Corsonna: una crisi per ora senza soluzione

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Si fa sempre più minaccioso e presente lo spettro di una crisi senza soluzione, per i dipendenti dello Scatolificio Corsonna di Castelvecchio.
L’incontro previsto per ieri a Lucca, a Palazzo Ducale (davanti al quale si è tenuta anche una nuova manifestazione dei lavoratori), non ha portato novità positive se non per il fatto che per la prima volta dopo l’ammissione dell’azienda al concordato preventivo, al tavolo di confronto si è fatto vivo un rappresentante del gruppo trevigiano Pro Gest, interessato alla presa in affitto dello stabilimento per tre anni. Una presenza, come ci ha detto anche il sindaco Marco Bonini, presente a tutti gli incontri compreso quello di ieri, che fa almeno sperare in una concreta disponibilità da parte del nuovo gruppo, leader in Italia nel settore ed il cui patron è l’imprenditore veneto Bruno Zago.
In realtà alla riunione di ieri si era arrivati con il fiato sospeso. Sabato scorso proprio dalla Pro Gest era giunta una lettera nella quale il gruppo si tirava fuori da ogni trattativa in quanto, erano venute meno le condizioni per procedere nell’accordo.
L’arrivo poi ieri di un rappresentante del Gruppo, ha di fatto riaperto i giochi anche se dalla pro Gest è stata riproposta per il Corsonna la solita drastica cura: la riassunzione di 45 degli 89 dipendenti. Per gli altri verrebbe ancora chiesto l’impegno a sottoscrivere la rinuncia al rientro, a norma dell’articolo 2112 del codice civile. Inoltre, per chi resterà a lavoro la riassunzione sarebbe prevista a condizioni di salario inferiori del 20%.
Proprio intorno all’art. 2112 ruoterebbe tutta la vertenza. Ai sindacati non va giù che si punti a riassumere solo una parte dei lavoratori ed a mettere gli altri in mobilità ed al rappresentante della Pro Gest è stato chiesto di presentare un piano industriale più credibile.
La situazione pare insomma essere tornata al punto di partenza, tanto da far dire al Commissario giudiziale  che al momento non sussistono più le garanzie per andare avanti con il concordato preventivo.
Comunque sia ieri sindacati, commissari e provincia hanno siglato l’accordo per la messa in cassa integrazione di tutti i dipendenti.
Prossimi passaggi? Forse oggi un’assemblea dei lavoratori a Castelvecchio e nuovi tentativi, anche da parte del Gruppo che fa capo a Luigi Marcucci, ex proprietario dello scatolificio, per riprendere contatti costruttivi con Zago.
“La situazione è davvero preoccupante – ci ha confessato il sindaco Bonini – anche se non vogliamo perdere le speranze e faremo tutti i passi necessari per arrivare ad una soluzione”.
Certo, al momento, le prospettive non sono delle più rosee. Il rischio, se non si arriverà ad un’intesa, è che a casa vadano tutti gli 89 dipendenti della fabbrica di Castelvecchio. Una vera e propria sciagura anche per la precaria economia della Valle dl Serchio.

Di seguito pubblichiamo il comunicato stampa emesso dalla Provincia dopo l’incontro di ieri:

Un ulteriore nuovo incontro la prossima settimana a Palazzo Ducale
CRISI “CORSONNA”: SI VA VERSO LA CASSA INTEGRAZIONE

Si va verso la cassa integrazione straordinaria: è questo l’esito dell’incontro svoltosi ieri a Palazzo Ducale per discutere delle sorti dello scatolificio Corsonna di Castelvecchio Pascoli.
Dopo circa sei ore di confronto e di discussione, tutti presenti – oltre agli assessori Francesco Bambini e Gabriella Pedreschi, il commissario giudiziale dello stabilimento di Castelvecchio Pascoli, Donato Bellomo, il sindaco di Barga, Marco Bonini, il presidente della Comunità Montana Mediavalle, Nicola Boggi, i rappresentanti della Provincia di Pisa e del Comune di Bientina i rappresentanti dell’Associazione Industriali, delle organizzazioni sindacali confederali e della Rsu –  hanno convenuto sull’opportunità di ricorrere alla cassa integrazione. Il commissario giudiziale, quindi, nei prossimi giorni avanzerà l’istanza a favore degli 89 dipendenti, per dodici mesi di CIGS.

Dall’incontro, che è stato aggiornato alla prossima settimana, sono emerse anche alcune richieste rivolte al gruppo Cap Imballaggi, unica società ad oggi interessata all’acquisto dello scatolificio. La ditta, infatti – in modo del tutto sorprendente – si è presentata all’incontro di ieri, nonostante avesse già comunicato tramite i commissari giudiziali l’intenzione di recedere dal contratto stipulato nell’ambito della domanda di concordato.
Al consulente che al tavolo rappresentava il gruppo trevigiano è stata ribadita la richiesta di un Piano Industriale che illustri le intenzioni e le progettualità legate allo scatolificio lucchese, in modo da poter valutare la validità dell’offerta della Cap Imballaggi. Al commissario e agli attuali proprietari, invece, è stato richiesto di farsi carico di disporre una liquidità minima, necessaria per non bloccare del tutto l’attività produttiva della fabbrica. Operazione che consentirebbe di salvaguardare il patrimonio aziendale e renderebbe la ditta più appetibile per eventuali nuovi compratori.

Le istituzioni e i sindacati ritengono, comunque necessario ricercare altri possibili acquirenti per arrivare a uno sbocco positivo di questa situazione di crisi: su tali basi, è stato deciso di aggiornare a breve il confronto.

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