Da qualche giorno è disponibile sugli scaffali fisici delle librerie e su quelli virtuali dei rivenditori online il nuovo romanzo di Paolo Giannotti: “Morte a Viareggio. Omicidi e magia nera per Pompilio Nardini”
L’autore è molto conosciuto a Barga dove ha vissuto e insegnato lettere alle scuole medie per tanti anni prima di far ritorno a Massa, sua città natale.
Come il precedente “Giallo in Versilia”, anche questo libro è stato pubblicato dalla Fratelli Frilli, casa editrice specializzata in noir per la quale scrive anche il barghigiano Simone Togneri. E come il precedente “Giallo in Versilia”, anche questo libro ha per protagonista il giornalista Pompilio Nardini nell’inedito ruolo di responsabile ufficio stampa del Club Nautico di Viareggio.
Al centro della trama di Morte a Viareggio, la scomparsa di una ragazza straniera dopo un festino privato sulle colline viareggine. La telefonata di un collega coinvolgerà Nardini nell’indagine e lo trascinerà in un labirinto fatto di omicidi e loschi personaggi, prima di raggiungere la verità che, come accade in ogni noir di razza, si rivelerà difficile da digerire e metterà in discussione le convinzioni morali e il punto di vista sul mondo del protagonista. Perché a detta di certa critica è proprio questa la differenza fondamentale fra giallo e noir: il giallo è un meccanismo a orologeria dove, risolto il problema, tutto torna a funzionare come prima; il noir è una discesa agli inferi al termine della quale, anche dopo aver svelato l’arcano e individuato il colpevole, niente sarà più come prima per nessuno dei personaggi coinvolti nella vicenda.
Ed essendo un noir di razza, Morte a Viareggio non si sottrae all’altra regola aurea di questo genere letterario: l’evento scatenante e la rincorsa alla verità forniscono il pretesto per analizzare e raccontare un mondo e i suoi abitanti. In questo caso Viareggio e i viareggini, ma più in generale aspetti noti e meno noti della società in cui viviamo e del modo in cui la viviamo. Profondo conoscitore della realtà versiliese, Giannotti costruisce una storia di magia bianca e nera, esoterismi e misteri credibilmente ambientata nella città segnata negli anni da fatti di cronaca come la vicenda di Maria Luigi Redoli, soprannominata dai giornali dell’epoca la Circe della Versilia e condannata all’ergastolo per aver ucciso il marito con l’aiuto dell’amante. Ma dalle pagine del romanzo traspare anche tutto l’amore dello scrittore per la Versilia e la sua gente, nello specifico gli abitanti di Viareggio che Giannotti definisce forti e dei quali dice di apprezzarne l’indole.
Ai lettori, in particolare ai lettori viareggini, è appunto dedicato il libro: “nella speranza che lo leggano sotto l’ombrellone”, auspica lo stesso Giannotti.
Qui da noi non c’è il mare e di ombrelloni se ne vedono pochi, ma non è un motivo sufficiente per lasciarci sfuggire “Morte a Viareggio” di Paolo Giannotti: il lavoro più recente di uno scrittore di talento e un amico di Barga. In bocca al lupo all’autore per questa sua nuova avventura e buona lettura a tutti noi.
Tag: paolo giannotti, Fratelli Frilli, Pompilio Nardini, Morte a Viareggio


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