Dialisi Barga. Intervengono i sindacati

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Dialisi Barga. Con un comunicato unitario intervengono sulla questione Cgil Fp Lucca, Cisl Fp Lucca, Uil Fpl, Nursind Lucca. 

Ecco il testo integrale.

“In modo del tutto casuale il personale della Dialisi di Barga è venuto a conoscenza della revisione  organizzativa del CAL (Centro di assistenza limitata) in questione e nemmeno il tempo di valutare l’impatto e tutto era  approntato e partito. Ancora una volta nessuna informativa sindacale e nessun preventivo coinvolgimento del  personale in questione, i pazienti poi sollecitati a firmare un’informativa di presa conoscenza  della sicurezza del CAL, quasi una formalizzazione di accettazione delle cure dialitiche. L’azienda poi, dopo aver organizzato una riunione di reparto per rendere partecipi i lavoratori  a recapitato a mezzo e-mail la procedura preparata un paio di settimane prima ma, non divulgata,  sollecitata da chi chiedeva informazioni in merito, a risposto a mezzo stampa oppure tramite i  canali comunicativi aziendali, mentre ancora i timori nemmeno erano stati completamente  rappresentati. Per quanto ci riguarda, appena appreso la questione ci siamo confrontati con gli operatori,  abbiamo inviato una breve lettera per avere chiarimenti e programmato un assemblea, per  comprendere le loro preoccupazioni e cercare di fare un po’ di chiarezza su molti aspetti. Dopo una settimana e a riorganizzazione partita, abbiamo ricevuto la risposta aziendale alla  richiesta di chiarimenti e di un incontro specifico; siamo rimasti ancor più stupiti e perplessi. L’azienda ha affermato che questa era l’unica soluzione per mantenere il servizio a Barga  rassicurandoci sul fatto che questo però si era reso necessario per far fruire le ferie al  personale medico; ha ammesso che la problematica sono la carenza di medici nefrologi  nell’ambito territoriale di Lucca, senza dirci se sta cercando di comprendere le cause o se sta  già preoccupandosi di trovare queste risorse che, ci è sembrato di capire riguardano la nostra  regione ma non gli altri ambiti territoriali, soltanto la Piana e la VdS. Ha ammesso che gli infermieri sono oramai formati, visto che a Barga si faceva già la CAL, ma  non ha precisato che in questo ultimo anno il medico nefrologo era presente; certo ha  rassicurato che c’è un internista ed un anestesista sempre pronto per le urgenze ma ci  risulterebbe che in caso di urgenze i pazienti debbano essere inviati al Pronto Soccorso di  Castelnuovo. In considerazione di questi argomentazioni equivoche, volte a sedare le nostre preoccupazioni  e quelle del personale, evitiamo nel proseguire sulla disamina della risposta che abbiamo ricevuto,  accogliendo favorevolmente la possibilità di un incontro in merito. Sarà occasione anche per comprendere realmente quali siano le intenzioni aziendali e le  prospettive future del CAL di Barga, laddove i pazienti non volessero proseguire questa  esperienza assistenziale , non ci fossero nuovi pazienti valutati idonei per questa tipologia di  trattamento dialitico oppure non ci fosse un reintegro del personale medico, considerando che  lo stato attuale non è una riduzione dei servizi al S.Francesco, ci è stato risposto. Ancora una volta siamo a rimarcare quanto i continui tagli alla sanità nazionale, regionale e locale incidano negativamente sulla gestione ed i servizi sanitari all’utenza a 360 gradi anche per quei  trattamenti salvavita quali la dialisi. Nel marzo 2022, per carenza di personale medico, nel turno pomeridiano la dialisi di Barga è  stata trasformata il C.A.L. (centro di assistenza limitata) in cui si prevedevano un numero  limitato e selezionato di utenti dializzati, che avevano caratteristiche cliniche stabili e  pertanto potevano dializzare per tre ore assistiti solamente da personale infermieristico (vedi  comunicazione aziendale). Eventuale assistenza medica per le possibili criticità che potevano  presentarsi, veniva fornita con il supporto dei medici della medicina di Barga e tramite  telemedicina con i nefrologi dell’ospedale di Lucca. Diversamente la presenza degli infermieri rimaneva invariata. Quest’anno il modello organizzativo degli specialisti nefrologi è ulteriormente ridotto, causa  anche la mancata assunzione di medici nefrologi tanto auspicata lo scorso anno, questi medici  avrebbero dovuto sopportare il turn-over e permettere il regolare svolgimento delle ferie di  quelli in organico. Alla suddetta paradossale situazione si deve aggiungere che nella UOC di Nefrologia e Dialisi  Lucca la responsabilità della struttura è affidata da oltre 8 anni ad un facente funzioni, senza  aver mai provveduto l’Azienda ad indire l’apposito avviso per la nomina del direttore titolare. Proprio in questi giorni l’ESTAR ha caricato sul sito due bandi, di prossima pubblicazione, per  la selezione pubblica ed il conferimento di un incarico ad un dirigente medico nella disciplina di  Nefrologia per la direzione della struttura complessa “U.O.C. NEFROLOGIA E DIALISI  VERSILIA” (62/2023/SC) e conferimento incarico ad un dirigente medico nella disciplina di  Nefrologia per la direzione della struttura complessa “U.O.C. NEFROLOGIA E DIALISI  LIVORNO” (64/2023/SC) i cui direttori sono in pensione da due anni. Si prende atto che per la Nefrologia e Dialisi Lucca, la cui direzione è affidata ad un facente  funzioni da oltre 8 anni. Nessun segnale di interesse da parte dell’Azienda. Premesso quanto sopra, si arriva dunque alla messa in atto della nuova procedura con cui  l’azienda, dal 26 Agosto, decide di trasformare tutti i turni dei pazienti in CAL, dichiarando  quindi stabili anche quei pazienti che fino ad oggi non erano annoverati come tali. Fattivamente, ad assistere gli utenti in tutti gli step del trattamento dialitico, restano solo gli  infermieri coadiuvati tramite telemedicina dai nefrologi di Lucca. A nostro avviso, per tutti i  pazienti chiamati in causa, viene a mancare quella continuità di cure mediche che un trattamento  extracorporeo necessita ed di cui il personale infermieristico non può farsi carico e di cui non  può essere responsabile. Questa che stiamo descrivendo non ci sembra possa garantire  un’offerta sanitaria adeguata e sicura, né per gli utenti, né per l’agire degli operatori sanitari. “

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