La centrale idroelettrica sul Corsonna. I tecnici: nessun abuso e tecnologie all’avanguardia per il rispetto dell’ambiente

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Nessun abuso edilizio o di altro genere ed il massimo rispetto dell’ambiente con lavori eseguiti a regola d’arte. Così ribattono agli articoli usciti sulla stampa relativa alla realizzazione di un impianto per la produzione di energia elettrica lungo il torrente Corsonna, nella montagna barghigiana, il Direttore dei lavori delle strutture in cantiere ing. Renzo Luvisi e il progettista dei lavori, Geom. Nicola Magri dello studio associato Maddaleni con sede nel comune di Barga che questa mattina hanno incontrato la stampa per illustrare quelli che sono gli interventi in corso sul Corsonna e che interessano anche il fosso Remaioli, nel profondo verde dell’alta montagna barghigiana.
Un progetto non da poco quello di cui parlano i due professionisti, con tre cantieri aperti, e che costerà alla fine circa 2 milioni di euro, spicciolo più, spicciolo meno, tutti frutto di investimenti privati e che renderà quando entrerà in funzione, si pensa nel prossimo mese di gennaio, circa 2 milioni e mezzo di Kilowatt di energia all’anno, per una resa economica di circa 450 mila euro al lordo delle varie concessioni erariali, tasse ed altre imposte del genere.
“Abbiamo presentato tutte le richieste di autorizzazioni possibili, presentato tutti i progetti e realizzato tutte le opere richieste di mitigazioni e quindi di minor impatto ambientale possibili – ci dicono Magri e Luvisi -. Affermare che è un abuso come è stato scritto è assolutamente inesatto ed offende anche la nostra professionalità”.
Parlano a nome di professionisti direttamente impegnati nel progetto, ma anche a nome della COREMA, la società che ha appaltato i lavori e che è subentrata ad un gruppo di investitori iniziali che poi hanno ceduto l’operazione. Massima riservatezza sui nomi; si sa solo che si tratta di imprenditori legati alla Valle del Serchio e non di società esterne al territorio.
“Noi crediamo molto in questo progetto – dicono ancora – perché questa sarà la prima centrale della regione ad essere realizzata utilizzando tecniche e infrastrutture all’avanguardia che permettono di salvaguardare la flora, ma soprattutto la fauna ittica ed anche di non intaccare l’eco sistema locale. Il tutto producendo energia pulita. Ci auguriamo anzi che il Comune di Barga utilizzi in futuro questa centrale per mostrare come si produce energia senza inquinare, alle scuole. Noi di sicuro ad inaugurazione avvenuta apriremo l’impianto alle istituzioni scolastiche ed a tutti quelli che vorranno conoscere questo sistema”.

Dunque dal progetto si ricaveranno circa 450 mila euro all’anno di energia elettrica prodotta. Ma al comune di Barga, nel cui territorio è stata costruita la centrale, andrà qualcosa?
“L’energia va ceduta tutta all’ENEL e quindi non è possibile destinarne una parte per l’utilizzo del fabbisogno del comune di Barga, ma la società valuterà la possibilità per il Comune di ottenere un qualche tipo di vantaggio derivante da questa operazione”.

A quando risale questo progetto?
Questo progetto è partito tre anni fa ai tempi dell’Amministrazione Sereni. La Provincia con conferenza dei servizi ha coordinato tutti gli altri enti. Alla provincia abbiamo presentato tutta la documentazione e questa ha informato tutti gli enti. L’ente provinciale, reperiti tutti i pareri e le autorizzazioni, ha dato il via la concessione di derivazione delle acque. Da qui la presentazione delle pratiche a sovrintendenza e Comune per il progetto esecutivo. E’ stato un iter di tre anni di lavoro. Nei vari ambiti, specialmente da Provincia, Autorità di bacino e ARPAT sono state richieste inizialmente integrazioni al progetto che lo hanno trasformato, ridimensionandolo in parte, imponendo anche opere di mitigazione finalizzate al rispetto ambientale. Opere che poi, da parte nostra, sono andate anche oltre le prescrizioni con interventi importanti che assolutamente non sarebbero stati necessari. Abbiamo infatti previsto soluzioni che integreranno le briglie già esistenti da trent’anni lungo il torrente, ma che fino ad ora impedivano la completa risalita del corso da parte dei pesci. Realizzeremo infatti delle scale di risalita che daranno alle specie ittiche la possibilità di percorrere il torrente. Anche laddove prima non era possibile.
Ma non è finita. Installeremo opere di presa uniche in Toscana. A differenza delle altre griglie presenti la “coanda” che verrà installata sul Corsonna impedisce assolutamente l’ingresso dei pesci, ma anche di microorganismi, fogliame ed altri oggetti. Queste prese hanno infatti una apertura minima e sono per questo altamente ecocompatibili perché salvaguardano completamente la presenza ittica lungo il corso d’acqua impedendolo di entrare lungo le condotte o peggio ancora nella turbina della centrale.
Questa, come quella di migliorare le scale di risalita, sono state scelte nostre e nessuno ce l’ha imposte. Abbiamo deciso di adottarle perché ci sembrava giusto rispondere alla massima salvaguardia delle specie ittiche. Del resto se tutti gli enti ci hanno dato l’ok vuol dire che le mitigazioni ambientali erano sufficienti.
Siamo riusciti ad arrivare ad un prodotto finale che permette la produzione di energia elettrica pulita senza creare alterazioni sul territorio come avviene ad esempio con altre tipologie di produzione energetica.
Anche la stessa scelta del sito di produzione è stata accolta fin dall’inizio positivamente dalle varie autorità perché per eseguire i lavori e servire i cantieri non si è dovuto nemmeno realizzare nuovi collegamenti (e quindi disboscare o stravolgere l’ambiente) in quanto abbiamo potuto utilizzare piste per l’esbosco già presenti lungo il corso d’acqua. Solo in alcuni punti le piste sono state allargate, ma per il resto si è utilizzati i tracciati già esistenti.
E’ prevista poi la risagomatura ed il ripristino dei luoghi, il reinserimento della flora e la piantumazione degli alberi tagliati ed anche laddove sono stati realizzati manufatti in cemento armato alla fine verranno apportate soluzioni architettoniche in linea con i manufatti già presenti sul territorio e che renderanno assolutamente minimo, se non nullo, l’impatto ambientale. Lo stesso manufatto che ospiterà la turbina, ad opera finita, sembrerà in tutto e per tutto un annesso agricolo perfettamente integrato con l’architettura del territorio”.
“Come prescritto dai vari enti – aggiungono – ci sarà anche un controllo remoto tramite gps o videosorveglianza che dovrà rilevare la portata dell’acqua per rispettare il deflusso minimo vitale per il torrente e che lo trasmetterà ogni quattro ore alla Provincia che saprà quanto viene prelevato”.

Ma per quanto riguarda l’acqua? Non si rischia di impoverire il torrente?
“Dal 15 giugno al 15 ottobre l’impianto obbligatoriamente sarà fermo, a meno che non ci siano eventi piovosi notevoli. Questo appunto per rispettare il DMV (deflusso minimo vitale).Quando l’acqua sarà sufficiente al funzionamento, nella turbina passeranno circa 700 litri al secondo. Tutta l’acqua naturalmente verrà poi restituita al torrente senza variazioni né di temperatura, né di velocità.
Insomma questo è un impianto all’avanguardia e sappiamo che funzionerà molto bene e che rispetterà appieno il sistema ambientale”

Tempi per la conclusione dell’operazione?
“I tempi previsti per l’entrata in funzione della centrale dovrebbero essere, salvo imprevisti, il mese di gennaio 2011. Per allora dovranno essere realizzate anche tutte le opere per il ripristino degli interventi di cantiere effettuati sul territorio”.
Luvisi e Magri fanno anche sapere che dall’entrata in funzione e per i futuri tre anni ci sarà anche un monitoraggio semestrale da parte della Provincia che dovrà riscontrare se ci sono variazioni che riguardano l’equilibrio ambientale e che potrà richiedere nuove opere di contenimento o di miglioramento per rispettare l’eco sistema.
Niente da ridire ovviamente sulle dichiarazioni dei tecnici che stanno sicuramente eseguendo un ottimo lavoro; tutto svolto a regola d’arte, nel rispetto di tutti i regolamenti e con tutte le concessioni del caso ed anche con maggiore impegno di quelle che erano le prescrizioni imposte dagli enti.
Resta solo una nostra idea di fondo e cioè che vorremmo che questo tipo di interventi fosse fatta dalla comunità e al servizio della comunità. Che fossero gli enti pubblici ad investire su progetti positivi come quelli dell’energia pulita per poi poter reinvestire sul territorio.
Invece qui così non sarà. Si utilizzerà l’acqua della comunità barghigiana per produrre energia con ricavi economici di cui al Comune di Barga e quindi alla nostra popolazione non andrà praticamente niente. Gli unici soldi “pubblici” di questa operazione saranno le concessioni erariali e le imposte del caso che dovranno essere pagate dalla società e nemmeno al comune di Barga, ma alla Provincia.
Sappiamo che i nostri enti, a cominciare da quelli comunali, non hanno certo la possibilità di investire in operazioni di questa portata, anche se ad esempio a Coreglia lo si è comunque fatto per il fotovoltaico. Il problema è però è che la coperta è sempre troppo corta e che se si investe sulla produzione di energia pulita, poi quei soldi mancano magari per il sociale o per la manutenzione ordinaria. Non c’è quindi da rimproverare l’Amministrazione per questo, ci mancherebbe; e nemmeno chi come questa società privata ha investito in un progetto sicuramente interessante e redditizio. A noi preoccupa solo il fatto, e le leggi lo permettono, che il nostro suolo, la nostra acqua, la nostra aria ed il nostro sole diventino sempre di più una fonte di arricchimento per pochi e non al servizio della comunità. Sarà questo il nostro futuro? Regaleremo tutto quello che è nostro, quando privati utilizzeranno per far questo non proprietà private ma terreni pubblici,senza ottenerne niente di positivo in cambio?

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