Quella casa nel Piangrande…

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Scendendo la via del Piangrande, arrivati alla scuola elementare del capoluogo, non possiamo che restare attratti da una recinzione arancione, da qualche tempo, occupante un tratto di marciapiede che dovrebbe favorire il naturale accesso alla stessa scuola, mentre, invece, oggi chi volesse proseguire in sicurezza dalle macchine, deve farci i conti, perché per quel tratto recintato, si deve camminare nella carreggiata stradale.

Seppur fino a ora non ci siano state particolari segnalazioni, anche perché il traffico è attentamente sorvegliato, non è detto che un domani possa accadere qualcosa di molto spiacevole e personalmente, proprio per la vivacità dei bimbi, ho visto delle scenette non tanto rassicuranti.

Quel tratto è stato recintato per il pericolo che da una casa abbandonata da molto tempo e fatiscente, che quasi fosse un corpo estraneo che s’insinua nel prato della scuola, possano cadere alcune parti che compongono il tetto e se da un lato si sono prese le dovute cautele, dall’altro si è creato, di fatto, un altro pericolo, quello or ora descritto.

Quella casa, seguendo quanto è scritto su una lapide posta sulla parte che guarda la strada e che recita:

“Questa è la prima casa

del Piangrande

costruita da

Antonio Gonnella

nell’anno 1896”

proprio per il tenore dello scritto che ha il sapore dell’ufficialità, in qualche tempo dovrebbe essere entrata in una sorta di tutela, forse da parte del Comune di Barga o altri enti amministrativi superiori. Comunque restando salva anche l’idea che i proprietari avessero voluto sancire con la lapide il non abbattimento della stessa, così impedendolo. Certo è che qualcosa sta nel mezzo a questa presunta storia che ora ci sfugge e che potremmo ricostruire in parte andando a scandagliare un poco proprio l’edificazione della scuola e che ci rimanda ancora ai Gonnella della casa in oggetto.

Infatti, la scuola fu possibile realizzarla in quel luogo (entrando in efficienza con l’anno scolastico 1980-81) perché da parte degli eredi Gonnella ci fu la donazione del terreno su cui sorge, prima uno dei poderi del Piangrande con casa, quella di cui stiamo parlando, che probabilmente rimase fuori dalla donazione o inserita con vincolo del non abbattimento. In seguito su quel terreno sarà costruita anche la palestra, poi intitolata il 25 febbraio 1984, alla memoria del sindaco di Barga ing. Roberto Ceccarelli, sotto le cui cure amministrative si era chiuso l’iter costruttivo della scuola.

L’intitolazione avvenne con una solenne cerimonia civile alla nuova scuola e religiosa con Messa al Sacro Cuore, dedicata alla memoria del buon Sindaco di Barga Ceccarelli, prematuramente scomparso, e dei Gonnella, sul cui terreno donato dagli eredi poté sorgere il complesso scolastico, Antonio e Assunta Gonnella, cogliendo l’occasione per porre in loro memoria una lapide che ricordasse a tutti il generoso gesto:

In memoria di

Antonio e Assunta Gonnella barghigiani

sul cui terreno donato dagli eredi

residenti negli Stati Uniti d’America

il Comune di Barga

edificò questo complesso scolastico.

25 febbraio 1984”

Questa memoria lapidea, seppur ritardata, era già stata sollecitata in occasione degli ultimi lavori della stessa scuola, precisamente dall’allora consigliere anziano del Comune di Barga Felice Menichini, prima sindaco, il quale in un intervento consiliare del 21 aprile 1980, in cui parlavano delle ultime opere per rendere efficiente la scuola, ricordò che c’era stata una richiesta da parte della signora Maria Gonnella Consiglio, residente negli U.S.A., “questa Amministrazione con lettera data 29.8.1978, prot. N. 8384, si è impegnata ad apporre … una lapide in ricordo di Antonio e Assunta Gonnella…”, quindi si provvedesse.

Terminando, tornando alla casa e rileggendo la targa che si affaccia sulla strada, che ci ricorda che quella casa fu la prima costruita nel Piangrande, mi pare ovvio che dovrebbero nascere degli odierni interessi affinché fosse mantenuta a testimoniare di un’epoca in cui, dove oggi sorge la nuova Barga, si stendevano prati coltivati sino alla fine dello stesso Piangrande. Ovviamente consolidando la sua struttura, affinché il pericolo sia tolto e con esso la recinzione, causa di pericolo e non solo per i bimbi.

Pier Giuliano Cecchi

La riposta del Comune di Barga

Abbiamo girato l’articolo sulla casa del Piangrande alla nostra Amministrazione Comunale per fare luce sulla reale situazione di questo immobile fatiscente.
Ecco la risposta:

La casa adiacente il plesso delle scuole elementari di Barga, la casa dell’Agnese come comunemente è chiamato il fabbricato , è da tempo un cruccio per l’ Amministrazione Comunale.

Da tempo l’ Amministrazione sta cercando la possibilità di un accordo con i proprietari dell’immobile per la cessione bonaria all’ Amministrazione con conseguente intervento di risanamento dell’area.
Risalgono agli anni ’80, alla data di cessione bonaria dei terreni per la costruzione del fabbricato, i contatti con i proprietari dell’ abitazione per la bonaria cessione anche dell’immobile.

Come per altre proprietà’ del nostro territorio i proprietari del fabbricato si sono allargati a dismisura: i capostipiti, i discendenti degli stessi, i discendenti dei discendenti.
Un numero elevato di quote di proprietà per soggetti in larga parte anche espatriati che ebbe ad impedire il perfezionamento della cessione alla Amministrazione Comunale.
Nel tempo i tentativi si sono succeduti senza tuttavia pervenire a buon fine.

Ad oggi un soggetto titolare di quote di proprietà ha manifestato all’ Amministrazione la volontà di recuperare il bene; non resta pertanto al momento che vigilare sull’effettivo e rapido concretizzarsi dell’intento per passare, qualora l’opera non si avvii, ad azioni coercitive sullo stesso con gli innegabili rischi collegati a dette modalità.

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Commenti

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  1. Luti Giuseppe


    Finalmente una pubblica risposta data dal Comune di Barga. La cosa da farsi ora è dare un termine perentorio, a chi ha manifestato la volontà di recuperare il bene, entro il quale deve essere sistemata la cosa. Ma non deve essere un termine a lunga scadenza. Cioè mesi, non anni. Di questi ultimi ne sono già passati quaranta.

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