Ci siamo lasciati con il sesto articolo di questa lunga passeggiata per Barga, che avrà altre puntate, con l’idea che da Porta Macchiaia avremmo raggiunto questo luogo che ha tutto il segno dell’Italia che inizia a intravedere il suo percorso postrisorgimentale, ossia, siamo all’epoca in cui si stava attrezzando il neo Regno per affrontare le sue sfide dirette al futuro sociale del suo popolo ora racchiuso nello stivale finalmente da potersi dire italiano a tutti gli effetti, anche se ancora incompiuto nella sua interezza, specialmente Roma capitale. Cosa è allora quel nome Fratellanza Artigiana che si può leggere su questo palazzo di Barga?
Presto detto: quando nel 1861 nacque il Regno d’Italia che pian piano aveva inglobato quasi tutte le realtà italiane sino ad allora divise, ecco che insorse il grande problema di una nuova organizzazione sociale e seguendo l’idea di Giuseppe Garibaldi e di Giuseppe Mazzini si attuarono le Società Operaie dette anche Fratellanze Artigiane di Mutuo Soccorso. La seconda definizione fu un modo di appellare le varie società che aveva avuto il suo inizio in Firenze, con la prima Fratellanza Artigiana di Dolfi, un carattere che nella ex fiorentina Barga attaccò molto bene e, infatti, è con questo nome che vollero fosse ricordata dopo cinquanta anni dalla fondazione nella lapide che sotto vediamo.
In Barga, come sappiamo, centro della massoneria riconosciuto a tutti gli effetti, la cosa si mosse seguendo l’ideale di Garibaldi che da subito fu eletto presidente onorario della Società, mentre l’effettivo fu il gran patriota dott. Pietro Tallinucci.
La vita del sodalizio nei primi anni non fu assolutamente facile perché la costituita e nuova Società era caduta sotto il vigile occhio della giustizia e fu sul punto tale di dover cadere sotto la pesante mannaia della censura del Regno, questo perché aveva adottato come presidente onorario Garibaldi mentre avrebbe dovuto eleggere Re Vittorio Emanuele II e poi perché a motto avevano usato parole che in qualche misura richiamavano l’ideale repubblicano.
Si è subito capito che in Barga era stata vivissima e ancora lo era la questione dell’Unità d’Italia, grazie soprattutto all’avvocato e ora neo deputato del Regno Antonio Mordini che però si portava appresso un “sospetto”, quello di essere stato mazziniano e poi il prodittatore di Garibaldi in Sicilia, seppur con lui fosse stato a Teano a consegnare la Sicilia a Re Vittorio Emanuele II. Con Mordini che fungeva in loco da nume tutelare di tutta l’operazione Fratellanza Artigiana, c’era in Barga un folto gruppo di uomini ancora abbastanza giovani tra cui spiccavano l’avv. Gaetano Tallinucci (Barga 1819-1879), suo fratello il dott. Pietro (Barga 1820-1884) che da studente all’Università di Pisa era stato affiliato, con gravi difficoltà personali, alla Giovine Italia di Mazzini. (30)
Con questi presupposti, certamente repubblicani, la scelta dell’auspice non poteva cadere che su Garibaldi. Così scegliendo però posero la nata istituzione nell’attento mirino del Ministero dell’Interno del Regno sino a una fatidica riunione in cui, seppur restando intatta la scelta di Garibaldi, si fece pubblico e solenne giuramento al Re. Solo allora e finalmente, così fugando ogni sospetto circa le passate aspirazioni repubblicane dei maggiori componenti l’istituzione, era il 1863, l’istituzione poté iniziare il suo tranquillo cammino. (31)
Sul muro della casa vediamo la lapide che ricorda il giorno della fondazione e allora leggiamola:
Nell’Assemblea tenutasi in questa casa
Il 19 marzo 1862
Offrendo gli auspici
Nel pensiero Giuseppe Garibaldi
Nell’opera Antonio Mordini
E la prima luce del Risorgimento
Salutando il fiorire delle libere Istituzioni
Il Popolo di Barga
Fondò la Fratellanza Artigiana.
Nel Cinquantenario della fortunata origine
La Società pose.
I soci fondatori furono: Mordini avv. Antonio – Cardosi Mazzolini dott. Marcello – Donnini Vincenzo indoratore – Guidi Tommaso intagliatore (primo vicepresidente) – Tallinucci avv. Gaetano – Jaccheri Isidoro muratore – Tallinucci dott. Pietro medico (primo presidente) – Donnini Virgilio intagliatore – Lucherini Giovanni meccanico – Tallinucci Luigi perito agrimensore – Diversi Francesco – Equi Michele orologiaio – Luchini Francesco maestro – Jaccheri Jacopo muratore (segretario).
L’anno 1902, il 4 aprile, la Fratellanza deliberò quale secondo presidente onorario perpetuo assieme a Garibaldi, il Sen. Antonio Mordini, mentre il 13 marzo 1912 quale vice presidente onorario perpetuo Pascoli Prof. Giovanni. Si noti che entrambe le nomine coincidono con l’imminente e prevista dipartita dei due grandi personaggi. Mordini morì il 14 luglio 1902, mentre Pascoli il 6 aprile 1912. (32)
Una pubblicazione del 1877 ci fa conoscere la consistenza associativa della Fratellanza Artigiana di Barga, lì detta Società Artigiana di Mutuo Soccorso. Il numero dei soci è 100 più 7 onorari. Giorni di malattia sussidiati 279 per dieci persone più un vecchio incurabile. Il patrimonio è di £ 4805,95. I contributi dei soci effettivi ed onorari è di £ 279,70, più rendite e doni fanno il totale di £ 647,83. Spese per ammalati e vecchi incurabili £ 132,40, di amministrazione £ 12,10, altre spese £ 339,25 per un totale di £ 483,85. (33)
Una delle cose molto interessanti di questo sodalizio sta nel fatto che non fu inteso di costituirlo con la sola finalità di un mutuo soccorso in caso di malattie dell’artigiano associato, bensì ben più alti furono gli scopi. In particolare quello di fornire ai figli maschi e femmine degli associati dei corsi di studio primari, poi d’arte e mestieri, forse pensarono anche a un vantaggio culturale per gli stessi artigiani. Comunque le scuole furono pensate anche per i ragazzi esterni all’associazione, nel caso, non ricevendo un’istruzione gratuita ma a pagamento.
Per la scuola primaria, pensarono alle elementari, perché si annota la prevista età di accesso, cioè, di sei anni, mentre per quelle tecniche dieci, con libri gratis per i meno abbienti, però da riconsegnare ogni volta al maestro. Quest’ultimo corso tecnico, di tre anni, si pensa che nei progetti fosse visto come una scuola di Avviamento Professionale al lavoro, dove avrebbero imparato il disegno d’arte applicato ai mestieri della pittura, formatura del gesso, intaglio del legno, lavorazione del ferro battuto, ecc. Similmente anche alle ragazze si sarebbe insegnato sempre il disegno da utilizzare però nel ricamo, cucito, ecc. Pensarono ancora che sarebbe stato interessante se vi avessero ricevuto quelle utili lezioni culturali che gli avrebbero consentito di affrontare il futuro in modo certamente migliore. Questi intendimenti sono ben chiari e occupano buona parte del primo statuto pubblicato l’anno 1864 e così nei successivi. Ovviamente a ogni buon proposito deve corrispondere un sostegno economico e questo lo ebbe altrettanto ben chiaro, scrivendolo negli statuti e senza fraintendimenti, che ciò si fonderà quando la Società potrà avere quei fondi necessari. Tutto questo progetto però si ridusse ad aprire una scuola tecnica di disegno.
Qui occorre un inciso per capire cosa volesse dire quel forte proposito di istituire delle scuole interne alla Fratellanza Artigiana, che inizialmente furono pensate anche elementari. Allora, è possibile che risiedesse nell’accorgersi che la nuovissima Italia era un Regno che l’Associazione, inevitabilmente, vedeva in grande affanno circa la sua laicità, cioè quella pensata società dei cittadini da condurre verso mete migliori ed anche unitarie, soprattutto da tenere il più possibile discosti dal mondo clericale. In un certo senso ci vengono alla mente le immagini del libro Cuore, di quei bimbi studenti che oltre a una volontà spesso abbandonata, ben poco di altro ebbero di sostegno sociale, se non maestri di grande umanità, una situazione che purtroppo portò i possidenti a riconsiderare importantissima l’istruzione privata per i propri figli, maggiormente indirizzati a strutture a carattere religioso.
Va detto che in Barga c’erano già le scuole pubbliche elementari divise tra maschi e femmine, ma in pratica il nuovo fece nascere problemi da affrontare che sempre hanno bisogno di pochissime chiacchiere ma di tanti fatti concreti. Certamente videro che il nuovo stava facendo languire l’istruzione e in questa landa dell’antica Toscana, che vide sempre l’insegnamento come un bene per tutti da coltivarsi laicamente con decisione, ecco che la Fratellanza, forte d’intelligenti, grandi e fattivi personaggi, colse al volo nei suoi intendimenti questo basilare aspetto della società, perché poi in definitiva, avrebbe reso ancor più forte ogni giovane cittadino e questa è una scelta eminentemente progressista. Una convinzione che comunque fuori dall’associazione di cui parliamo aveva i suoi sviluppi a livello locale e fu l’humus che per ponderati passi, fece fiorire la prima scuola superiore della Valle, le successive Magistrali. All’epoca, siamo al 1868, infatti, ci accorgiamo che in Barga c’era già una scuola pubblica diretta da dott. Salvi Giuseppe, con dei professori: Retorica, Umanità e Grammatica greca retta dal Canonico Pietro Conti; Grammatica latina e italiana Canonico Francesco Cardosi; religione, storia e geografia, Sacerdote Massimiliano Marcucci, tutti preti. Mentre la scuola elementare aveva come maestro Pietro Groppi che aveva studiato dai preti. Qui forse è il sorgere dell’idea di una scuola maggiormente laica, che non negasse, ma neanche andasse a infittire le fila di chi tanto aveva fatto dannare questi patrioti per l’Unità d’Italia, specialmente per Roma capitale che ancora era un sogno che si realizzerà solo il 3 febbraio 1871.
Noi ora ci poniamo a sedere sul muretto che sta sotto questo palazzo, così aspettando il prossimo ottavo articolo con cui continueremo quest’affascinante storia. (continua)
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