Se si trattasse solo di giocare a Firenze la “carta” dell’inceneritore?

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Sono molte le associazioni rappresentanti del settore turistico, agricolo e zootecnico della Garfagnana e Media Valle del Serchio che esprimono la loro ferma contrarietà al ventilato progetto di ristrutturazione e ampliamento del vecchio impianto per l’incenerimento dei rifiuti di Castelnuovo Garfagnana.

“Pensare ancora Garfagnana  – si legge nel loro comunicato – come sito di incenerimento rifiuti corrisponde ad avere progetti di svalutazione del territorio nella sua globalità ed è un progetto diametralmente opposta alla politica di sviluppo rurale portata avanti con decisione negli ultimi venti anni con ingenti investimenti sia da parte di privati sia da parte degli enti pubblici.  […] Parlare di un ulteriore futuro per l’inceneritore di Castelnuovo chiuso da oltre un anno è per noi un rischio e un paradosso al tempo stesso.

Dopo tutti gli investimenti fatti per il turismo e adesso, che questa voce rappresenta la principale fonte economica della valle, i politici che ci rappresentano hanno il dovere di continuare, con coerenza, nel cammino di tutela e valorizzazione ambientale della Garfagnana. Non ci sono altre strade se vogliamo garantire un futuro alla nostra valle!”

Ovvio quindi respingere al mittente la ventilata possibilità di riapertura, ma se osserviamo bene quanto sta avvenendo qualcosa sembra proprio non quadrare. Le domande sono molte così come le risposte: Perché Se.Ver.A. spa continua a rilanciare l’apertura dell’inceneritore?

Perché si ostina a lavorare in una direzione che la Provincia di Lucca ha già definito chiusa e non praticabile?

Non crediamo che i Sindaci e i consiglieri di amministrazione siano dei pazzi sconsiderati, così come siamo convinti che Belvedere molto probabilmente non verrà mai più riaperto. E allora quale la verità che si celerebbe dietro questo teatrino politico?

Le Regioni italiane starebbero tutte varando progetti di gestione virtuosa dei rifiuti creando gestori unici e accorpando tutti i servizi. Questo garantirebbe di non avere casi sul modello “Napoli”. Ebbene le società pubbliche attualmente sul campo cercherebbero (secondo questa nostra ipotesi) di sedere al tavolo delle trattative con una carta in più. Se.Ver.A. spa quindi giocherebbe la carta dell’inceneritore (che poi verrebbe dismesso) per salvare gli 80 posti di lavoro facendoli assorbire dal gestore unico toscano.

Non sarebbe male come mossa. Speriamo che questa nostra congettura sia vera e che non si tratti di un sogno o di un incubo.

Andrea Giannasi

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