Gli amministratori dei piccoli Comuni montani si mobilitano

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Si riduce il numero dei consiglieri negli altri piccoli comuni, sino a rendere praticamente inutili e ingestibili i consigli, e sino ad infliggere un colpo mortale ad una straordinaria rete di partecipazione democratica, di volontariato civico, di impegno per la propria comunità, per la sua coesione sociale, per la promozione ed il sostegno al suo sviluppo.
E’ quanto sostengono le associazioni degli Enti locali che aggiungono quanto il tutto venga vergognosamente contrabbandato come taglio virtuoso ai costi della politica ed alla casta.
Per questo tutti gli amministratori sono chiamati a raccoltsa per una grande manifestazione di Sindaci e amministratori dei piccoli Comuni che ANCI ha indetto per il giorno 29 agosto a Milano. In concomitanza con il dibattito sulla manovra in Commissione al Senato.
“A subire le conseguenze maggiori saranno i piccoli comuni montani – ha dichiarato il Presidente di UNCEM Toscana Oreste Giurlani – la montagna viene penalizzata, è forte il rischio spopolamento, ma noi a tutto questo non ci stiamo”.
“Sarà una grande manifestazione – ha aggiunto Giurlani – contro le norme riguardanti i piccoli Comuni, di cui la maggior parte montani, e contro i tagli che colpiranno tutti i Comuni, e sarà presente una delegazione di Sindaci di comuni montani toscani”.
Si dice che i Comuni in Italia sarebbero troppi, che sprecano.
Sono più che in Europa? Vediamo: in Italia sono 8.094. In Austria ci sono 2.357 Comuni su 8.360.000 abitanti; in Germania 12.104 Comuni su 81 milioni; in Francia 36.680 Comuni su 64 milioni; in Svizzera 2.596 Comuni su 7milioni di abitanti; in Spagna 8.116 Comuni su 45 milioni. E in nessuno di questi casi il Governo si è sognato di abolire i Consigli comunali. E i relativi costi non sono di certo superiori in Italia, anzi.
I Comuni sprecano? I Comuni italiani sono l’unica parte della pubblica amministrazione che in questi anni ha contribuito a ridurre il debito pubblico. Nonostante questo da anni subiscono tagli di miliardi di euro, ben superiori al loro peso nel comparto. Per intenderci: se lo Stato si fosse comportato come i Comuni, non solo non ci sarebbe il debito pubblico, ma il bilancio sarebbe in attivo.
“Il Governo – ha concluso Giurlani – con la Manovra obbliga i comuni, ed in particolar modo quelli montani, alla chiusura perché impossibilitati ad assolvere le loro funzioni, a garantire servizi essenziali e quindi diritti, coesione sociale, possibilità di crescita e sviluppo ai loro cittadini, alle famiglie, alle imprese. Si tratta di un grande taglio alla democrazia a cui non ci stiamo, è per questo che gli amministratori dei piccoli comuni toscani, di cui la maggior parte montani si stanno mobilitando”.

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