L’incontro con Carlo Martigli, il suo essere eretico ed i suoi progetti futuri (tra i quali Barga?)

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Dopo la pausa radiofonica con Claudio Sabelli Fioretti e le avventure dei politici alla trasmissione “Un giorno da pecora” ieri sera al “Tra lerighe di Barga” si è tornati a tutto campo alla letteratura con Carlo A. Martigli.
Nato a Pisa, ma subito trasferitosi a Livorno, come specifica la sua pagina su Wikipedia (non toccategli Livorno e non lo scambiate mai per un pisano!), Martigli è autore da 300 mila copie. ll successo nazionale e internazionale arriva alla fine del 2009 con il romanzo 999 L’ultimo custode, best seller incentrato sulla vita di Giovanni Pico della Mirandola che poi viene tradotto in sedici lingue. Nel gennaio 2012 esce L’eretico (Longanesi), un romanzo storico sugli anni perduti di Gesù.
Formazione gesuita alle spalle, Martigli ha raccontato del suo lavoro al pubblico presente ieri sera nell’atrio cinquecentesco di Palazzo Pancrazi, peraltro arricchito dalla bella mostra delle opere di Marco Poma “Barga Experience“; di come è arrivato per lui il successo e del cosa rappresenta lo scrivere nella sua esistenza.
E tornando al suo ultimo libro ha spiegato anche il vero significato del termine eretico: colui che sceglie. L’autore rivendica la parola che invece è sempre stata intesa con una accezione negativa perché

“l’eresia è una cosa importante. Non voglio che la gente la pensi come me. Ciascuno deve scegliere, ciascuno con la sua diversità, per potersi magari confrontare. Guai al pensiero unico.”.

In questo discorso sicuramente significativo l’esempio di storia di eretico del padre di Martigli:

“che ogni giorno sceglieva di essere cattolico”.

Del padre ha ricordato anche un fatto singolare. Nel 1983 scrisse a Giovanni Paolo II dicendogli che il Padre Nostro era sbagliato:

“sbagliata la frase ‘e non ci indurre in tentazione ma liberaci dal male’, perché non è Dio ad indurci in tentazione, ma il maligno. La frase corretta, tradotta dal greco sarebbe: ‘e per non essere indotti in tentazione liberaci dal male’.

Peraltro, nessuno lo sa, come ha sottolineato lo scrittore, otto anni fa il testo del Padre Nostro è stato cambiato anche se con una traduzione ancora una volta singolare: e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male.
Al “Tra le righe di Barga” anche qualche anteprima inedita sul suo prossimo lavoro. Un nuovo romanzo storico che si intitolerà “Il pane e le rose”. Un’opera con grandi approfondimenti psicologici, ma anche molto particolare, perché pur essendo ambientato nella prima metà del ‘500, apparterrà in qualche modo ad un epoca più moderna. Ne “Il pane e le rose” insomma, un doppio piano storico che si lega al periodo vittoriano; in cui, è anche questa è un’anteprima inedita, c’è una rappresentazione di un Marx che nessuno ha mai conosciuto.
Lo scrittore Martigli è stato accompagnato in questa serata da Andrea Giannasi che come sempre si trova perfettamente a suo agio nel far scoprire al pubblico barghigiano gli autori più importanti della nostra letteratura contemporanea e che da tempo persegue il progetto di far ambientare uno dei loro racconti nella nostra Barga. Stavolta sembra esserci riuscito come ci ha confermato lo stesso Martigli nell’intervista realizzata dopo la serata. Da tempo l’autore de L’Eretico lavora ad un’idea particolare: realizzare brevi racconti cartacei che facciano in qualche modo concorrenza all’e-book. Che possano essere collezionati o, meglio ancora, abbandonati per strada, in tram, sulla metro, in una specie di “book crossing”, per poter continuare a girare ed a trovare nuovi lettori:

“Se riesco a concludere questa idea che ho di fare libri cartacei in concorrenza con l’e-book, con una serie di racconti brevi autorali, il mio sarà ambientato a Barga. E’ una promessa”.

Lo ha sancito anche, simbolicamente e simpaticamente, con una stretta di mano con il sindaco Bonini e noi speriamo, ovviamente, che la cosa vada in porto.
A proposito dell’intervista a Martigli, ecco qualche altra chicca (ma vi invitiamo ad ascoltarla per intero), ovvero il suo apprezzamento per Barga:

“Da qualcuno questa sera ho sentito dire: ‘ma che bella questa piazzetta di Barga, sembra di essere a Capri!’. Io direi tutto il contrario. La prossima volta quando sarò a Capri sarò io a dire: ‘ma che meraviglia, sembra di essere a Barga!’. Perché Barga è molto meglio di Capri”.

Ci siamo lasciati ieri sera con questo invito di Martigli:

“ricordatevi di leggere, perché leggere rende liberi”.

Sicuramente un consiglio accolto dal pubblico fedele e numeroso del “Tra le righe” di Barga che stasera prenderà parte all’ultimo appuntamento di questa eccellente edizione del festival Letterario.
Di scena “L’identità della scrittura”, una anteprima con gli autori lucchesi Manuele Bellonzi, Marco Bonini, Paolo Giannotti che dialogheranno con Andrea Giannasi alla scoperta del valore del raccontare il territorio. Di seguito un altro ospite importante: Remo Santini (caposervizio de La Nazione a Lucca) che presenterà i suoi libri sulla lucchesità, parlando dell’importanza dei valori e delle radici delle comunità (ore 21, atrio di Palazzo Pancrazi)

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