Il G8 dell’energia

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Ieri il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola si è riunito coni colleghi di Brasile, Canada, Cina, Francia, Germania, Giappone, Corea, Messico, Russia, Gran Bretagna, Usa e il Commissario Ue all’energia in occasione del G8 energia che si tiene a Roma. I governi dei 23 paesi, le 8 organizzazioni internazionali e le prime 20 aziende energetiche del mondo si sono raggruppati per risolvere il problema del prezzo del petrolio che oscilla dando instabilità al mercato energetico.
“E’ necessario un prezzo del petrolio equo e non volatile – spiega Scajola – per garantire al tempo stesso la crescita economica e gli investimenti delle imprese del settore” mentre prezzi troppo bassi, continua Scajola, “possono favorire la ripresa della crescita dell’economia ma scoraggiano gli investimenti in efficienza energetica, fonti rinnovabili, riduzione delle emissione.”.
Negli ultimi anni il prezzo del petrolio è stato oggetto di dibattito e preoccupazione, con ribassi fino a 10 dollari al barile negli anni ’90 e con rialzi record che hanno toccato i massimi storici negli ultimi due anni.
Il presidente dell’Eni Roberto Poli è d’accordo con Scajola e ha consigliato “un prezzo ragionevole” dentro 60, 70 dollari al barile.
Dal lato ecologico la crisi economica, nonostante il fatto che causerà una riduzione dei consumi elettrici del 3,5% quest’anno, potrebbe provocare comunque aumenti delle emissioni di gas di serrai. L’Agenzia internazionale dell’energia ha spiegato che “prezzi bassi dell’energia fossile potrebbero portare a meno investimenti nelle tecnologie per energia pulita.”. Stima che ci sarà una riduzione degli investimenti in energia rinnovabili di circa 38% quest’anno spingendo i consumatori a optare per energia proveniente da fonti fossili, come il carbone, che sono più economici ma che inquinano di più l’ambiente.
L’amministratore delegato dell’Enel Flavio Conti ha sottolineato che esiste un piano per lo sviluppo del nucleare, per ora solo all’estero, mentre il presidente dell’Eni, Roberto Poli ritiene importante che non vengano ridotti gli investimenti nello sviluppo di forme di energia pulita.

Nel immagine il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola.

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