Un po’ di Barga tra le macerie dell’Aquila: una proposta

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La tragedia del terremoto che ha investito direttamente l’Aquila, la sua provincia e l’Abruzzo, la sentiamo ancora tutta in noi stessi e la sentiremo ancora per tantissimo tempo.La viviamo giorno per giorno tramite gli organi dell’informazione; quasi ogni sera ci siamo attardati e ci attardiamo con Bruno Vespa nel seguire il suo “Porta a Porta”: veramente una bella, utile e interessante trasmissione. Con lui e con i suoi ospiti abbiamo vissuto intensamente, quasi attimo per attimo, attraverso i tanti collegamenti con la realtà della Città ancor più che piegata sulle sue ginocchia, così come con tutti quei Paesi che le si distendono intorno, le immagini di quell’immane cataclisma, colla diretta visione dei soccorritori, ma soprattutto di quella gente spaurita e distrutta
dal dolore per le tante perdite umane di familiari, amici e conoscenti, ma tanto dignitosa nel suo immenso dolore da renderci tutti ancor più partecipi in tutti i sensi.
Ci auguriamo che da Barga possa giungere a quella popolazione, in vista della fase più dura: la ricostruzione, oltre che al sostegno morale anche quello economico. Chi non l’avesse ancora fatto potrà avere diverse occasioni per farlo.
Ricostruzione che investirà non solo il dovuto e urgente rialzamento degli edifici distrutti o lesionati, affinché quella gente possa tornare poco alla volta ad una agognata normalità, ma anche l’importantissimo aspetto culturale della Città, il suo immenso patrimonio storico artistico che onora tutta l’Italia nel Mondo.
Un utile messaggio di speranza che tocca loro in prima persona, in quanto le radici sono indispensabili per poter disegnare il futuro, ma anche tutti noi, perché lì vivono in simbiosi anche le nostre radici, che con le altre, compongono il meraviglioso albero che tutto il Mondo ci invidia.
A “Porta a Porta” ieri sera, 16 aprile, si è parlato appunto dei beni culturali da salvare, ricostruire e proteggere, sia della Città dell’Aquila come dell’intero territorio.
In quel momento, ma già ci pensavo, il pensiero è corso ancor più forte a dei quadri di un barghigiano: Baccio Ciarpi (Barga 1574 – Roma 1654), allievo del Santi di Tito e a sua volta maestro di Pietro da Cortona, che conservati in alcune chiese dell’Aquila, sono a comporre quel patrimonio artistico della Città a cui si è fatto cenno.
Si tratta di tele conservate in tre chiese e qualcuna attribuita al suo pennello. Nel Duomo: “Presentazione di Maria al tempio”. S. Silvestro in Capite: “il bellissimo” “Battesimo di Costantino” – 1614 – da molti ritenuto il capolavoro del Ciarpi, il cui disegno preparatorio è conservato al Metropolitan Museum di New York; poi la “Madonna col Bambino e Santi” (ante 1622), attribuitagli – oggi senza ombra di dubbio – nel 1957 da Federico Zeri. Santa Giusta: “Martirio di Santa Giusta” e “Martirio di S.Giacomo” – 1631-.
Non siamo a conoscenza di quale sorte sia toccata alle opere ricordate e l’idea sarebbe quella di lanciare al Comune di Barga un particolare messaggio, consistente nel volersi informare presso il Ministero dei Beni Culturali della eventuale situazione di quei quadri. Poi, nel caso se ne presentasse l’eventualità, concorrere economicamente ad un loro recupero, che riuscirebbe, oltre ad un tangibile contributo alla Città ed alla sua gente, senz’altro uno dei maggiori omaggi di Barga al nostro “grande” Baccio Ciarpi.

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