Pietro Tallinucci e l’Arciconfraternita di Misericordia di Barga (sesta e ultima parte)

-

Con quest’articolo siamo un poco al di fuori del titolo che vedrebbe Tallinucci e la Misericordia, però, come spesso succede, non sempre l’essere preciso è segno di buon fare perché a volte interviene l’occorrenza di dare campo anche all’estro che nasce da un accorgersi che l’argomento merita anche dei diversi approfondimenti. L’importante e dire cose interessanti come pensiamo lo sia al presente.

Iniziamo con una nota, ossia, che la stessa famiglia Tallinucci, tramite una memoria dell’Avv. Gaetano, non sapesse a quando risalisse il cognome. Invece, come nostra nota, diciamo che già nel secolo XV c’è in Barga un Talinuccio Pezzini, esattamente si trova tra le delibere del Comune di Barga che stanno sotto il giorno 27 giugno 1466 e riguarda la sua elezione a Console per il quartiere di Macchiaia. Da questo Talinuccio pare prendere avvio il cognome e in seguito la famiglia sarà appellata in loco quando Talinucci oppure Tallinucci. Comunque, prima di questa citazione, secondo quanto racconta Pietro Groppi nella sua Guida di Barga del 1901, pare che la famiglia Tallinucci fosse tra quelle esiliate da Lucca l’anno 1314, quando Ugaccione della Faggiola con Castruccio, saccheggiò la città.  In Barga nel secolo XVI è ben identificabile e diremo anche assai importante, con un personaggio straordinario di cui, se Dio vorrà, ne tesserò con il tempo la rinvenuta storia.

Circa la famiglia o casato dei Tallinucci, in questo ricordato secolo XVI, nei finali anni ’20 e inizi dei ’30, ne conosciamo la posizione politica in seno alla comunità di Barga. Infatti, quando in questi anni Firenze assiste alla grave disputa tra la Repubblica e i Medici, con la vittoria dei secondi al podestà di Barga fiorentina, Rondinelli, gli fu richiesta a suo tempo la situazione politica della Podesteria che comprendeva due comuni: Barga e Sommocolonia. In pratica gli si chiese la lista delle famiglie appartenenti ai due partiti, che erano: uno il repubblicano, detto di “parte franciosa”; l’altro il mediceo, detto di “parte italiana” (11).

 

I Tallinucci erano della parte “franciosa”, repubblicani e si tenga conto di questo storico ideale che la famiglia parrebbe non aver mai abbandonato. Non occorre ripetere che anche nel Cinquecento toscano già c’erano i prodromi di un’Italia da riscattare, un ideale che fu soffocato quando cade la Repubblica di Firenze, l’ultima interamente italiana di tutta la nostra penisola, sentimenti specialmente vivi in un tal poeta di Barga, Pietro Angeli. Di questa sua decisa idealità ne fanno fede i suoi scritti, così come ci narrò Giovanni Pascoli al Teatro di Barga in quel 27 settembre 1896, giorno dell’inaugurazione del suo busto in Barga, che di lui ripeté: amò di fortissimo amore la cara patria e la compianse con fortissime parole … vergogna! … a tremar di paura ora avanti il superbo cenno dello Spagnuolo, ora avanti l’oltracotanza capricciosa del Francese, ora avanti l’ira del bellicoso tedesco, ora avanti l’empietà crudele dei Turchi … e l’ignominia dell’essere calpestata dai propri mancipi. Allora una parola di grande e sentito sentimento degna, appunto, dell’ottocentesco rispetto e molto dentro i cuori dei Tallinucci.

Andiamo avanti, e allora ecco che nelle delibere comunali i Tallinucci sono sempre stati tra quelle famiglie che dovranno ricevere i maggiori incarichi politici di amministrazione della podesteria, poi vicaria, ecc. Con il Dott. Francesco Alfonso, vissuto nel secolo XVIII, si avrà la maggiore visibilità della famiglia in Toscana, essendo inserito nell’amministrazione granducale, ricevendo importanti incarichi di cancelliere e simili tra Prato, San Miniato al Monte e Pistoia, ecc. Questi, quando veniva a Barga, abitava lo storico palazzo Balduini, divenuto in questo secolo XVIII, dei Tallinucci. (12)

 

Comunque, altri furono i personaggi dei Tallinucci che si distinsero soprattutto in Barga in diversi ruoli svolti negli anni, tra sacerdoti, gestori della canova del sale, provento del grano, gestori di filande per la trattura della seta, arrivando nel secolo XIX ad avere anche una fornace di mattoni, caffettieri, donne insegnanti alle scuole pubbliche femminili del Conservatorio, ecc; insomma è una famiglia, oggi in loco estinta, che per secoli si fa notare tra le prime del paese. I personaggi Tallinucci divisi in diverse famiglie, si possono dire appartenenti e tutti discendenti da un solito storico ramo.

Per esempio nello Stato delle Anime della parrocchia di San Cristoforo dell’anno 1702, vediamo che nel quartiere di Porta Reale c’è una famiglia Tallinucci, due in quello di Porta di Borgo, mentre altre tre sono al Giardino e questo stato delle cose continuerà negli anni a seguire.

 

 

Venendo al ceppo del Dott. Pietro Tallinucci, vediamo che sono tre i fratelli nati da Antonio e Marianna Micheli: Gaetano nato nel 1819- + 1879, il nostro Pietro nato l’anno 1820 – +1884 e Luigi del 1825- +1868; di loro è stato già detto e comunque lo ripetiamo, che dettero il loro meglio per l’Unità d’Italia.

 

Luigi rimase sempre scapolo e quando morì, gli furono fatti in Barga dei solenni funerali, mentre Gaetano, divenuto avvocato, rispetto agli altri fratelli, fu quello maggiormente impegnato politicamente per l’Unità d’Italia. In età più che matura decise di sposarsi con la sua domestica, di un anno più grande di lui. Infatti, aveva cinquant’anni, quando nel piccolo oratorio del suo palazzo, era mercoledì 22 dicembre del 1869, si congiunse in matrimonio con la serva Maria Domenica del fu Pietro Marchi di Tiglio. Una cerimonia religiosa che pare non sia mai stata codificata civilmente. Testimoni furono Jaccheri Marco di Barga e Antonio Morganti di Albiano. La morte coglierà Gaetano a sessant’anni, il 13 febbraio 1879 e fu associato alla chiesa della SS. Annunziata, lasciando la moglie con nessuna discendenza. Maria Domenica seguirà il marito il 3 novembre 1881all’età di circa sessantatré anni. (13)

Come il fratello Gaetano, dopo due anni, anche il Dott. Pietro Tallinucci si sposerà e pure lui in tarda età ma la moglie era molto più giovane, aveva ventiquattro anni, lui cinquantuno. Il nome era Elvira di Giuseppe Bonaccorsi di Barga ed era nata 23 marzo 1847, assai ma assai più giovane della cognata Maria Domenica che aveva sposato il fratello Gaetano, e favoriti dalla giovane età di lei, Pietro ed Elvira, avranno due figli: Luigi e Annita. Inutile dire che nel nome della figlia si può cogliere il patriottismo del Dottore, perché, seppur con due enne, questo fosse anche il nome della compagna di Garibaldi. Il matrimonio del Dottore avverrà la mattina di mercoledì 18 gennaio 1871 e testimoni ci saranno il fratello di Elvira, il fotografo di Barga Valentino Bonaccorsi e Michele Equi per il Dott. Pietro.

 

L’unione tra Pietro ed Elvira però durerà poco perché lei a soli ventinove anni lo lascerà vedovo, infatti, morirà il 16 maggio 1876, lasciando orfani di madre i due piccoli figli di cinque e due anni che vedremo subito a seguire, mentre resteranno anche senza il padre, che morirà nel 1884, rispettivamente a tredici e dieci anni.

Dei due figli di Elvira e del Dott. Pietro va detto che il primo, Luigi, nacque il 5 novembre e fu battezzato il giorno 8 dello stesso mese del 1871, gli furono imposti i nomi di Luigi Alfonso Giuseppe Francesco. Padrino lo zio Gaetano Tallinucci e madrina la zia Carolina Bonaccorsi. Questo figlio seguì le orme del padre e divenne medico all’Università di Pisa ma appena raggiunta la laurea dovette rendere l’anima a Dio il 7 febbraio 1895, a soli ventiquattro anni e di lui si vedrà un particolare a seguire, non certi se a lui spetterà, ma comunque lo argomenteremo e capiremo cosa prospetta. La sorella: Annita Arianna Marianna Carolina Giuseppa Annunziata, invece nacque il 26 febbraio e battezzata il 3 marzo 1874, con un’unica testimone, certa F. Focacci.

Per altro possiamo dire che il nome di Luigi Tallinucci lo troviamo tra gli studenti del IV anno Accademico 1893-94 dell’Università di Pisa, in una pubblicazione che tratta di quest’argomento. La sorella Annita invece la troviamo tra il personale insegnante del Conservatorio di Santa Elisabetta nella sua qualità di “aiuto maestra” negli anni 1893 e poi 1897, così come recitano gli Annuari del Ministero della Pubblica istruzione dei menzionati anni.

Annita, rimasta sola della famiglia, certamente vive nella casa paterna di via del Pretorio e questo si evince dallo Stato delle Anime della Parrocchia San Cristoforo a Barga dell’anno 1902: “Tallinucci Sig Annita q Pietro e q Elvira Bonaccorsi” e con lei è citata una nipote che come la presunta nonna si chiama Elvira. Questa bimba, nata il 6 gennaio 1894, quindi di otto anni, è citata non abitante la casa ma “in Convento” che poi era quello di Santa Elisabetta a Barga, mentre nella stessa casa è presente una serva, certa Maria Paladini.

Dallo Stato delle Anime del 1906 vediamo che per il Conservatorio di Santa Elisabetta si citano le educande ivi presenti e tra esse c’è anche Elvira Tallinucci, quindi quell’averla incontrata come “in Convento” nel 1902 ora è cosa chiara di ciò che si volesse dire, cioè, era studente. Nel 1906 si annota che questa nipote Elvira avesse tredici anni, in realtà erano dodici, ripetendo anche qui la sua qualità di nipote rispetto ad Annita. Questa stretta parentela “nipote” porta a chiedersi ma di chi era figlia? Pensabile che fosse figlia del defunto fratello di Annita, cioè Luigi morto nell’anno 1895, questo perché non c’è altra soluzione all’appellarla sua nipote.

Questo particolare però ha trovato riscontro nello Stato delle Famiglie del Comune di Barga e qui vediamo che questa bimba, secondo la Chiesa (Stato delle Anime) appellata nipote, cioè Elvira, nel documento comunale invece è detta figlia di un padre Ignoto e di Assunta Profili di Firenze, città dove era nata, inoltre che fosse nella casa nella sua qualità di “convivente”. A noi incuriosisce sia il fatto di essere appellata per la Chiesa, nello Stato delle Anime, nipote di Annita ma anche il fatto che si chiami Elvira, come la presunta nonna: casualità? E se invece fosse che veramente gli sia stato imposto il nome dell’ava ciò cosa possa dire? Forse, il dubbio è lecito, che Luigi Tallinucci, avesse avuto una relazione non dichiarabile con Assunta Profili di Firenze e che quella figlia sia stata semplicemente portata alla casa che gli spettava, oppure … che sia un’adozione? Certo è che nel tempo a venire sarà appellata Elvira Profili vulgo Tallinucci, come detto, da subito dichiarata nipote di Annita. Questo fatto si presenta a tutti gli effetti come un piccolo giallo.

Andando dietro alle nostre ricerche ecco che presentano Anita Tallinucci in un particolare stato fisico, perché, salvo omonimie, una persona con il solito nome e cognome in questo 1906 si trova tra i pazienti descritti nel libro: “Inventario dell’Archivio Storico dell’Ospedale Neuropsichiatrico di Pistoia”, pag. 90, lì presente tra il 5 giugno e il 1° dicembre 1906.

Tornando ancora un attimo a quell’Elvira Profili Tallinucci, possiamo dire che in un ricordo senza data fatto da Annita Tallinucci dei propri cari al cimitero di Barga, si tratta di una lapide, possiamo leggervi la seguente frase: In memoria / Dei suoi cari /Pietro Elvira e Luigi / Padre, Madre e Fratello / L’unica superstite / Annita Tallinucci / Inconsolabile / Q. M. P. – Non vani elogi e inutile rimpianto. Una prece dai pii visitatori. Come ognuno ha già capito vediamo che l’unica che pone la firma è Annita Tallinucci, mentre è assente Elvira Profili Tallinucci, segno abbastanza strano e che non fa che aumentare la forza del prospettato giallo, infatti: qual è il suo ruolo tra i Tallinucci?

Rimarchiamo questa cosa perché l’anno 1951, Elvira Profili vulgo Tallinucci, che ora ha cinquantasette anni, la troviamo nella parte attrice contro l’elezione al Consiglio Comunale di Barga del candidato per la lista Duomo di Barga, il Commendator Morando Stefani. Il motivo del suo ricorso risiedeva nel ruolo ricoperto dallo stesso Stefani al tempo del Fascismo, ossia di Podestà e poi Commissario Prefettizio sino al 1938, quindi, secondo Elvira, un’elezione che andava in forte contrasto con il presente regime repubblicano e in pratica da espellersi dal consesso parlamentare del Comune. La questione la approfondisce il Sindaco di Barga Luigi Piacentini, arrivando a portare in seno al Consiglio la sua proposta, consistita nella possibilità che il Commendatore Stefani restasse nel suo incarico, perché la protesta non era stata presentata in tempo utile. Il Consiglio Comunale all’unanimità approvò la proposta del Sindaco.

 

Quest’avversione di Elvira Profili Tallinucci allo Stefani, di là dal giustificato ricorso, pare si muova da una questione familiare riguardante i Tallinucci e nel caso la presunta “zia” Annita. Una questione risalente al 1925, quando l’avvocato tutore della stessa Annita, per motivi a noi ignoti, passò al Comune di Barga la proprietà di un quadro raffigurante il cinquecentesco umanista Pietro Angeli, detto il Bargeo, un quadro che ancora oggi si mostra nella sala del Consiglio. Ora che siamo al 1952, vivente ancora la settantottenne Annita, sempre un avvocato tutore della stessa, richiede al Comune di Barga che il quadro sia restituito alla proprietaria, cosa che non avvenne. Va detto che l’anno 1925 del passaggio dell’opera al Comune il sindaco di Barga eletto era il futuro podestà Morando Stefani, quindi c’è anche qui un piccolo giallo circa l’evolversi della questione del quadro, che fa il paio con l’altro già esposto circa l’identità di Elvira Profili Tallinucci.

Nel deporre la penna mi piace dedicare questa serie di sei articoli che parlano del Dott. Pietro Tallinucci alla memoria dell’avo Pietro Lunardo Cecchi di Castiglione (1712-1799), nell’arte delle “carte” degno figlio di Domenico (1678-1745). Questo perché, come uno zefiro che travalica i secoli, lo rivedo qui a Barga alla chiesa di San Rocco, alle sue nozze che lo unì con Maria Lucia di maestro Giovanni Lorenzetti di Castelnuovo. Era il 10 ottobre 1749 e a testimoni si vollero due barghigiani: Pietro q. Baldassarri Vannucci e Francesco q. Giulio Tallinucci.   (Fine)

 

 

(11) Vedi su questo sito l’articolo di Pier Giuliano Cecchi:  Capitan Galletto, chi era costui?, 18 gennaio 2012.  In Barga la maggioranza delle famiglie era di parte italiana: Ciarpi, Bertacchi, Mazzolini, Sermanni, Pieracchi, Simoni, Bonaccorsi, mentre le famiglie di parte francese erano quelle dei Bartoli del Galletto, Nutini, Caratti, Angeli, Mozzi, Tallinucci, Pancrazi, Salvi, Mazzanga.
A Sommocolonia era in maggioranza la parte francese, che annoverava le famiglie Francia, Mazzolini, Badiali, Baldini, Marganti, Mori, Marchini. Di parte Italiana erano i Salvi, i Feducci, i Ligi, i Pinelli. (vedi Francesco Salvi: Il Galletto e la guerra di Sommocolonia -1907).
(12) Del Dott. Francesco Alfonso Tallinucci ci resta un’opera singolare che ci parla del terremoto di Barga dell’anno 1746: Relazione giornaliera del terremoto seguito in Barga l’anno 1746 nel mese di luglio compilata dal dottor Francesco Alfonso Tallinucci di detto luogo. L’opera fu stampata una prima volta a Pisa l’anno 1846 alla tipografia Pieraccini e poi nel 1892 a Barga dal tipografo Pietro Groppi.
(13) Tutti i dati anagrafici circa i Tallinucci presenti nell’articolo provengono da due archivi: Propositura di San Cristoforo Barga; Archivio Comune di Barga.

 

Tag:

Lascia per primo un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.