#londonbarga – le imprese cilcistiche di Stefano Elmi e Oriano Gigli

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Con un giorno di anticipo Stefano Elmi è partito per il suo viaggio-impresa su due ruote che da Londra lo porterà a Barga assieme all’amico Oriano Gigli.

Prima di partire, ci ha raccontato, ha fatto sistemare la sua bicicletta. Lo ha fatto in un negozietto piccolo ma tutto colorato e ben fornito gestito da un greco gigante con una barba lunghissima che non parla una parola d’inglese, nonostante sia da due mesi a Londra, dove è arrivato dalla Grecia assieme alla moglie che gli fa da traduttrice. Il giorno in cui è andato a riprendere la bicicletta, dopo averla ritirata e pagata, ripartendo ha dimenticato un libro sul bancone del negozio. Non un libro qualsiasi ma uno di Oriana Fallaci: Un Uomo “appena preso da un mercatino dell’usato”. Elmi se ne è accorto dopo 15 minuti ed è tornato a prenderselo. Ha trovato sulla porta il proprietario che sorridendo e sventolando il libro gli ha urlato: Panagulis!

Elmi ha fatto di sì con la testa, ricambiando con un complice sorriso. Poi l’ha salutato con un “kalimera” (buongiorno) l’unica parola greca che conosce di greco. C’è tornato un giorno prima di partire. Il greco gli ha fatto un check up gratuito insieme alla sua mail: per farsi mandare le foto di questo strano viaggio che affronta con una bandiera greca sulla bicicletta (vecchio ricordo di un viaggio di due anni fa). Cose strane che accadono “sulla strada”.

Ha scritto, prima di partire, mentre l’intero Regno era in festa per la nascita del figlio di Williame Kate: “Non pensavo di dirlo, ma alla fine un po’ mi dispiace lasciare questo posto. Anche se in realtà non sarà la città in sé per sé che mi mancherà, troppo caotica e complicata, ma le persone conosciute in questi mesi che ne hanno fatto la differenza.

Le girate in bicicletta con Nic, Urvashi, ragazza Indiana e nostra compagna di classe, che tutte le mattine elegantissima ci salutava dal balcone della sua mega-villa affacciata sul Mekong mentre passavamo in bicicletta, ma mai una volta che ci abbia offerto un té.

Tom, l’unico ragazzo inglese che parla anche una seconda lingua, il russo. Compagno serio e fidato che fra poco pare parteciperà ad un estemporaneo sbarco in Sicilia. Tutti tifano per lui, tornerà vincitore e salverà la sua bella indigena che si trova dietro le linee nemiche.

Vlado, il mio datore di lavoro croato della distribuzione volantini ed il suo basically per iniziare un qualsiasi discorso.

Ma anche le girate in solitaria sul fronte est della city, al di là del muro, attraverso i capannoni di mattoncini rossi, poi su lungo il Lee River Navigation, sia con la neve che con 30 gradi.

Tutta la filmografia al completo di Alfred Hitchcock vista in lingua originale, assieme agli Spaghetti Western, prestatami da Massimo, il mio sub-affittuario napoletano buono dello studio-flat un metro per un metro conosciuto tramite il ritrovato compagno delle medie Umberto”.

Ora però era l’ora di partire. Dice, infatti, Elmi “c’è sempre il momento in cui sei costretto, volente o nolente, a dire basta e cambi in maniera radicale. Di solito, ma non sempre, basta il primo passo che non è mai facile, ma poi il cambiamento ha inizio”.

Forse, “era davvero giunto il momento di lasciare questa città”. E allora, come si dice da quelle parti, “ready to go”! Buon viaggio Stefano!

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