PCI “I problemi della sanità in Valle del Serchio non sono risolti”

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Dal PCI di Lucca e Valle del Serchio riceviamo e pubblichiamo.

 

Il Pci Lucca e Valdiserchio interviene nuovamente sul tema della sanità in Valle del Serchio all’indomani della giusta denuncia dell’associazione “Non Una di Meno” circa l’impossibilità di praticare nei nostri Ospedali, in particolare su quello di Barga dove è localizzata l’Unità di Ostetricia e Ginecologia, l’interruzione volontaria della gravidanza. E’ una situazione assolutamente inaccettabile, che ormai dura da tempo anzi come denuncia NUDM è ormai strutturale per la mancanza di personale sanitario non obiettore. Chissà se il Presidente Giani così premuroso nel recarsi a Barga quando si tratta “di biciclette” nell’occasione si sia informato   o abbia preso impegni sulla sanità in Valle del Serchio. Ne dubitiamo. Premesso che dal nostro punto di vista il diritto all’obiezione andrebbe cancellato, almeno nelle strutture pubbliche, riteniamo che in ogni reparto di Ostetricia Ginecologia il diritto all’aborto debba essere garantito, senza eccezioni e costi quel che costi. Si tratta di un diritto fondamentale delle donne e non può essere assolutamente negato.  Questa grave lacuna si aggiunge a quelle già note circa lo stato della sanità in Valle del Serchio. Dopo l’incontro dei Sindaci della Garfagnana con l’assessore regionale alla sanità Bezzini, abbiamo sentito da parte di alcuni, per fortuna non da tutti,  toni eccessivamente trionfalistici circa i risultati ottenuti; spicca in tal senso il patetico post sui social del consigliere regionale Puppa che con una suggestiva immagine, poi oggetto di una giustificata ilarità, esaltava l’uscita dalla tempesta di una nave, l’ospedale di Castelnuovo. Riteniamo giusto e doveroso ringraziare la Conferenza dei Sindaci per lo sforzo profuso; comprendiamo quanto sia difficile far sentire la propria voce in Asl gigantesche come quelle volute dalla Giunta Toscana e quanto sia difficile difendere la sanità in zone montane e periferiche dopo anni di tagli,  Legge Balduzzi 2012 e decreto ministeriale 70 del 2015.

Tuttavia i risultati ottenuti sono temporanei, parziali, non strutturali; si basano su collaborazioni temporanee con professionisti di altre strutture e sulla rinuncia al diritto alla pensione di un medico qualificato. Come qualcuno ha detto, si tratta di una toppa; non possiamo abbassare la guardia, è stata placata l’emergenza ma i problemi si potrebbero riproporre tra non molto tempo.

Durante la manifestazione di sabato 8 maggio a Castelnuovo Garfagnana, che ha riportato in piazza un tema come la sanità, seppure disertata da una parte del Pd, in più di un intervento è stato ricordato come molte delle problematiche sorgono dall’applicazione da parte dell’Azienda Sanitaria della legge Balduzzi del 2012.  Per chi avesse la memoria corta Balduzzi era il ministro della sanità del Governo Monti; la sua riforma, approvata a larghissima maggioranza come avviene con i cosiddetti “governi tecnici”,  spinse ad organizzare la sanità secondo le logiche di mercato sostenute esplicitamente a livello internazionale dalla Banca Mondiale, nell’ambito delle politiche di austerità e tagli alla spesa.

Pertanto chi abbia veramente a cuore le sorti della sanità nella Valle del Serchio, e non solo, deve impegnarsi per cambiare in Parlamento le logiche aziendalistiche e privatistiche che sono state alla base delle ultime riforme sanitarie.  Occorre destinare adeguate risorse alla sanità pubblica, per investimenti, attrezzature, ricerca e personale. Ma serve anche la consapevolezza della necessità di combattere seriamente l’evasione fiscale e di caratterizzare il sistema impositivo ad una maggiore progressività. Non si può pensare di difendere la sanità pubblica e contemporaneamente sostenere la flat tax come fa la destra.  Occorre scegliere tra Stato o Mercato.

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