Roberto Funai ci regala le immagini delle antiche porte di Barga

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Che Roberto Funai, giovane della nostra montagna, fosse un bravissimo artista lo sapevamo da tempo, ma la passione e le capacità che cha messo nel ricostruire un angolo di storia della nostra cittadina stavolta non hanno avuto eguali. Nel palazzo pretorio accanto al Duomo, sede del museo civico, è stata inaugurata ieri la mostra promossa proprio dal Museo Civico “Mordini” dal titolo “Le antiche porte di Barga”. Si tratta di una riuscita elaborazione grafica con il quale Roberto ha ricostruito l’immagine di quelle che dovevano essere le porte dalle quali si accedeva nel centro storico barghigiano durante il medioevo.

Il lavoro di Roberto si ispira al libro sulle antiche porte di Barga di Pier Giuliano Cecchi e Pier Carlo Marroni ed alle ricerche storiche portate avanti dai due, ma anche dalla Polisportiva Valdilago ; in particolare le opere di Funai si rifanno alla lettura degli statuti del 1360 dove emerge chiaramente che la Barga medievale era divisa in tre “terzieri”, che facevano capo a ciascuna delle porte del castello: Porta Mancianella detta anche Porta Reale; Porta Macchiaia detta anche Porta Latria e porta di Borgo.

Dalle ricerche effettuare risulta che in realtà le porte di Borgo fossero addirittura tre, due quelle di Porta Mancianella e due quelle di Porta Reale; certezze queste che si riferiscono a quanto scoperto nell’archivio storico di Barga  e da quello che racconta la bellissima carta del castello di Barga del 1538, scoperta da Carla Sodini e Florio Biagioni negli anni ’80 durante la raccolta del materiale per la mostra Barga Medicea. C’è poi, a raccontare questa storia, anche una planimetria del castello di Barga realizzata dal geom. Ruini nel 1836 e dove sono evidenziati i siti delle tre antiche porte.

Da quelle rare immagini, dalle planimetrie, dai documenti sono nate le belle opere di Roberto Funai che ha deciso di raccontare le porte di Barga con uno stile che nei colori e nei tratti di rifà  a tratti fiabeschi, tra pittura e disegno. Proprio come un bambino, fantasticando sulla Barga medievale, potrebbe rievocare nei colori quel periodo. Il tutto però con una perizia artistica non indifferente ed una capacità di evocazione particolarmente convincente: si tratta di riproduzioni che riportano, rielaborandoli ed interpretandoli in modo artistico, tutti i particolari possibili offrendo davvero l’idea di quella che doveva essere la Barga cinta alle mura di qualche secolo fa.

Un gran bel lavoro ed una mostra quindi da vedere, molto interessante sia dal punto di vista artistico che storico.

Il tutto completa un lavoro storico iniziato ormai nel 2012appunto con la pubblicazione da parte della Polisportiva del libro “Le Antiche Porte di Barga e il Ponte di Borgo”. Libro curato da Pier Giuliano Cecchi e Pier Carlo Marroni.

Quel testo, che riportava alla luce pagine della storia di Barga sconosciute a tutti gli storici di ogni livello, fece decidere alla Polisportiva Valdilago l’avvio di un progetto “storico-visivo” per una maggiore diffusione dell’importante studi. Da qui l’allestimento di una mostra storico documentaria e adesso l’elaborazione artistica di quegli studi.

Ad inaugurare la mostra, insieme all’autore, la presidente della sezione di Barga dell’Istituto Storico Lucchese Sara Moscardini ed uno dei protagonisti della ricerca, Pier Giuliano Cecchi.

La mostra rimarrà aperta sino a fine agosto dal gioved’ alla domenica (ore 10.30-12.30 / 15.30-17.30)

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Commenti

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  1. Pier Giuliano Cecchi


    Devo dire che, ieri 3 agosto 2018, ho avuto occasione e l’onore di partecipare a qualcosa di straordinario e ringrazio innanzi tutto l’autore delle belle e molto suggestive opere sulle antiche Porte di Barga Roberto Funai, visibili presso il Museo del Territorio Antonio Mordini a Barga.

    Sono particolarmente contento di un fatto specifico, consistente nel vedere che lo studio effettuato dal sottoscritto e da Pier Carlo Marroni, unico nella pubblicistica sulla storia di Barga, circa le Antiche Porte di Barga e il Ponte di Borgo (oggi Ponte Vecchio) oggi sia stato tradotto in immagini molto affascinanti dal sensibile e bravo artista Roberto Funai, che ama come pochi la storia della Bella Signora Senza Tempo: Barga.

    La storia scritta nel citato libro “Le Antiche Porte di Barga e il Ponte di Borgo”, con grafici, ha fatto vedere a tutti e capire come fosse stata attrezzata nelle difese l’altrettanto antica Terra di Barga, così appellato il Castello di vetuste memorie, ma ora, con queste opere d’arte, si ha l’occasione di essere trasportati nel passato di Barga e di farsi consapevoli di quale impatto avesse, già da lontano, la visione di Barga.

    Terra ambita in antico, secoli XII-XIII, da varie potenze vicine e lontane in Cristo, per la sua particolare posizione nella Valle del Serchio, quale varco d’accesso, controllo e protezione della Garfagnana superiore.

    Fiorentina come volontà sin dal 1331 (allora volle essere legata “allo Comune di Firenze”) meritò l’appellativo di una delle terre più fedeli a Fiorenza, con i suoi uomini della Banda Militare, molto apprezzati, appunto, per la fedeltà alla Città del Giglio e ai suoi destini, che si protrassero sino al 1859; poi fu l’Unità d’Italia.
    Una storia passata che ha un suo attuale e specifico valore. Infatti, quel volersi legare alle sorti di Firenze, ancora oggi distingue Barga in Toscana, quale Comune della Provincia di Lucca, il primo che partecipò con la capitale, alla costruzione della Toscana moderna.
    Quindi? In Barga siamo a pieno titolo nella moderna Toscana, che storicamente raffigura.

    Ringrazio ancora Roberto Funai per quanto fatto e Sara Moscardini per avermi dato l’opportunità di dire qualcosa ieri alla presentazione. Ovviamente unisco ai ringraziamenti anche Florio Biagioni, perché, senza di lui non avrebbe visto la luce lo studio del libro prima citato.

    Auguro un bel successo alla mostra e al tempo stesso dire che desidererei, (un sogno?) che tutto quanto: mostra di oggi, mostra di ieri, studio del libro, restasse quale patrimonio visivo nel Museo del Territorio Antonio Mordini di Barga, mi pare scontato. Desiderio già espresso in passato dalla Polisportiva Valdilago di Barga alle competenti autorità e sin dal nascere del libro, facendole partecipi del progetto.

    Infine, resta sul campo una desiderio, (forse il più bello, forse il più difficile): che i resti delle Antiche Porte di Barga, fossero corredati della loro antica storia: Porta Mancianella o Reale, Porta Macchiaia o Latria, e poi che la scomparsa Porta di Borgo, che stava all’inizio, oggi di via di Borgo, ieri della Salita di Piazza, avesse la sua storia in vista nella complessa sua struttura composta di tre porte, dove la prima stava al finire del Ponte di Borgo verso Barga.
    Certamente il visitatore di Barga ne trarrebbe un non indifferente stimolo di storica poesia.

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