Annotazioni su Pietro Angeli

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L’ultimo di febbraio del1596 moriva a Pisa l’umanista Pietro Angeli insigne personaggio barghigiano del 1500.Essendo nato a Barga nel 1517 aveva raggiunto l’età di settantanove anni, un traguardo difficile da raggiungere in quei tempi lontani.Per circa quattro secoli la famiglia Angeli fu la più importante del paese e annoverò fra i suoi membri almeno tre vescovi, un cardinale, una decina di docenti universitari, uomini d’arme, pubblici amministratori.
Pietro, conosciuto anche come «Il Bargeo», godè, finché visse, molta notorietà messa in evidenza dai suoi biografi e dal nostro storico Pietro Groppi che, nel 1888, pubblicò l’autobiografia dell’umanista, tradotta dal latino dal prof. Enrico Giuliani di Filecchio.
Il nostro poeta ebbe molta considerazione anche all’estero: in Francia ove pubblicò parte delle sue opere, nella Germania centro-orientale la cui cultura umanistica faceva perno sull’Università di Rostoch.
Presso l’Università di questa città insegnava l’amico umanista tedesco Jhoan Chessel (Giovanni Caselio) una città nella quale l’Angeli stampò, nel 1576, l’operetta De ordine legenda scriptores historiae romanae, uno studio sugli scrittori della storia romana.
Ma ciò che più sorprende è la stima di cui godè presso la corte polacca il cui re cattolico, Sigismondo II Augusto, lo nominò suo rappresentante presso la corte di Napoli e presso quella vaticana e lo inviò a Roma in missione diplomatica detta di «obbedienza» per l’elezione alla soglia pontificia di Antonio Ghislieri, Papa Pio V, avvenuta nel 1566.
Le opere dell’Angeli, manoscritte o stampate, sono reperibili in numerosi archivi e biblioteche della penisola ma è mia convinzione che molte altre giacciono misconosciute presso raccolte e biblioteche minori come l’operetta Loci de inventione dedicata all’amico Giuseppe Bocca, membro di quell’illustre famiglia nella cui cappella gentilizia fu seppellito il poeta, operetta che ho potuto consultare alcuni anni fa presso la biblioteca Guarnacci di Volterra
La morte lo sorprese a Pisa ove trascorreva i freddi mesi invernali; una città il cui clima egli riteneva fosse più confacente alla sua precaria salute; una città che non lo aveva dimenticato, come dimostra il seguente scritto estratto dagli atti dell’Accademia: Sabato 2 marzo 1595 (1596 secondo il calendario fiorentino) non si lesse né Ordinario né Straordinario, perché Giovvedì notte a ore 8 morì Pietro Angeli, e si seppellì detto dì a ore 18 in circa. Si andò collegi mente da Dottori e Rettore dietro il corpo in S. Giovanni, non potendo in Duomo per l’incendio seguito il Giovedì notte 24 ottobre 1595. Sanleolino orò in Firenze, Iacopo Mazzoni di Cesena fece l’orazione funerale sopra il corpo e tutti i dottori e scolari portarono torce bianche, e la lezione si dette per letta.

Nell’immagine lo stemma dell’Accademia Bargea” che era dedicata a Pietro Angeli e che si proponeva lo sviluppo di Letteratura, Scienza ed Arti

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