voto. Ora abbiamo bisogno del sostegno internazionale.”
L’Unione Europea ha fatto una richiesta sul voto mentre il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, ha detto che la rivincita di Mahmoud Abmadinejad è “una bruttissima notizia, come lo sarebbe qualsiasi vittoria di estremisti.”. Barack Obama si è detto “profondamente turbato” ed ha continuato precisando che gli iraniani devono prendere le decisioni a proposito dei loro leader da soli e che gli Stati Uniti rispettano la sovranità iraniana. Una posizione forse troppo diplomatica….
Ieri nella capitale iraniana è stato il giorno della doppia manifestazione: il presidente rieletto Mahmud Ahmadinejad ha chiamato a raccolta i suoi e un’imponente folla si è radunata nella piazza Vali Asr. Anche i sostenitori di Mousavi sono scesi in piazza: nonostante l’invito dello stesso leader riformista a stare a casa e «non rischiare la vita», decine di migliaia di persone hanno raggiunto la sede della tv di Stato per protestare contro la troppa partigianeria della televisione. Anche questa manifestazione avrebbe dovuto svolgersi nella piazza Vali Asr, ma la decisione di organizzare una contromanifestazione da parte dei sostenitori di Ahmadinejad nello stesso luogo, onde cercare lo scontro, ha portato più di 150.000 persone a cambiare percorso ed a manifestare pacificamente da un’altra parte.
Nessuno slogan, solo cartelli con scritto «Silenzio, calma» e fotografie dell’ex candidato riformista.
Resta dunque incandescente la situazione in Iran, dopo le proteste scoppiate e nonostante la decisione del Consiglio dei Guardiani della Costituzione di concedere il riconteggio dei voti nelle circoscrizioni contestate, ma non l’annullamento delle elezioni come chiesto invece da Mousavi. I Guardiani evidenziano che si potrebbe determinare un cambiamento nelle percentuali ottenute dai candidati e anche la Guida suprema iraniana, l’ayatollah Ali Khamenei, si è detto favorevole a un parziale riconteggio dei voti, nel caso sia necessario.

Nella foto Mir Hossein Mousavi

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