Dalla Garfagnana grido d’allarme bi-partisan: le Comunità montane non si toccano!

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A chi ha pensato fino ad oggi che le Comunità montane avessero una matrice politica stanno arrivando risposte adeguate per smontare tale tesi.Nei giorni scorsi c’è stata la presa di posizione della Lega Nord e Pdl che in Lombardia si sono schierate per salvarle, tanto che la Regione Lombardia ha legiferato per il 2010 il contributo alle Comunità montane in sostituzione dell’importo cancellato dalla Finanziaria. Non solo, ma Formigoni (governatore lombardo Pdl) ha chiesto al Governo di salvare le Comunità montane, anche se, con un concetto del tutto federalista… parla solo delle CM dell’arco alpino”.E non bastasse, il Pdl della provincia di Bergamo, insieme alla Lega Nord, ha ribadito il concetto e indicato tre priorità politiche: il sostegno alle comunità montane, il collegamento ferroviario Orio-Bergamo e la risoluzione dei problema viabilistico che interessa il rondò delle Valli per chi arriva dalla Valle Seriana.Oggi dobbiamo registrare un’altra presa di posizione, questa volta bi-partisan: i sindaci della Garfagnana, sia di centro-sinistra che di centro-destra, hanno deciso di contestare Finanziaria governativa e DDL Calderoli, che vogliono cancellare di fatto le Comunità montane e con esse ogni supporto finanziario agli stessi comuni montani che, secondo il Governo, dovrebbero essere riqualificati solo se si sviluppano per almeno il 75% oltre i 600 metri sul livello del mare.“Un modo come l’altro – dice Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana -per dire che comuni montani come Abbadia San Salvatore, giusto per citarne uno, per effetto delle decisioni governative è diventato un comune di pianura se non addirittura… marino. Siamo alle barzellette politiche che non hanno alcun fondamento logico”.
La rivolta dei sindaci della Garfagnana ha una logica: la protezione del territorio e delle esigenze delle popolazioni, non certo delle cosiddette “poltrone” degli amministratori che equivalgono a qualche
centinaio di euro l’anno!
Riqualificare i comuni montani, ai quali il Governo assegnerebbe un po’ di risorse, dopo averle tolte alle Comunità montane, significa che con un colpo di spugna, ancorché legislativo, si fanno sparire migliaia di comuni montani.
“In Toscana – dice Giurlani – dei 160 comuni montani ne rimarrebbero una manciata di qualche decina. Perché Calderoli o suoi emissari non vengono a vedere che cosa significa montagna a Fabbriche di Vallico, che non supera i 600 msl, ma subisce tutti gli effetti negativi provenienti dalla montanità, come sta a dimostrare la frana che ha isolato due frazioni e che dopo due settimane non si riesce ancora a trovare una soluzione, tanto che in questa zona della Garfagnana sono arrivate anche le telecamere della Rai per diffondere le immagini sia sul TG1 che sul TG3 nazionale”.
Giusta la considerazione del sindaco di Castelnuovo quando afferma che “la Comunità montana della Garfagnana non può perdere le caratteristiche di tavolo zonale di programmazione dei gradi progetti d’area, punto di sintesi e raccordo imprescindibile tra le istanze dei comuni e le esigenze delle forze produttive, economiche e sociali, espressioni del territorio”.
Al Governo un invito a rileggere le norme comunitarie nelle quali viene spiegato con dovizia di particolari qual è il concetto di montanità. Altro che 600 msl!

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