La Gioconda e il segreto di Leonardo. Intervista all’autore del libro Pietropaolo Pighini

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Pietropaolo Pighini è certamente un personaggio conosciuto in tutta la Valle del Serchio. È un ingegnere civile libero professionista e insegnante. Ha molte passioni fra cui la poesia, la storia locale, il canto. Ho pubblicato quattro libri con un quinto in preparazione. Ha molti interessi, appunto, come il canto che esercita con “Le Voci del Serchio”, ama la storia, che scrive e vi entra emotivamente partecipando a compagnie storiche di figuranti, rappresentando nobili e vicari garfagnini che hanno segnato le vicende della Terra.

A noi del Giornale di Barga se Pighini è noto per tante di queste cose, lo è soprattutto per quel suo libro che gli vediamo tra le mani: La Gioconda e il segreto di Leonardo, edito da circa quattro anni, nel 2019 ma che merita certamente ancora attenzione. Infatti, è un testo molto interessante che nel sottotitolo si spiega nel suo intendimento, che poi è ciò che ha dato il la a questa nostra intervista: Il Genio e il messaggio racchiuso nella sua opera più famosa.

Qual è di Leonardo il segreto che sta serrato nel suo quadro, La Gioconda, e che Pighini ha svelato? Leggiamolo in quest’intervista, nelle risposte che ci ha dato alle nostre domande.

Tu inizi il libro della Gioconda con l’esperienza personale dei tuoi studi matematici, poi ti soffermi sul Numero Aureo, ci vuoi dire in due parole, se possibile, qual è la sua importanza?

 

Il numero aureo o numero di Dio è conosciuto fin dall’antichità. È importante perché presente in natura ed utilizzato sia in pittura che in architettura. Consiglio, a chi non lo conosce, di cercare su internet le sue incredibili proprietà e di vedere il cartone della Disney che lo spiega in modo semplice.

 

Sei un amante dell’opera di Leonardo da Vinci ma ciò che ti ha invogliato a scrivere il libro è stata la tua particolare scoperta, frutto di un calcolo matematico basato sulle misure della tavola su cui è dipinta La Gioconda, che dà i numeri 1,452, cioè, l’anno di nascita dell’artista. Cos’è che ti ha spinto in questa direzione?

 

Leonardo ha studiato il numero aureo riconoscendolo alla base della perfezione. L’Uomo Vitruviano è costruito con questo numero. La curiosità mia è stata quella di vedere se nella Gioconda fosse presente. Invece ho trovato un’altra cosa che era sotto gli occhi di tutti ma mai rilevata da nessuno: un semplice calcolo, facilmente verificabile, che porta alla data di nascita di Leonardo.

 

Detto questo, il cittadino comune potrebbe chiedersi: ma il risultato non può essere un caso?

 

Una proporzione precisa fino alla terza cifra dopo la virgola può essere un caso? I numeri sono infiniti…

 

Nel quadro La Gioconda, si nascondono tanti misteri, che tu indaghi: puoi aiutarci a capire perché Leonardo ha sentito così forte il desiderio di celarvi tanti messaggi?

 

Leonardo, alla corte degli Sforza, era venuto a conoscenza di alcuni segreti della cristianità. Ma siamo nel XV secolo e su molte cose era rischioso parlare. L’unico modo di raccontarle era quello di celarle in modo che fossero leggibili solo da pochi. Vi siete mai chiesti perché la dama del dipinto è priva di ciglia e sopracciglia? Perché nella Gioconda Isleworth, dipinta 10 anni prima di quella del Louvre, è così evidente la presenza di un lago e delle due colonne laterali mentre nella versione definitiva sono appena visibili? Perché sotto un’arcata del ponte, sulla destra del paesaggio, compare il numero 72? Messaggi nascosti perché, secondo me, siamo in presenza della donna più importante del cristianesimo: la Maddalena. Leonardo ci racconta tante cose di lei che potevano essere comprese solo da chi era a conoscenza di certi segreti…

 

Nel leggere il libro, ci pare di capire che Leonardo abbia racchiuso ne’ La Gioconda, anche un suo messaggio personale e solo per se stesso, che ci viene proprio da quel 1,452, la data di nascita. Ossia, che lui nato da una donna come questa, cioè, che nel quadro è incinta, ovviamente lui da sua madre che simbolicamente qui gli si raffigura, e questo accadde proprio l’anno 1452. Potrebbe reggere una simile idea?

 

Leonardo non si privò mai del suo dipinto. Inoltre la Monna Lisa appare più giovane nella prima versione: questo indica che la modella era una donna che Leonardo ha visto crescere e che frequentava spesso. La madre, certo, per la quale Leonardo provò sempre un amore profondo.

 

Perché Leonardo “giocava” con il mistero?

 

Perché si era accorto che tutto è mistero. Ogni studio di Leonardo è stato fatto per scoprire le leggi che il Creatore ha nascosto nella natura, nella matematica, nella geometria, nelle proporzioni dell’uomo, nel volo degli uccelli, nel miracolo della vita.

Sei soddisfatto dei risultati raggiunti da questa pubblicazione?

 

Sì, tantissimo. Resto stupito quando persone che non conosco mi chiedono: “Lei è quello che ha fatto la scoperta sulla Gioconda?”. Il volume è stato spesso fra i libri più venduti di Amazon nelle sezioni dedicate alla pittura, e poi … ne stiamo ancora parlando a distanza di tre anni e mezzo dalla pubblicazione …

 

Grazie Pietropaolo. È stato un piacere averti intervistato e al tempo stesso di aver scoperto con te, tramite il tuo libro, che vivamente consigliamo di leggere, uno dei tanti misteri di Leonardo che si cela nel suo capolavoro che è, se non il quadro più famoso al Mondo, certamente uno dei più conosciuti.

La Gioconda, però, ancora oggi ci guarda come se volesse dirci qualcosa e chissà, se con quel suo guardo quieto, buono e carezzevole, proprio così non l’abbia voluta Leonardo, cioè, che dai mondi dei mondi una donna lo guardasse come può solo una madre da cui nacque in quel magico numero 1452 che esce dal calcolo delle misure del quadro? Comunque sia stato non ci resta altro da dire, sennonché Leonardo, sia dei nostri personaggi uno tra quelli che grandemente onora la nostra Terra Italiana.

 

 

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