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Rifiuti, l’assessore Fratoni risponde agli industriali: “Termovalorizzatori e discariche non sono la soluzione”

FIRENZE – “Come sa anche Confindustria, la chiusura dei cicli di produzione, compreso lo smaltimento degli scarti di lavorazione, spetta prima di tutto alle imprese, visto che si tratta di i rifiuti speciali”. Replica così l’assessore all’ambiente Federica Fratoni agli industriali che, attraverso Confindustria Toscana Nord, si sono oggi lamentati della scarsa capacità toscana di smaltimento e recupero energetico dei rifiuti. Bene il riutilizzo e la loro riduzione, dice Confindustria, ma gli impianti di smaltimento alla fine comunque servono. “Pensare ancora oggi che termovalorizzatori e discariche siano la soluzione al problema – risponde l’assessore – è una posizione di retroguardia. L’economia circolare è fatta di impianti industriali che per lo più stanno fuori dalla pianificazione pubblica e dal concorso della tariffa sui rifiuti. Per questo il ruolo delle imprese è essenziale”. Fratoni ricorda come la normativa del settore sia esclusivamente di livello nazionale. “Per questo, comprendendo la preoccupazione delle imprese – dice – , chiedo più coraggio nel recepire anche…

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Confindustria Toscana Nord: “Riapertura delle aziende, inconcepibile e inaccettabile lo stato di incertezza”

LUCCA – Il Governo continua a dire che le imprese riapriranno il 4 maggio ma che alcune potranno forse ripartire anche lunedì 27 aprile, cioè, al netto del fine settimana, dopodomani. Non si sa quali e a quali condizioni. L’atteggiamento del Governo è offensivo nei confronti di imprese e lavoratori. Evidentemente chi ci governa non comprende cosa significhi portare avanti un’azienda. Confindustria Toscana Nord manifesta la massima indignazione per lo stato di incertezza in cui sono lasciate le imprese e sollecita i parlamentari eletti nell’area Lucca-Pistoia-Prato – anche dei partiti della maggioranza che sostiene il Governo – a dissociarsi formalmente da questa inconcepibile situazione.

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Decreto del 22 marzo, le chiusure del manifatturiero e dei servizi alle imprese nell’area Lucca, Pistoia e Prato secondo Confindustria

Nell’area di riferimento di Confindustria Toscana Nord – le province di Lucca, Pistoia e Prato – gli effetti del decreto del 22 marzo sulla chiusura delle fabbriche si faranno sentire con grande intensità. Da un calcolo del Centro studi di Confindustria Toscana Nord emerge che, limitandosi al manifatturiero, le imprese classificate come essenziali e che quindi sono autorizzate a rimanere aperte nel complesso delle tre province saranno il 24% del totale, corrispondente al 31% degli addetti. La percentuale emerge dall’analisi dei codici Ateco (la classificazione ufficiale delle imprese in base alle loro specializzazioni produttive), che costituiscono il discrimine fissato dal decreto per stabilire chi può rimanere aperto e chi invece dovrà chiudere. E’ possibile che la percentuale effettiva delle imprese che rimarranno aperte sia a regime leggermente più alta: il decreto prevede la procedura della comunicazione al prefetto da parte delle imprese incluse nelle filiere a servizio dei settori indicati come essenziali, imprese che quindi, attraverso questa dichiarazione, sono equiparate…