Il Comune di Barga presenta la sua idea di piazza Pascoli. Ecco i dettagli

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BARGA – Nella Sala del Consiglio di Palazzo Pancrazi il comune ha presentato, il suo progetto di riqualificazione di Piazza Pascoli, illustrato dall’architetto Nicola Lariccia dello Studio NuvolaB architetti associati.

Si tratta in realtà al momento di una proposta di riqualificazione della piazza, destinata però a divenire in tempi assai brevi progetto esecutivo dato che, come ha più volte sottolineato la prima cittadina Caterina Campani, l’intenzione dell’amministrazione comunale è quella di arrivare a riqualificare la piazza ed a restituirla alla comunità entro l’inizio dell’estate 2026, entro maggio insomma; con avvio dei lavori già da gennaio – febbraio.

Tempi che hanno fatto storcere il naso ai componenti dei Custodi degli Alberi e del Suolo e del comitato pro referendum di Piazza Pascoli che hanno chiesto di attendere almeno la realizzazione del referendum sul futuro della piazza per il quale il comitato promotore cercherà le 900 firme necessarie per portare avanti l’iter. Per Maria Elena Bertoli, dei Custodi degli Alberi e del suolo, non ha senso realizzare una piazza prima che venga realizzato un referendum popolare che ha come temi proprio  il futuro della piazza. Proprio per questo, almeno questo pare essere emerso riflettendo sul dibattito della mattinata, per il comitato, a questo punto, parrebbe necessario accelerare i tempi del referendum andando a raccogliere le firme che lo autenticheranno il prima possibile.

I tempi sono insomma a questo punto gli elementi che faranno la differenza: sia per il referendum popolare, sia per le scelte del comune, che è intenzionato a realizzare il tutto entro l’estate 2026.

Il comune, ha sottolineato la sindaca, non intende rimandare oltre l’intervento; il referendum per l’ente farà il suo corso con il suo iter; ergo se e quando ci sarà l’avallo delle firme potrà essere portato avanti l’iter referendario e quindi volendo anche in tempi brevi, ma per il comune è impensabile rimandare l’intervento su Piazza Pascoli senza alberi, dopo il taglio dei cedri del febbraio 2025: il “deserto” di questa estate 2025, non può essere accettato anche per il 2026.

Il comune insomma intende andare avanti; anche se ha lasciato spazio ad eventuali altri incontri e confronti per ripresentare il progetto non appena entrerà nella sua fase operativa e saranno decisi nel dettaglio anche i materiali e le essenze da utilizzare. Con l’augurio di trovare una sintesi migliore con le parti in causa. Su questo è disposto eventualmente a confrontarsi, ma non a rimandare l’esecuzione dei lavori o a organizzare per la stesura del progetto un processo partecipativo (come richiesto da Maria Elena Bertoli) che richiederebbe tempi assai lunghi.

Questo, in sintesi, riassume un po’ quello che è successo e la sintesi può essere più completa se si dice  quello che si sa da tempo: il comune vuole una piazza dinamica dove svolgere eventi e riorganizzare il mercato; custodi e comitato referendum vogliono una piazza più verde e “raffrescata” e non deputata agli eventi per i quali possono essere trovati spazi alternativi. E dunque… giardino da una parte e piazza dinamica dall’altro… Le posizioni non sono cambiate di una virgola….

Il progetto

Secondo le intenzioni del comune, come spiegato dalla sindaca e dall’architetto Lariccia, la soluzione presentata cerca di venire un po’ incontro a tutte le esigenze ed istanze venute fuori in questi mesi: realizzando una piazza sicuramente più verde dell’attuale (del resto non ci vuole molto per questo…)  e con il ritorno delle piante, anche di notevoli dimensioni ma mai da superare le proporzioni di piazza e abitazioni, ma offrendo anche gli spazi per una piazza in grado di ospitare eventi e il mercato.

Il tutto non ripartendo da zero, ma utilizzando parte degli elementi già presenti, pavimentazione, illuminazione, e altri elementi fissi, tra cui le aree verdi esistenti che saranno riviste, ma che come posizionamento, sono nel solito punto dove sorgeranno le nuove aree a verde. Anche se un po’ meno ampie: 300 mq  di superfice totali.

L’idea quella di creare due giardini, uno floreale in cui ci si immette da Largo Roma che lascia invariata la visibilità della piazza e del borgo alle sue spalle ed uno alberato sullo sfondo, un giardino alberato “mosso” da alcune basse collinette per aumentare anche la presenza di verde. Due giardini verdi percorribili ed attraversabili e, arricchiti da panchine tra cui una più grande che potrà diventare anche un piccolo palco per spettacoli ed eventi. Sarà comunque l’area in fondo quella  dove troveranno posto le nuove piantumazioni, lecci e querce tra gli altri, con alberature scelte proprio per le dimensioni, mai “fuori scala” rispetto alla piazza.

Particolare attenzione, è stato detto da sindaca e architetto, è stata riservata agli aspetti paesaggistici ed ambientali, con un dialogo costante con la Soprintendenza per la scelta delle piantumazioni e delle specie arboree più adatte al contesto.
La realizzazione della riqualificazione (250 mila euro) sarà possibile oltre alle risorse stanziate dall’amministrazione comunale, anche grazie ad un contributo da parte della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca di € 80.000.

Maggiori dettagli sulla ipotesi presentata le potete vedere anche nelle slide che abbiamo ripreso dalla presentazione e che proponiamo sopra.

Come detto, comunque, due “cuscini” verdi all’inizio e alla fine della piazza ed in mezzo uno spazio “multifunzionale” dove troverebbero posto i vari banchi del mercato, ma non solo il mercato dato che la piazza vuole essere nelle intenzioni dell’amministrazione un contenitore in grado di ospitare la gente ma anche la vita del paese.

Perplessità sulla ipotesi di progetto sono state espresse dal capogruppo di Progetto Comune Francesco Feniello; anche in merito alle volontà di rendere multifunzionale e mercatale la piazza senza tenere conto dei vari regolamenti esistenti che renderebbero complicata l’attuazione.

Anche la capogruppo di FareBarga Lucia Morelli ha espresso perplessità e soprattutto ha richiesto un percorso diverso e che ascolti maggiormente le istanze della gente; anche per lei l’unica via non è un progetto calato dall’alto ma un percorso partecipativo.

Alla fine che resta? Il comune ha indicato la sua strada, ed anche metri, metodi e tempi, con qualche piccolo eventuale margine di confronto e di incontro su futuro progetto esecutivo, ma la strada per l’ente è questa.

Le parti in causa senza dubbio restano oltremodo distanti:  tempi e metodi del comune non sono gli stessi di coloro che vogliono invece un referendum consultivo.

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