Suor Maria Cristina Marcucci (Barga 1876-Pisa 1935). L’Angelo delle “visitandine”. (quarta e ultima parte)

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Riprendendo la storia che è nel titolo, vediamo come dalle consorelle del Monastero di Pisa fu dato l’annuncio del trapasso di Suor Maria Cristina, reso pubblico con le parole che seguono:

 

Dal nostro Monastero di Pisa, 17 febbraio 1935

Dopo un lungo martirio sopportato con la dolce serenità dei Santi si è spenta oggi a ore 10, nel bacio del Signore, la nostra On.ma Sorella Deposta Maria Cristina Marcucci, vero angelo di soavi virtù, che era il luminare della Comunità, il conforto e l’appoggio di tante anime, che a Lei fiduciose ricorrevano.

Nel nostro grande dolore adoriamo i disegni crocifiggenti, ma sempre amorosi della Divina Volontà, e imploriamo suffragi per l’anima elettissima della nostra cara Estinta.

Le Religiose della Visitazione S.ta Maria D. S. B.

 

A Barga la notizia della morte di Suor Maria Cristina arrivò certamente subito e, tramite i fratelli, fu passata anche al locale giornale La Corsonna che nell’edizione n. 18 del 22 settembre 1935, con queste parole che seguono, concettualmente tratte dall’annuncio delle Consorelle di Pisa, sua volta così ne dette l’annuncio a tutti i compaesani:

La morte di Suor Cristina Marcucci

Dopo un lungo martirio sopportato con la dolce serenità dei Santi, nel giorno 17 corr. In cui la Chiesa ricorda la Stimmate di S. Francesco, nel monastero della Visitazione a Pisa è spirata nel bacio del Signore, Suor Maria Cristina Marcucci, al secolo Rosina Marcucci.

Come le sue consorelle si sono espresse Essa era un vero angelo di soavi virtù, era il luminare della comunità, il conforto e l’appoggio di tante anime, che a Lei fiduciose ricorrevano.

Barga che fin dai primi anni ha potuto apprezzare l’intelligenza e le virtù e l’ha veduta nella vita secolare maestra e direttrice del R. Conservatorio, partecipa al vivo dolore della Famiglia Religiosa, e della famiglia Marcucci e al Sig. Canonico Enrico e alle sorelle esprime vive condoglianze.

Si noti che in quest’articolo, ricordando Rosina Marcucci quale maestra delle scuole elementari del Conservatorio, lì è ricordata come persona secolare, mentre abbiamo visto che dal 1906 era già una Suora, con il nome di Maria Cristina, ma il giornale, ovviamente, non poteva saperlo perché era stata una consacrazione avvenuta in segreto.

Tornando al Monastero di Pisa, dove è morta Suor Maria Cristina, vediamo che da subito la sua santa vita, il suo esempio nella fede, la sua vita specchiata, la profonda spiritualità, sono tutte cose che hanno segnato energicamente tutte le consorelle e tutti i visitatori che hanno fatto ricorso alla sua parola, alle sue preghiere. Il forte ricordo, unito a un senso di ringraziamento, pervade tutti, tanto da far decidere che quella vita, il suo messaggio, non meriti assolutamente l’oblio e ogni parola che si potesse ancora dire, in qualche misura restasse per sempre, come se una memoria scritta avesse la forza di renderla e mantenerla viva a tutti oltre la morte.

Non corre molto tempo da questo pensiero all’atto pratico, infatti, già nel febbraio 1936 è pronto un libro di cui abbiamo già parlato nei precedenti articoli e che comunque ripetiamo: Breve Biografia di Suor Maria Cristina Mariuccia 1876 – 1935. Non è firmato ma quasi certamente ne fu Autrice una consorella del Monastero della Visitazione di Pisa, che l’aveva ben conosciuta e che per tratteggiare la vita vissuta a Barga sin dalla nascita, fece ricorso a uno scritto richiesto a Suor Marianna, la sorella di Suor Maria Cristina che viveva al Conservatorio di Santa Elisabetta della stessa Barga.

 

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Pronto il libro, per la Pasqua dell’anno 1936, che cadeva il 12 aprile, ecco che Suor Marianna, anche in nome di tutte le sorelle e del fratello, ne dona una copia al proposto di Barga Mons. Lino Lombardi:

  1. Pasqua 1936. Al Rev.mo Signor Proposto perché preghi per la nostra indimenticabile sorella. Marianna Marcucci.

 

Due anni dopo, l’anno 1938, a cura dell’Opera Don Bosco di Nizza, il libro è tradotto in francese, con il titolo:

Une nouvelle fleur de la Visitation – Soeur Marie-Christine Marcucci – Religieuse de la Visitatation Sainte-Marie de Pise 1876 – 1935.

Anche di questa edizione se ne fecero avere alcune copie ai fratelli di Barga che la distribuirono tra i devoti alla santa sorella.

In questa edizione si riporta l’annuncio con cui L’Osservatore Romano, quotidiano della Santa Sede, presentò nel luglio 1936 la biografia di Suor Maria Cristina che ora si ripubblicava, avvertendo di prestare attenzione a un inciso con cui il giornale presenta l’allora socialità europea e forse anche mondiale “Nei tempi dell’orgoglio e dello spirito di dominio”:

 

Da L’Osservatore Romano del 6-7 luglio 1936.

Vita di suor Maria Cristina Marcucci – Religiosa della Visitazione Santa Maria, a Pisa.

Piccolo libro di 118 pagine che presenta la fisionomia spirituale di una Visitandina.
A Casa, nell’istruzione, nel Monastero (dove era maestra di novizie e superiora) brilla di una luce modesta, ma chiara e sicura. 

Nei tempi dell’orgoglio e dello spirito di dominio, Dio manda queste anime umili e nascoste che ci mostrano qual è la vera forza e la vera gloria.

In lei niente di straordinario, come voleva san Francesco di Sales, ma una continua ascesa, un’unione sempre più stretta con Dio, un progresso nel sacrificio.

Richiama i contemplativi e le anime dell’azione alla vita interiore, alla perfetta sottomissione alla grazia e all’abbandono fiducioso in Dio.

Il Signore l’ha guidata per un cammino d’immolazione, unendola così alla sua missione di Redentore e di salvezza delle anime.

Ha guidato le anime elette del suo monastero. Dalla grata del parlatorio dove si vedeva curva sotto il peso della malattia, ma sempre sorridente, sparse su molti i frutti della sua preghiera.

Ha parlato semplicemente, ma così bene di Dio! E in modo speciale dello Spirito Santo, era della più ardente carità. La sua corrispondenza recava parole lontane di fede ed elevazione.  

La sua vita è stata impressa dalla cura del suo Monastero, con la delicatezza propria della Visitazione.

Questa lettura aiuterà a essere più illuminati nella vita spirituale, seguendo il suo esempio.

Dio sia benedetto.

 

In questa nostra traduzione del testo in francese si può cogliere quanta attenzione prestò il quotidiano della santa Sede alla vita e all’esempio di fede di Suor Maria Cristina e per il nostro racconto sono di un’estrema importanza perché parole nate o sponsorizzate lontano dai luoghi della sua vita e azione spirituale.

 

Tutti avranno colto un dato molto singolare circa il tragitto percorso da Suor Maria Cristina dopo la sua morte, consistente nel saperla e pensarla morta al Monastero della Visitazione di Pisa, che era a San Michele degli Scalzi e poi, aver letto che ora sia al Monastero di San Pancrazio a Saltocchio (Lu). Bene questo e anche il percorso delle “Visitandine” di Pisa, che così è descritto molto sommariamente nel libro Sposalizio sul Calvario di Mons. Icilio Felici. Un passaggio sinteticamente esposto nel libro con un Più tardi, a causa dell’insufficienza dello stabile e della sua inadattabilità alle mutate esigenze (di Pisa), il Monastero fu trasferito a S. Pancrazio. Certamente si è capita ancora una cosa aggiuntiva, che il libro di Mons. Icilio Felici, si volle o si sollecitò dalle Suore di San Pancrazio e questo testimonia dell’attenzione con cui le spoglie di Suor Maria Cristina erano lì conservate e lo sono ancora. Va detto, come poi vedremo, che le spoglie della Suora non erano conservate al Monastero pisano, bensì a quel Cimitero Urbano e di più non sapremmo dire.

 

Ci sia permesso, perché stiamo parlando di Pisa e Lucca, in quest’anno in cui l’Italia celebra il “sette centenario dantesco” una divagazione che ci suggerisce appunto il tragitto fatto dalle spoglie di Suor Maria Cristina, appunto, da Pisa a Lucca. Certamente siamo nell’immaginario e allora le potremmo vederle passate da quel passo detto di Dante che sta sul Monte Pisano e che su lapide recita “al monte perché i Pisani veder Lucca non ponno”, dal canto XXXIII dell’Inferno. Ecco allora, perché parole tratte dall’Inferno di Dante, Suor Maria Cristina la facciamo passare per il più tranquillo tragitto da Riprafatta, “il foro di San Giuliano” era ancora da rendere pubblico.

Chiuso questa sorta di quasi divertimento sul tema, che alleggerisce lo spirito anche allo scrivente, ora si vede di capire meglio come si mosse la questione del trasferimento delle spoglie di Suor Maria Cristina. Per farlo ricorriamo al periodico bimestrale edito a cura del Monastero della Visitazione di Santa Maria in San Pancrazio (Lucca). Si tratta del numero di Luglio-Agosto 1947 de’ “Il Crocifisso e il suo Santuario in S. Pancrazio”, questo il titolo e sottotitolo del periodico, dove a pag. 8, nella cronaca dal Santuario, si trova l’articolo “All’ombra del Crocifisso” che parla proprio dell’ufficiale accoglimento delle spoglie di Suor Maria Cristina all’interno dello stesso Santuario.

Nelle parole iniziali tutto si fa chiaro circa l’importante giornata e come si mosse, dove possiamo vedere che da Barga ci fu un indicativo movimento di persone verso il Santuario. Era il 2 giugno 1947 e dalla cronaca apprendiamo che le spoglie di Suor Maria Cristina, non giunsero immediatamente dal Cimitero di Pisa al Monastero ma temporaneamente “quasi un anno” accolte presso la cappella gentilizia di una nobile famiglia di Saltocchio cui non si fa il nome. Questa particolarità dell’accoglienza è possibile sia stata suggerita alle “visitandine” lucchesi da inevitabili difficoltà, cioè, che ancora non fosse pronta la sepoltura oppure chissà perché? Intanto leggiamo che:

 

 … vi fu nel nostro Santuario un susseguirsi ininterrotto di S. Messe celebrate da Reverendi Sacerdoti venuti da Barga per onorare la salma di una figlia della loro terra: Suor Maria Cristina Marcucci, che alcuni giorni prima col silenzio che era stato una caratteristica della sua vita dopo il soggiorno di quasi un anno nella cappella gentilizia di una nobile famiglia di Saltocchio, era tornata ai piedi del Crocifisso per continuarvi la sua dimora, entro la cripta appositamente preparata di fianco all’Altare, nella pace del sonno eterno.

 

La scrivente, certamente una suora, pone anche una speciale attenzione alle presenze e allora leggiamo ancora:

Col Rev.mo Proposto di Barga (Mons. Lino Lombardi) e altre autorevoli Personalità anche la Signorina Maria Pascoli, sorella dell’illustre Poeta e da tanti anni ospite veneranda di Castelvecchio. Barga aveva voluto essere presente per deporre un fiore di memore venerazione sulla tomba dell’umile creatura la cui vita può ben dirsi compendiata in una continua crocifissione.  

 

A questo punto torniamo a quel 27 gennaio 2021, quando dopo tanti anni di desiderio, finalmente chi scrive giunse alla porta del Monastero di San Pancrazio. Prima era arrivato a San Gemignano di Moriano poi, chiedendo lumi a due passanti, alla suddetta porta del Monastero.

Sceso dalla macchina, si è detto: che fare? Nessuno ti aspetta, che fai? Provi a suonare, tante volte ti andasse bene?

Salite le scale dell’ingresso si appressa al campanello e lo fa suonare. Sente aprire ma non vede una suora bensì un giovane frate barbuto, a cui dice che è venuto perché sa che all’interno c’è la tomba si Suor Maria Cristina … ecc, ecc. Lui gli dice che sta uscendo però ascolta e con gentilezza gli soggiunge che delle suore sia solo il confessore e risuoni che vedrà le aprono. Grazie!

Poffarbacco! Sperava di aver passato il guado ma ancora non è di là, cioè, dentro il Monastero. Beh! Ormai un passo è stato fatto! Meno indugi e risuona il campanello!

Una dolce voce di suora gli arriva all’orecchio e si tranquillizza. Poi, dopo il rito di tutti: chi è, cosa vuole? Ecc, ecc, spiega perché sia lì e dopo eccoci al momento dell’atteso esito: potrà entrare o no! Ecco allora l’elettrico ciack della porta che meravigliosamente si apre.

Dice a voce alta il suo grazie, per poi ripeterlo fra sé con stupore alla sorpresa che oltre la porta non ci sia nessuno e per un attimo rimane a pensare poi … riprende la dolce voce: entri, vada a sinistra, faccia tutti i corridoi e in fondo scenda nella chiesa dove entrando c’è la tomba di Suor Maria Cristina.

Tutto sarà anche sotto controllo ma riecco il poffarbacco: che fiducia nel prossimo!

 

Con evidente imbarazzo si decide a entrare e seguendo le istruzioni dopo quattro corridoi, con tanto di porte che doveva richiudere alle spalle eccoci alla discesa nella chiesa e alla vista della lapide che ricorda Suor Maria Cristina che è posta a lato dell’Altare del SS. Crocifisso, un segno della croce e un pensiero profondo che, seppure indegnamente, abbraccia tutti i fratelli che ora senta essere lì riuniti, vedendoli tutti con la mente. Scatta alcune foto e poi dentro la chiesa, dove dietro un’ampia grata bianca intravede una Suora: sarà Lei che gli parlava al citofono? Sia chi fosse stata un dato torna tutto: anche questa ha una voce che dispone l’animo alla quiete.

 

Dopo lo scambio di alcune brevi parole, quella Suora vuol omaggiare forse la presenza con l’ultimo numero del loro periodico Il Crocifisso e si ritira per andarlo a prendere. Quando torna indietro, sono in tre e tutte hanno una dolcezza che lo conforta e gli fa osare di chiedere una foto. Accettano, si dispongono e la foto è qui a corredo dell’articolo, che lo scrivente ha pubblicato (la foto) con il loro permesso e sentitamente giunga loro un grazie di cuore, soprattutto per la bellissima e dolcissima accoglienza, veramente emozionante.

 

Ora è qui sul tavolo il santino preso al Monastero di San Pancrazio da cui estrae, per chi volesse pregar questa Santa Suora, quanto segue:

O Gesù, sposo delle Vergini, che Vi siete compiaciuto di ornare delle più belle virtù la Vostra Serva Suor Maria Cristina Marcucci fin dalla sua infanzia, colmandola di favori nel corso della sua vita, degnatevi accordare la grazia … se ciò ridonda alla Vostra Gloria e se tale è la Vostra SS. Volontà.

 

Nessuna cosa che ho scritto mi ha dato tanto quanto questa serie di quattro articoli. Ripenso al primo, quando la piccola Rosina pregava come un Angelo. Ho letto anche che dialogava con il suono delle campane di Barga e forse già parlava con gli angeli che solo lei vedeva.

(fine)

 

 

Commenti

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  1. Sr Susan Kasprzak


    Caro Signor. Cecchi,
    Grazie mille per la serie su suor Maria Cristina Marcucci. Siamo Suore della Visitazione di Brooklyn NY USA e avevamo il vecchio libro in francese ma non lo abbiamo mai letto. Ho letto la tua serie e te ne sono molto grato. Dio ti benedica Sorella Susan Marie Kasprzak VSM Visitation Monastery Brooklyn NY USA

  2. pier giuliano cecchi


    Care Suore,
    mi avete commosso e se fossi stato lì da Voi alla vostra richiesta benedizione divina mi sarei genuflesso.
    Sono felicissimo che vi siano piaciuti i miei modesti articoli su Suor Maria Cristina.
    Era da tanto tempo che desideravo di giungere sulla sua tomba e lì porgere a Lei un riverente pensiero e mentre mi facevo il Nome del Padre mi sono promesso che avrei cercato di scrivere qualcosa su di Lei.
    Grazie e sappiate che la vostra buona accoglienza mi solleva moltissimo, perché quando uno si accinge a questi lavori, il pensiero è sempre rivolto ai lettori nella speranza gradiscano. Se poi i lettori, come nel caso le Lettrici che apprezzano, sono addirittura dello stesso Ordine della ricordata, beh! … allora, almeno per me, è il massimo degli elogi che uno possa aspettarsi, specialmente se il messaggio arriva da un Paese così tanto lontano.
    Vi auguro ogni bene e seppur manchi tanto tempo ancora, unisco anche il mio Buona Pasqua.
    Pier Giuliano Cecchi.

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