L’Oratorio di Vitiana torna al suo antico splendore

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Saranno inaugurati sabato i lavori di restauro dell’Oratorio di Vitiana eseguiti da Isabella Pini e Michela Tosi, sotto l’alta sorveglianza della dottoressa Antonia D’Aniello della Soprintendenza di Lucca.
Dopo la Santa Messa si terrà un convegno in cui il professor Dario Giorgetti dell’Università degli Studi di Bologna ripercorrerà la storia dell’oratorio e del restauro.
“Gli interventi- spiegano le restauratrici- sono stati suddivisi in tre parti: nella prima trance è stato deciso di operare un intervento che prediligesse la salute della decorazione, con la seconda si è arrivati al risanamento delle decorazioni presenti con il ritocco pittorico della parte di fronte all’ingresso e il soffitto, con l’ultima parte del lavoro verrà portata a termine il ritocco pittorico  e il consolidamento finale della pellicola”.
L’oratorio ha un impianto cinquecentesco ma è stato rimaneggiato diverse volte. La parte superiore è probabilmente del settecento poiché nella volta che sovrasta l’apertura si legge: “Chi recita una Ave Maria alla divina signora acquista un’indulgenza conceduta dalla santità di Benedetto XIV Pontefice Massimo” (pontefice fino al 1758, ndr).
Sono presenti affreschi che raffigurano San Leonardo di Noblac, San Tommaso Apostolo, San Pellegrino, San Francesco ed è presente anche un papa che probabilmente dovrebbe essere Silvestro I,  patrono del paese.
I preziosi interventi di restauro sono stati resi possibili grazie ai fondi reperiti dalla C.M.M.V.S., dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, dalla Comunità Montana della Media Valle del Serchio e dal Comune di Coreglia.
“Viviamo- ha confessato il sindaco Amadei- in tempi difficili dal punto di vista finanziario ma, con determinazione, abbiamo mantenuto una promessa fatta agli abitanti di Vitiana, dando così un concreto segnale di attenzione per la valorizzazione del patrimonio storico, culturale, e quindi turistico del nostro territorio e soddisfazione e pari dignità alle istanze provenienti da zone marginali e montane del comune”.

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