Storia del Teatro Differenti. 1795: riparte alla grande la cultura di Barga. (decima parte)

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Con il nuovo Teatro possiamo dire che a Barga la cultura riprende uno straordinario slancio. Si pensi, come abbiamo già detto nella quinta parte di questo lavoro, nel 1795, in concomitanza con l’anno dell’apertura del Teatro, prendesse avvio anche un’Accademia Musicale, che per la sua natura, ossia, oltre a quella concertistica avesse anche una scuola per allievi, in pratica s’inizia percorrere una strada che da lì a ventotto anni porteranno alla fondazione a Barga di un corpo bandistico, una Società Filarmonica o meglio, una Banda Cittadina. Su quest’argomento ci torneremo a fine articolo, così rimarcando ancora una volta cosa volle dire per Barga il rilancio del suo Teatro, degli accademici detti Differenti. Inoltre, come vedremo, ciò sarà anche l’occasione per rendere edotti i barghigiani che l’attuale Banda Luporini è l’erede di tanta storia, che ha un passaggio di straordinario fascino, però lo vedremo in fondo.

Vediamo ora di comunicare qualche notizia circa la riapertura del Teatro, che è pensabile fosse pronto, salvo i piccoli interventi, già sul finire del 1794. Dai miei appunti e altro colgo che l’apertura fu nell’estate 1795 e per la storica occasione fu fatto un manifesto, dove si può leggere cosa si preparò per il programma: due balli, “Il matrimonio disturbato dalla gelosia” e “La scuola di Scultura”, pare di capire che fossero del ballerino Vincenzo Cosentini. Poi tre drammi giocosi per musica, di cui furono fatti stampare i libretti; uno “Il Don Giovanni tenorio o sia il convitato di pietra”, musica del maestro Vincenzo Fabrizi, che aveva avuto il battesimo teatrale, otto anni prima, ossia, nel 1787 al Teatro Valle di Roma. Tre anni prima, nel 1792, era stato messo in scena anche al Teatro Pubblico a Lucca.

Oltre a quello ricordato, in programma c’erano altri due drammi giocosi: “Giannina e Bernardone” e “Il matrimonio segreto”, musicati dal celebre Sig. Domenico Cimarosa Maestro di Cappella Napolitano. Il primo dramma di Cimarosa, che è in due atti, per la prima volta andò in scena l’anno 1781 a Venezia, al Teatro San Samuele. Invece, risaliva a soli tre anni, cioè, al 1792, la prima esecuzione de’ “Il Matrimonio segreto”, luogo di esecuzione il Burgtheater di Vienna, conseguendo uno mirabile e bellissimo successo, tantoché, narrano le cronache, giunti al termine dello spettacolo l’imperatore Leopoldo II, l’ex Granduca di Toscana, seduta stante chiese il totale bis. Questa particolare accoglienza dell’opera, forse, fu l’elemento decisivo per averla proposta anche a Barga? Chissà!

Seguendo il manifesto non è facile inquadrare bene e poi descrivere tutto ciò che si prospetta, anche perché lì c’è tutto un modo di esporre che si basa su come si vedeva allora il dramma giocoso, cioè, come commedia cantata, più che vere e proprie opere tra il serio e il buffo, così come saranno nel concetto ottocentesco, ossia, arie, queste molto importanti, poi i recitativi, cui si aggiungono i cori. Sarà questa una strada che evolverà e intraprenderanno i vari Rossini, Donizetti, Bellini, ecc.

Nel manifesto barghigiano dell’anno 1795 e che è qui nell’articolo, si può vedere che nelle parti si citano personaggi che vanno sotto la dicitura “attori”. Lì possiamo leggere il “Primo mezzo carattere assoluto” il “Sig. Giuseppe Piovani”. Le “Prime donne a vicenda” la “Sig. Luisa Granati e la Sig. Francesca Sansoni”. Poi seguono i “Primi Buffi a vicenda”, la “Seconda donna”, i “Secondi mezzi caratteri”, tutto con tanto di nomi. Un modo che è tutto dell’epoca, perché se ieri fosse stato l’oggi si sarebbe detto diversamente: personaggi e interpreti, con il nome di chi agisce nell’opera e quello di chi lo recita e con quale tipo di voce canterebbe.

 

Andando avanti, poi si passa al “Direttore e compositore dei balli assoluto” il “Sig. Vincenzo Cosentini”, un personaggio che ebbe una certa importanza nell’ambito dell’opera italiana. Così un po’ tutti di questa, ci vien da dire, vera e propria compagnia ma non sappiamo dire se messa insieme per l’occasione o organizzata e quindi itinerante. Il Cosentini ballava con la figlia Aurora. Nel ruolo del “Primo grottesco assoluto” vediamo il “Sig. Gaetano Rubini”, anche questo un personaggio che in questo suo specifico ruolo era conosciuto in Toscana. Segue l’elenco di altri personaggi impegnati nelle varie parti, per giungere alla nota che dice: “Pittore del Teatro e scenari il celebre Sig. Cavalier Francesco Fontanesi di Reggio di Modena e pittore per i balli Sig. Giuseppe Brizzi di Pistoja”. Brizzi (Pistoia 1734-1801),che ebbe di paga 40 Filippi, era un pittore di una certa fama, avendo gestito anche una sorta di bottega con allievi. Di Fontanesi abbiamo già detto nel precedente articolo.

In basso al manifesto possiamo leggere dei musicisti che componevano l’orchestra per gli spettacoli. Per quest’argomento occorre dire che certamente il Teatro non aveva un golfo mistico particolarmente ampio, tutt’altro. In effetti, la buca dell’orchestra aveva lo spazio che occupava anche la Barcaccia, cioè, sul fondo di questa, nelle solite dimensioni, si apriva la detta buca d’orchestra. Questa era limitata e imponeva da sempre un ridotto gruppo orchestrale. Solo negli anni di Opera Barga che nacque e visse nel Teatro Differenti tra il 1967 e l’oggi, ora che nel racconto siamo agli ’70 del Novecento, vediamo che si impose la necessità di un all’allargamento del golfo mistico. Fu una decisione che vide concorde la Soprintendenza di Pisa, con l’attuata idea di usare, all’occorrenza, il sottopalco con lo scorrimento ad hoc della chiusura. Ossia, l’orchestra poteva stare in parte sotto il palco, cosicché si ebbe la possibilità di allestite opere con una vera e propria orchestra, sempre limitata ma più consona alle varie rappresentazioni. Questa opportunità fu molto utile per la ripresa sonora di spettacoli, rari nelle esecuzioni, allestiti da Opera Barga, poi confluiti per la prima volta al mondo in un disco, come “Demetrio e Polibio” di Gioachino Rossini, era l’anno 1979, poi Olivo e Pasquale di Gaetano Donizetti, nel 1980.

Per l’inaugurazione del 1795 ecco che la buca dell’orchestra occupava la parte in basso a terra della barcaccia e vien da sé che l’orchestra fosse limitata. Infatti, nel manifesto possiamo leggere di un “Primo violino dell’Opera” che era Francesco Rafanelli, chi dirigerà la sorta e nuova Accademia di Musica di Barga, però questi è aggiunto a penna, mentre prima c’era un bel N.N., ossia, senza il nome del personaggio. Poi c’era un “Primo violoncello” il “Sig. Germano Bandettini” che sappiamo essere di Lucca. Poi c’erano i ruoli per i balli con un primo violino che era Giuseppe Magnelli, un professore che esercitava, si dice, in Firenze. Altro personaggio un professore di corno inglese, Antonio Galli, che, però, lì suonava l’oboe. Ancora in fondo al manifesto, a penna, si notano altri ruoli e strumenti musicali, come un cembalo, “Al contrabbasso un certo Bonaccorsi di Lucca” e altri due violini. Questa scritta aggiunta, che ha dello strano, pare essere un segno evidente che vi furono delle difficoltà a preparare lo spettacolo inaugurale. Resta da dire che è pensabile che citare un primo violino possa voler dire, tacitamente, che ce ne fossero altri, ecc.

Continuando a leggere il manifesto ecco che,  testualmente, si dice “Il vestiario sarà del tutto nuovo di proprietà del Sig. Giovanni Gherardi”; questi era un impresario teatrale di Firenze. Si continua con lo specificare la durata degli spettacoli inaugurali del Teatro, ossia: “Le recite avranno principio il giorno 19 di Luglio, e si proseguiranno sino alla fine delle Numero 30 Recite ne’ giorni di Sabato, Domenica, Martedì e Giovedì”. Il “viglietto”, cioè, il biglietto, per i Signori forestieri sarà al prezzo di Paoli 3. Per i Signori cittadini Paoli 1, mentre chi avesse voluto abbonarsi per tutte e trenta le recite il costo era di Paoli 20.

Tornando ai giorni delle recite si coglie che il loro inizio, domenica 19 luglio, era per Barga anche la ricorrenza di Sant’Arsenio Eremita, una festa assai sentita sin dal 1521, quando, dopo che per due anni in quel giorno si era avuta una terribile tempesta, cosicché la Comunità decise di prendere in perpetua devozione il Santo che ricorreva quel giorno, appunto, Sant’Arsenio. Non fu però una devozione affidata alle sole coscienze ma, bensì, fu sancita con una delibera del Consiglio della Terra. Singolare ancora un’altra domenica di recita, quella del 16 agosto, giorno altrettanto importante per Barga, perché ricorreva San Rocco, anche questo un santo preso in devozione con delibera consiliare dell’anno 1479. Parimenti per il giorno di sabato 25 luglio, ricorrenza del patrono San Cristoforo. Questo per dire che l’inaugurazione del Teatro, i giorni scelti per le recite, in quei 1795, parte di essi combaciavano con dei momenti già abbastanza espressivi, diremo che essendo feste comunitarie conferivano all’avvenimento teatrale un certo valore aggiunto.

L’importante appuntamento barghigiano si volle far arrivare anche sulla Gazzetta Toscana che ne parlò nel numero 34 dell’agosto 1795. Dalla cronaca che riporteremo integralmente, cioè, da ciò che scrive il cronista, certamente uno di Barga, riusciamo a capire meglio anche il senso del manifesto inaugurale di cui si è parlato in precedenza, ma andiamo a leggere:

 

Barga, 11 Agosto.

Fino de’ 19 luglio p. p. fu aperto il Teatro dei Nobili Sig. Accademici Differenti di questa Terra, nuovamente ricostrutto sul gusto di una ben intesa Architettura, e decorato poi da sorprendenti Pitture del Sig. Cav. Francesco Fontanesi, il di cui nome e talmente noto a tutta l’Europa per simili di lui opere Teatrali, e per le altre virtù che lo adornano, che qualunque elogio far se li potesse sarebbe sempre inferiore al suo gran merito.

Questa apertura seguì con Burlette in Musica, e con scelti Balli in cui si è sommamente ammirata l’abilità dei Professori tutti, dai quali sì le une che gli altri sono stati e vengono attualmente eseguiti.

Nelle prime si è fatto particolarmente distinguere il Tenore Sig. Giuseppe Piovani abbastanza celebre per il possedimento in grado sublime della professione che esercita, ed ha riportato l’universale applauso, non meno che le altre virtuose ed in specie la Sig. Luisa Granati.

Nei secondi poi hanno fatto spiccare la loro grande abilità il Sig. Vincenzio Cosentini primo ballerino, e Direttore dei Balli, la Sig. Aurora Benaglia di lui consorte, ed i Sigg. Gaetano Rubini ed Anna Rubini primi grotteschi.

Un si fatto divertimento, e spettacolo accompagnato, da una scelta orchestra di Professori, fra i quali conviene rammentare il Sig. Francesco Rafanelli primo violino, ed il Sig. Antonio Galli celebre oboista, è riuscito talmente brioso, e piacevole che ha richiamata e richiama tuttavia l’attenzione di un gran numero di Forestieri, ai quali si lascia di farne il meritato elogio.

 

Abbiamo rilevato che secondo quanto prospetta il manifesto ci dovessero essere state delle difficoltà a mettere nero su bianco l’iniziativa inaugurale e questo ci pare emerga anche dagli appunti in possesso dello scrivente, dove si nota che “L’apertura del Teatro fu nell’estate 1795, con burlette in Musica e Balli”. Fin qui niente di strano, ma andando avanti si apprende che inizialmente fu data l’impresa a un certo Pedrinelli ma che vi fu un imbroglio tale da far decidere l’Accademia ad assumersi l’onere di tutta l’impresa. Inoltre le recite dalle previste trenta invece furono trentadue, forse per consentire all’Accademia di realizzare un introito maggiore per coprire le spese incontrate negli allestimenti, come anche la permissione di “beneficiate” per andare incontro agli artisti, cui restava l’incasso. Si annota ancora che molti furono i forestieri che giunsero al Teatro dai Bagni di Lucca, si dice trecento, mentre pochi dalla Garfagnana.

L’incasso fu di 460 Filippi, che sommati ai 140 che avevano concordato gli accademici di contributo, saliva a 600 Filippi. Gli spettacoli, opere e balli, costarono Filippi 1400 e quindi ci fu una rimessa di 800 Filippi. Andando ancora a vedere gli incassi, si viene a sapere che i contadini, rispetto alla cifra dei biglietti che abbiamo già visto, potevano entrare al Teatro pagando 4 grazie. Il caffè del Teatro l’ebbe Giuseppe Talinucci detto “Pellegrina” che oltre a suonare ogni sera gratis, pagò all’impresa 30 Paoli e si dice che “fece molto bene”. Per il patrono di Barga San Cristoforo, il Teatro “fu illuminato a giorno a spese dei Compadroni.” Comunque si chiosa che nonostante le spese incontrate tutto andasse a meraviglia. Del resto per un’inaugurazione non si poteva o meglio, non aveva molto senso essere troppo fiscali.

Ora passiamo a vedere cosa si mosse d’importante nella società barghigiana con la ripartenza del Teatro degli accademici Differenti, cui si affiancò un’Accademia Musicale. In pratica, specialmente con la seconda volontà, cioè l’attività concertistica che prevedeva, così come si è arguita, anche una scuola per lo studio della musica e pratica dello strumento, come tutto ciò finì per stimolare e condusse, pian piano, alla nascita di una Banda. Questa, nacque rispetto a questi 1795, dopo ventotto anni ma certamente un grosso impulso gli venne proprio dalle attività che nel Teatro si svolgevano, tra cui la detta musica. Vero che i tempi stavano socialmente progredendo, però se non si è creato prima un substrato culturale, è ben difficile che qualcosa nasca all’improvviso.

In pratica la Banda nacque in virtù di una volontà propria di facoltosi cittadini barghigiani, che certamente gravitavano anche intorno al Teatro e, ovviamente, fu a carattere privato. Divenne pubblica quando la Comunità intervenne direttamente con sussidi.

Questo inciso lo facciamo perché ci siamo accorti che quest’anno sono due secoli che nacque a Barga una banda che, tra alterne fortune, si è tramandata sino a oggi, ma andiamo per ordine. Intanto, va detto che la data della nascita di una banda a Barga si apprende da una lettera che reca la data 1846, scritta alla Comunità di Barga da due personaggi che denunciano, dopo ventitré anni rispetto al 1823 della fondazione, un grave pericolo per la sua sopravvivenza. I due sono il capobanda e il suo vice che invocano il pubblico aiuto alla Comunità. Leggiamo lo incipit della lettera e tutto si farà chiaro:

 

Avanti gli Ill.mi Sigg. Gonfaloniere, Priori e Consiglieri rappresentanti la Civica Comunità di Barga, compariscono.

I sottoscritti (Dott. Marcello Cardosi Mazzolini Capobanda e Tenente Antonio Cardosi Bartolini Vice Capobanda) nella loro qualità di Capi della Società Filarmonica di Barga, i quali rispettosamente rappresentano alle SS. LL. Ill.me.

Che fino dal 1823 fu istituito in questa Terra di Barga un Corpo Armonico, comprensivo di persone di primo e secondo ceto, che fino ai nostri tempi ben condotto e riuscito di utile alla popolazione tutta.

Che questa onorevole Società è venuta e viene ogni dì meno, e attesa la morte di tali soggetti, che facoltosi le mantenevano la economica floridezza e zelante il buon andamento, e attesa l’età senile di tal’altri che ormai per natura loro inabili si sono ricusati di più formarne parte.

Che ai rimasti in detta Società e in genere impossibile sostenerla di per loro stessi con convenienza e onore, sia in rapporto al di lei stato economico, sia pure rapporto al raggiungere quello scopo cui tende l’istituzione …

In pratica, per non voler vedere sciolta la banda, unica unione che esiste e dà lustro a Barga, così come si praticava in tutto il granducato, ossia, che le Comunità sostenevano le loro bande, così essi sperano sia accolta la richiesta di un contributo, ecc. La richiesta fu accolta perché noi sappiamo che la banda diverrà municipale, con una scuola e in quelle vesti avrà un passaggio dei più belli che si possano raccontare. Vedi nota (18)

La Banda Municipale, sul finire dell’Ottocento, si vide affiancata dalla Fanfara Angelio, all’atto pratico, costituendo due gruppi musicali distinti che però finirono con l’unirsi l’anno 1912 a costituire un solo gruppo che si volle nominare “Banda Comunale Gaetano Luporini”, che ancora oggi esiste. (19)

Con il prossimo articolo continueremo a vedere cosa si mosse circa il Teatro dopo l’inaugurazione del 1795.

 

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18) Siamo all’anno 1872. La Banda, che aveva assunto il nome di Municipale e aveva come presidente il dott. Pietro Tallinucci, quando in quell’anno morirà a Pisa Giuseppe Mazzini, mosse da Barga per recarsi ai funerali pisani. Il corteo funebre per accompagnare alla stazione il grande italiano, da dove la salma avrebbe raggiunto la sua città di Genova, vide alla testa la Banda di Barga assieme a quella di Livorno. Vedi su questo sito: Pietro Tallinucci e L’arciconfraternita di Misericordia di Barga (quinta parte), di Pier Giuliano Cecchi.
19) Renzo Cresti: Testimonianze di civiltà. Le Bande Musicali in Provincia di Lucca. Lucca, 2006. Volume 1°.

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